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Adelphi: FABULA

Portnoy

Portnoy

Philip Roth

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2025

pagine: 283

«Questo libro rischia di provocare un secondo Olocausto» scrisse all’uscita di Portnoy uno studioso generalmente posato come Gershom Scholem. La profezia fortunatamente non era fatta per avverarsi, ma è difficile negare che da allora il monologo di Alexander Portnoy abbia investito, e travolto, tutto quanto ha incontrato sul suo cammino. A cominciare dalle abitudini dei lettori, e dalla loro percezione di cosa possa, e soprattutto non possa, raccontare un libro. Poi, gran parte delle idee ricevute sui cosiddetti rapporti fra maschi e femmine, su noialtri quaggiù e le varie forme che diamo all’entità lassù. La vertigine comincia subito, quando chi legge pensa di affrontare il resoconto senza censure di una seduta analitica – cosa che, molto più di quanto si pensi, è vera – e si ritrova in mano un tipo diverso, e almeno altrettanto scabroso, di materiale: quello della standup più divertente e irrefrenabile mai messa sulla pagina; da cui si esce barcollando, e senza essere certi di volerne veramente uscire. Dopo molti anni, e infinite repliche, lo spettacolo aveva però bisogno di un nuovo allestimento, che qui presentiamo invitandovi alla prima. Prima di assumere la sua forma attuale, il materiale di Portnoy è stato varie altre cose – fra cui un commento parlato alle diapositive di zone erogene illustri, che Kenneth Tynan avrebbe voluto inserire nel suo celeberrimo e allora sacrilego musical Oh, Calcutta! Solo dopo lunghi ripensamenti il monologo ha finito per diventare, nel 1969, il quarto libro di Philip Roth (1933- 2018). Quello della sua consacrazione (o sconsacrazione): e anche quello da cui, inevitabilmente, Adelphi comincia la pubblicazione di tutte le sue opere.
20,00

La vita normale

La vita normale

Yasmina Reza

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2025

pagine: 190

«Per me il tribunale è un luogo di osservazione come un altro, come la strada, o la mia camera da letto» ha risposto Yasmina Reza quando le è stato chiesto perché, da quindici anni, segua processi, oscuri o clamorosi, in giro per la Francia. «Colui che crediamo altro da noi non lo è» afferma Reza, che, lasciando ai cronisti giudiziari il loro mestiere e alla giustizia di cercare (invano?) un senso nel caos, preferisce fare un passo di lato – e ogni volta spiazza il lettore. Senza curarsi di proclamare verità universali e concentrandosi invece su «frammenti di umanità» – un gesto, una frase, una postura, un dettaglio dell’abbigliamento –, Reza riesce a cogliere, nelle esistenze degli imputati, dei testimoni e delle vittime, qualcosa che non di rado alla giustizia sfugge, e che a quelle esistenze ci accomuna. È «la vita normale», che segue come un’ombra la sua controparte assassina, sovrapponendosi continuamente a essa. Come nel caso della donna che, un mattino di novembre, «incalzata, spinta da una forza senza nome», esce di casa per andare su una spiaggia ad abbandonare sua figlia alle onde, e poi torna a chiudersi nell’opacità della sua esistenza, «presente senza esserlo, come a strapiombo su sé stessa». A lei e ad altri fantasmi è dedicato questo libro. Fantasmi che irrompono sulla scena accanto a quelli dell’autrice, che ha la capacità, propria solo dei grandi scrittori, di insinuarsi nella psiche del lettore senza lasciargli il tempo di comprendere ciò che ha appena letto.
19,00

Goodbye Hotel

Goodbye Hotel

Michael Bible

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2025

pagine: 156

C’è un posto, a New York, che chiamano Goodbye Hotel, perché è l’ultimo rifugio di chi, per ragioni diverse, si è allontanato dal mondo e nel mondo non vuole (o non può) più tornare. Lì, mentre una nevicata «ipnotica» cade sulla città, François siede davanti al fuoco, stappa una bottiglia di vino da quattro soldi e inizia a scrivere la sua storia. Vuole metterci a parte di un avvenimento capitato venticinque anni prima, ma soprattutto raccontarci quello che sarebbe potuto succedere e – forse – è successo davvero. Ha a disposizione solo «un pezzetto di verità», che certo non basta a colmare tutti i vuoti. La sua voce, carica di un’antica sofferenza, ci trasporta ancora una volta a Harmony, un’anonima cittadina del Sud degli Stati Uniti, dove ogni sera «si confonde con un milione di altre sere» e i giovani sono «destinati a perdersi» ma non smettono di desiderare «l’impossibile». Dove «non c’è differenza fra chi è amato e chi non lo è», perché «tutti si sentono soli, con addosso la maledizione di un vuoto americano che gli cresce dentro». Eppure, come sanno i lettori di L’ultima cosa bella sulla faccia della terra, Harmony è anche un crocevia dove il destino dà appuntamento alle sue vittime ignare: in questo caso due ragazzi innamorati e un misterioso uomo con un completo di seersucker, che in una notte di fine estate si incontrano sotto lo sguardo benevolo e saggio di Lazarus, una tartaruga dai poteri chiaroveggenti, indimenticabile protagonista del romanzo. Perché nell’universo di Michael Bible il passato può facilmente diventare futuro e viceversa; come in un sogno di David Lynch, a una dimensione della realtà ne corrispondono infinite altre, parallele e comunicanti. Non ci resta quindi che abbandonarci al ruolo di testimoni involontari e accettare che la verità a volte risulti inaccessibile, protetta da un guscio di bugie e inganni simile a quello di una testuggine centenaria.
18,00

Cartagloria

Cartagloria

Rosa Matteucci

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2025

pagine: 153

Torna Rosa Matteucci, «impietosa, feroce cantatrice del “nonostante”», come la definì una volta Carlo Fruttero, accostandola ai mani di Céline, Beckett e Thomas Bernhard. Questo nuovo romanzo, in bilico, come gli altri, sull’illusorio crinale fra comico e tragico, inizia con l’affannosa, tormentosa aspirazione di lei bambina a ricevere, come tutte le sue antenate e le sue simili, la Prima Comunione, per proseguire con la morte di un padre molto amato – sebbene molto scapestrato – e la sua sciamannata sepoltura. Nella scrittura, straziata e al tempo stesso grottesca, di Rosa Matteucci diventa comico perfino il viaggio, non solo interiore, che tale morte susciterà, alla ricerca di quell’antico Trascendente che il nostro tempo sembra aver smarrito: dall’India dei santoni ai Pirenei di Bernadette, dai gruppi di preghiera della Soka Gakkai a un’ardimentosa visita a un frate esorcista che, asserragliato in un eremo, vende messalini con audiorosario incorporato. Un vagabondaggio che culmina con la scoperta del rito tridentino, dove imparerà il protocollo delle genuflessioni, sempre rincorrendo una salvazione che pare rimessa in forse a ogni frase, a ogni respiro. Sino alla definitiva consapevolezza che è necessario accettare, e forse anche amare, la propria croce.
18,00

Christopher e quelli come lui

Christopher e quelli come lui

Christopher Isherwood

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2024

pagine: 387

Nel marzo del 1929 il ventiquattrenne Christopher Isherwood lascia l’Inghilterra per Berlino, dove intende raggiungere l’amico W.H. Auden ma soprattutto «scatenare i suoi desideri e sbattere ragione e buonsenso in prigione». Nonostante l’ascesa del partito nazista, che finirà per toccarlo anche negli affetti più cari, la città gli appare un «misterioso tempio dell’iniziazione», e l’atmosfera libertina che vi regna lo risarcisce della plumbea ipocrisia sofferta in patria. Per Isherwood è insomma un colpo di fulmine. Torna a Berlino durante l’estate, poi di nuovo in novembre, e stavolta senza un biglietto di ritorno, convinto com’è di aver trovato «il crogiolo ribollente della storia nel suo divenire». Ci rimarrà dieci anni, che si riveleranno fondamentali per la sua formazione e forniranno spunti, personaggi e ambientazioni ai suoi romanzi più famosi. «Io sono una macchina fotografica con l’obiettivo aperto, completamente passiva, che registra e non pensa ... Un giorno tutto questo andrà sviluppato, stampato con cura, fissato» si legge nell’incipit di "Addio a Berlino". Solo nel 1976, tuttavia, l’impegno verrà onorato: grazie a questo libro, dove, dismessa la prudente maschera della fiction, Isherwood punta finalmente la macchina fotografica su di sé, senza alcun filtro, regalandoci un toccante autoritratto.
22,00

Elizabeth. Romanzo dell'innaturale

Elizabeth. Romanzo dell'innaturale

Ken Greenhall

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2024

pagine: 173

A quattordici anni, Elizabeth Cuttner non si fa illusioni sul mondo e su sé stessa. Il suo sguardo ipertrofico coglie con compiaciuta esattezza dettagli raccapriccianti e miserie private di chi le è prossimo – ed è una condanna senza appello. Dopo la morte dei genitori, cui forse non è del tutto estranea, viene accolta dalla famiglia paterna in un’antica dimora coloniale a Manhattan, a ridosso del porto in disarmo, dove i vecchi edifici e i simboli della città si trasfigurano in vestigia gotiche che resistono all’avanzata dei grattacieli. Qui, in un’atmosfera impregnata di erotismo balthusiano, si consumano torbide relazioni e violenze spesso solo accennate, ma non per questo meno perturbanti, come la liaison venata di sadismo tra Elizabeth e lo zio James. Discendente diretta di una genìa di streghe, fornita di un piccolo ma efficiente armamentario di specchi, gatti, rospi, serpenti e incantesimi, oltre che di un fascino ambiguo e di una sapienza ancestrale, guidata dalle apparizioni di un’antenata che le svela i segreti dell’arte magica, Elizabeth eserciterà spietatamente i suoi poteri per procedere con freddezza verso un’affermazione di sé cui nulla e nessuno potrà resistere. Romanzo anomalo e innaturale, Elizabeth ci consegna un’eroina di raggelante sensualità, una Lolita gotica, cerebrale e sarcastica, che una prosa tagliente, allucinata ma del tutto razionale, rende straordinariamente verosimile.
18,00

Junky

Junky

William S. Burroughs

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2023

pagine: 256

Era dai tempi delle Confessioni di un mangiatore d’oppio di de Quincey che un cono di luce così livida, spietata, non cadeva sulla terra desolata battuta dal tossicodipendente. Burroughs, che tossicodipendente lo è stato a lungo, impenitente e irredento, cerca qui la nostra complicità, ci invita nel mondo criminale mettendo a nudo il nostro voyeurismo, ci attira, ci porta dove vuole finché siamo costretti a domandarci: da che parte stiamo? Dov’è la linea che separa legalità e criminalità? E prima ancora: chi è a tracciarla? Junky è l’unica storia trasparente di Burroughs, lucida, tesa, asciutta, anche se in queste confessioni si incontrano formule e immagini che per forza visionaria adombrano episodi e figure dei romanzi a venire. È come leggere due libri simultaneamente, l’uno insolitamente diretto per uno come lui, l’altro complesso, tortuoso, ingannevole. E le due maschere si danno di continuo e impercettibilmente il cambio sul volto sempre sfuggente, misterioso, magnetico dell’autore.
19,00

Nella carne

David Szalay

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2025

pagine: 330

È un cerchio perfetto la vita di István, che si dipana in un’alternanza di successi e disfatte sullo sfondo della storia europea degli ultimi quarant’anni. Dall’Ungheria a Londra e ritorno, dal crollo della Cortina di ferro alla pandemia, passando per la seconda guerra del Golfo e l’ingresso nell’Unione Europea dei Paesi dell’ex blocco sovietico, la sua è la parabola di un uomo in balìa di forze che non è in grado di controllare: non solo quelle all’opera sullo scacchiere politico del Vecchio Continente, che lo manovrano come un fantoccio, ma anche quelle – istintive – che ne governano la carne, spesso imprimendo svolte decisive alla sua esistenza. Tutto – i traumi e i lutti, i traguardi raggiunti e le potenziali soddisfazioni – lo lascia ugualmente impassibile, pronto a fronteggiare ogni accadimento, dal più fortunato al più tragico, con l’arma del suo laconico: «Okay». E forse è davvero questa l’unica ricetta per attraversare incolumi il tempo che ci è concesso in sorte: solcarlo senza illusioni, abbandonandosi alla corrente. Con questo romanzo David Szalay ci consegna un personaggio insieme magnetico e respingente, un discendente ideale della stirpe di Barry Lyndon e Meursault – e si conferma uno dei più singolari e ironici cantori del nostro acuto smarrimento.
20,00

Isotta

Irina Odoevceva

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2025

pagine: 224

Quando apparve a Parigi nel 1929, "Isotta" suscitò critiche e indignazione negli ambienti dell’emigrazione russa: troppo moderna, troppo «europea» la scrittura, tersa e senza fronzoli; troppo esplicite le allusioni alla sessualità degli adolescenti – da una prospettiva femminile, per di più; troppo fosca l’atmosfera che si respirava, e che gettava pesanti ombre su tutta la gioventù émigrée. Irina Odoevceva narra la storia di una quattordicenne, Liza, e della sua piccola cerchia: Nikolaj, il mefistofelico fratello che ne tiene le redini; Andrej, legato alla ragazza da un amore inquieto e autodistruttivo; e l’inglese Cromwell, rampollo di buona famiglia a sua volta perdutamente innamorato di Liza. Assediata da una profonda disgregazione sociale e familiare, la jeunesse dorée ritratta da Odoevceva oscilla tra una noia asfissiante e l’illusorio richiamo di una vita «folle, divertente e spudorata», fatta di alcol e notti senza fine nell’incanto avvelenato di Biarritz. Finché «il presagio di qualcosa di inevitabile e tremendo» che grava su queste burrascose esistenze non si materializza, quasi fosse già inscritto nel nome fittizio della protagonista. Rivisitazione modernista del mito arturiano, "Isotta" ci rivela una figura dimenticata della diaspora russa e quasi estranea alla sua letteratura, capace di raccontare con ineguagliabile acutezza, in queste pagine a un tempo morbose e delicate, il trauma lacerante dell’esilio, di ogni esilio.
19,00

L'era dell'Acquario

Fabio Bacà

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2025

pagine: 357

«Let the sunshine in», fa entrare la luce del sole, cantavano, nei remoti anni Sessanta, i protagonisti di Hair – e contro una nazione in guerra, ingozzata di «bugie mascherate da ideali», annunciavano il sorgere dell’era dell’Acquario, in cui ci sarebbero state «armonia e comprensione, tolleranza e verità». Quella in cui vive Chloe, la protagonista di questo turbinoso romanzo, è invece la luce abbagliante e ingannevole dei social – questo vasto acquario in cui ci affanniamo tutti a nuotare. Chloe, infatti, è diventata ricca e famosa vendendo la propria stupefacente bellezza e la propria intimità in filmati espliciti su OnlyFans a torme di munifici ammiratori. Paradossalmente, tuttavia – come in una versione contemporanea e disinibita della lettera rubata di Edgar Allan Poe –, lo ha fatto per nascondersi, per tentare di sfuggire alle ombre di un passato di cui non parla con nessuno – e nel fondo del quale ci sono una donna morta in un bosco, sotto una valanga di neve, e un uomo che, scampato alla morte in modo misterioso, sostiene di aver intravisto l’aldilà. Eppure, proprio nel momento in cui queste ombre si fanno più minacciose, la giovane donna che per anni è stata avvolta dallo scintillio del lusso e della mondanità scopre qualcosa che assomiglia alla dolcezza di una insperata armonia. Un’avventura, quella di Chloe, che si snoda attraverso successive rivelazioni, fino alla resa dei conti con un padre sospettato di un crimine infamante, in una sorta di percorso iniziatico nel quale il lettore verrà a sua volta trascinato dal virtuosismo narrativo di Bacà.
20,00

Ann d'Inghilterra

Julia Deck

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2025

pagine: 201

Una limpida domenica di aprile, Julia trova la madre riversa a terra nel suo appartamento di Tolbiac: un’emorragia cerebrale l’ha inchiodata lì, sul pavimento, per ventotto ore. È l’istante che ha sempre temuto, al punto da desiderarlo tenacemente, e che ora incombe su di lei, incontrollabile. Audace, combattiva, presenza costante eppure elusiva, oggetto di un amore non meno intenso che distruttivo, Ann, la madre inglese, ovunque e per tutti straniera, grava sulla sua vita con il peso di un enigma che sollecita e ferisce. Così, mentre combatte per strapparla a mortiferi centri geriatrici e a un destino che agli occhi dei medici è segnato – una vita da vegetale –, Julia ne ripercorre l’avventurosa storia di transfuga di classe, dalla nascita in una piccola località a quattrocento chilometri da Londra, trasformata da un colosso della chimica in un gigantesco complesso industriale, alla brillante carriera scolastica, coronata dalla laurea in Letteratura francese, alla conquista di una nuova identità in Francia, alla loro lunga convivenza, all’indomita vecchiaia. Una storia che, scandita da romanzi, film e canzoni, attraversa l’Europa, la Nouvelle Vague, gli Swinging Sixties, la deliziosa volgarità degli anni Ottanta, il grigiore degli anni Novanta, e che si rivela via via una quête sulle origini, sul mistero delle relazioni familiari – e il tentativo di medicare una dolorosa lesione. Alternando intrepida l’accorato diario di una figlia che si ritrova d’improvviso fra le mani la vita della madre e il romanzo, brioso e incalzante, di una donna sempre in fuga, Julia Deck è riuscita a creare un perfetto congegno narrativo: e a dimostrare che «le categorie di reale e di finzione non sono così distinte. Ed è all’incrocio di queste linee direttrici che sta la verità».
19,00

Biglietto di sola andata

Biglietto di sola andata

Muriel Spark

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2025

pagine: 106

Se la narrativa, il teatro e il cinema anglosassoni ci hanno abituato all’archetipo della zitella, non ci hanno mai, forse, consegnato un personaggio disturbante quanto Lise, la protagonista stranita e dolente di questo thriller metafisico, che sembra trascinare il lettore in una quest tanto insensata quanto ineludibile. Sovvertendo con abilità e prosaica freddezza lo schema del giallo, Muriel Spark ci svela in anticipo l’epilogo, spostando il mistero dagli eventi al motivo che li scatena, e nel farlo ci offre la raggelante esplorazione di una follia che precipita in una vertiginosa spirale. Soltanto alla fine si chiarirà l’oggetto della ricerca di Lise, e i segnali disseminati lungo la storia, in apparenza frutto di una mente incoerente, acquisteranno allora un senso, componendosi nella logica allucinata del delirio e dell’autodistruzione. Immersa in una luce livida, stridente come gli accostamenti cromatici prediletti da Lise, convulsa e claustrofobica insieme, questa crime story non potrà che stregare il lettore, ispirandogli pagina dopo pagina «paura e pietà, pietà e paura».
16,00

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