«L’uomo fa esperienza di sé come qualcosa di contingente, come qualunque, come “proprio io” (che non si è scelto); come uomo che è precisamente così come è (per quanto possa essere tutt’altro); come proveniente da un’origine di cui non risponde e con la quale deve tuttavia identificarsi; come “qui” e come “ora”. Questo paradosso fondamentale dell’appartenenza reciproca della libertà e della contingenza, questo paradosso che è un’impostura, il dono fatale della libertà, si chiarisce come segue. Essere libero significa: essere straniero; non essere legato a niente di preciso, non essere tagliato per niente di preciso; trovarsi nell’orizzonte del qualunque; in una postura tale per cui il qualunque può anche essere incontrato in altri qualunque. Nel qualunque, che posso trovare grazie alla mia libertà, è anche il mio proprio io che incontro; questo, pur appartenendo al mondo, è straniero a se stesso. Incontrato come contingente, l’io è per così dire vittima della propria libertà».
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Patologia della libertà. Saggio sulla non-identificazione
| Titolo | Patologia della libertà. Saggio sulla non-identificazione |
| Autore | Günther Anders |
| Curatori | Luigi Francesco Clemente, Franco Lolli |
| Argomento | Scienze umane Filosofia |
| Collana | Dialectica, 17 |
| Editore | Orthotes |
| Formato |
|
| Pagine | 148 |
| Pubblicazione | 02/2015 |
| ISBN | 9788897806738 |
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