Accademia Nazionale di Santa Cecilia: L'arte armonica. Serie III
Il linguaggio di Stravinskij
Angelo Cantoni
Libro: Libro in brossura
editore: Accademia Nazionale di Santa Cecilia
anno edizione: 2005
pagine: 575
Il linguaggio di Stravinskij propone nuovi metodi per guardare all’opera di Stravinskij a più di 50 anni dalla sua morte. Considera sia le singole composizioni sia l’evoluzione del suo linguaggio compositivo nel corso della sua vita. Lo scopo principale del volume è quello di analizzare e chiarire l’intima coerenza della musica di Stravinskij, nonostante l’ampia varietà di stili, combinazioni strumentali e modalità teatrali con le quali si è cimentato. Sebbene la sua carriera sia spesso considerata come suddivisa in tre periodi distinti – russo, neoclassico e seriale – tutta la sua produzione è riconducibile a una cifra compositiva unica e del tutto peculiare. L’analisi presentata in questo rendiconto identifica gli elementi basilari e la grammatica di questo linguaggio musicale. Ciascuno degli otto capitoli del libro si concentra su un aspetto del linguaggio musicale di Stravinskij, seguendolo cronologicamente all’interno di ciascun capitolo. Le stesse opere quindi sono spesso studiate in capitoli diversi, guardandole da una diversa prospettiva musicale. Questa analisi diacronica della musica di Stravinskij finisce così per fornire nuove importanti intuizioni sulla sua opera.
L'opera musicale di Giacomo Carissimi. Fonti, catalogazione, attribuzioni. Atti del Convegno di studi (Roma, 18-19 novembre 2005). Ediz. italiana e inglese
Libro: Copertina morbida
editore: Accademia Nazionale di Santa Cecilia
anno edizione: 2005
pagine: 366
La figura di Giacomo Carissimi (1605-1674) riveste un ruolo di rilievo del tutto particolare nella cultura musicale italiana, tra i non molti a vantare una fama quasi ininterrotta dal suo tempo alla contemporaneità. L'impatto della lezione carissimiana fu considerevole in patria, ma più ancora a livello europeo: la solidissima fama del maestro romano e le aperture oltr'alpe legate al suo incarico di maestro di cappella presso il Collegio Germanico indussero a intraprendere un periodo di studio a Roma molti musicisti stranieri, poi destinati a grande celebrità nei paesi di provenienza. E se appare manifesto l'influsso diretto di Carissimi in compositori del calibro di Johann K. Kerll e Christoph Bernhard per la Germania, Michel-Richard de Lalande e Marc-Antoine Charpentier per la Francia, questi, a loro volta, contribuirono a diffonderne e ampliarne il successo internazionale. Questa realtà, quasi unica per la sua portata tra i compositori del Seicento italiano, è documentata significativamente dalla singolarissima mole di testimoni manoscritti e a stampa prodotti fuori dall'Italia e conservati nei più prestigiosi fondi musicali delle maggiori biblioteche europee, da Malta alla Francia, alla Polonia, alla Russia. Altrettanto densa di significati sul piano storico e della fortuna dell'opera risulta l'enorme quantità di fonti con attribuzioni a Giacomo Carissimi, che fu pure membro della Congregazione di Santa Cecilia, all'origine dell'odierna Accademia, che nell'anniversario della nascita (2005) ha voluto celebrarlo con un convegno in cui studiosi italiani e stranieri si sono confrontati su diversi aspetti che spaziano dalla diffusione e ricezione, alle attribuzioni e alle tradizioni testuali, presentando in quell'occasione un numero sostanzioso di testimoni manoscritti e a stampa fino ad allora sconosciuti.