Al3vie: Collana Mare
Kate Chopin. Racconti con saggio e traduzione
Anna Maria Farabbi
Libro: Copertina morbida
editore: Al3vie
anno edizione: 2022
pagine: 300
Mettere a fuoco opere e personalità di eccellenza qualitativa, con potente originalità e forza eccentrica, eversiva, libera da canoni e retoriche è, lo credo fermamente, un dovere civile, politico, artistico. Nel corso dei miei studi, la mia attenzione si è concentrata prevalentemente su artiste che, nel corso dei secoli, hanno in modi diversi ma totalizzanti subìto ingiustizie di emarginazione, sottovalutazione, svalutazione, perfino cancellazione. Mai è un caso quando si verifica un atto di femminicidio intellettuale [...] Kate Chopin ha inciso il suo pennino nelle croste malate della quotidianità sociale e relazionale, soprattutto nelle carie della comunità, in quelle radici che precludono alla donna diritti e opportunità. anna maria farabbi
Louise Michel è che il potere è maledetto e per questo io sono anarchica
Libro: Libro in brossura
editore: Al3vie
anno edizione: 2021
pagine: 178
In questo libro la poeta Anna Maria Farabbi, curatrice dell’opera, presenta un ritratto completo di Louise Michel, della sua personalità, di tutta la sua estensione artistica, del suo pensiero, della sua scrittura: la narrativa, le poesie e i carteggi con Victor Hugo e la madre. Louise Michel (Vroncourt-la-Côte, Haute-Marne, 1830 – Marsiglia, 1905). Figlia illegittima, viene educata dai nonni paterni, in una famiglia della piccola nobiltà terriera, ai valori dell’illuminismo tra Voltaire e Rousseau. Dal 1850 è in rapporto epistolare con Victor Hugo, “maestro” al quale invia le proprie poesie. Istitutrice dal 1852, nel 1856 si trasferisce a Parigi dove apre una propria scuola nel 1865, sviluppando una didattica laica e liberale, ed entrando in rapporto con gli ambienti rivoluzionari repubblicani. Nel 1871 partecipa come infermiera e combattente alla Comune; arrestata e incarcerata, nel 1873 è deportata in Nuova Caledonia: durante i quattro mesi del viaggio diventa anarchica. Nella colonia penale riprende il suo mestiere di istitutrice e stabilisce rapporti con la popolazione indigena dei Canachi.