Per Santōka l’haiku è uno strumento per scrutare le pieghe più nascoste del proprio animo, ma anche per penetrare l’essenza di ogni cosa. Haiku e zen sono una cosa sola: entrambi rappresentano l’immediatezza senza sovrastrutture. I suoi componimenti sono infatti scritti in una lingua semplice e diretta, secondo un atto spontaneo frutto di una pratica quotidiana. Lo stile libero e senza costrizioni formali può essere paragonato al germogliare delle erbacce di campo: crescono caotiche, incuranti del passato o del futuro, e si esprimono attraverso piccoli fiori poco appariscenti, ma per questo più vicini all’autenticità. In questa raccolta si propongono i versi più famosi, che tratteggiano i punti salienti della sua poetica: il trauma e il dolore per il suicidio della madre, la depressione, la ricerca della libertà, la salvezza attraverso la pratica del buddismo zen, la passione per il sakè e i pellegrinaggi che, come Saigyō e Bashō secoli prima, lo portano a visitare i posti più famosi e più remoti del Giappone.
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L'ebbrezza del saké. Testo giapponese a fronte
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| Titolo | L'ebbrezza del saké. Testo giapponese a fronte |
| Autore | Santoka Taneda |
| Curatore | Matteo Contrini |
| Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
| Collana | Labirinti, 128 |
| Editore | La Vita Felice |
| Formato |
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| Pagine | 116 |
| Pubblicazione | 11/2025 |
| ISBN | 9788893468657 |
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