Aracne: Dialogoi. Medievalia
La poesia oggettiva nella letteratura catalana medievale
Anna Maria Compagna, Michela Letizia, Nuria Puigdevall Bafaluy
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2019
pagine: 344
Se esiste una storia della poesia amorosa, il mutamento e la variazione ne determinano i molti fili conduttori. Questa antologia ne mette a fuoco uno: l'oggettività della prospettiva. I testi catalani scelti e tradotti permettono di osservare come la lirica dei trovatori trovi una sua riformulazione nel realismo della produzione letteraria della Corona d'Aragona, attraverso dialoghi ed elementi narrativi che contestualizzano il discorso poetico inserendosi nelle sue forme metriche, nella sua struttura e nei suoi contenuti. Una nota informativa, a mo' di postfazione, è dedicata alla tradizione manoscritta delle poesie raccolte, ai loro canzonieri e al canone letterario che si determina per i secoli successivi.
Lo scettro deposto. Santità penitenziale e potere regale nella tradizione agiografica italo-portoghese di Isabel de Aragão «rainha santa» del Portogallo
Luca Capannolo
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2017
pagine: 428
Presentazione di Giulia Lanciani.
Cavalleria. Fra realtà e letteratura nel Quattrocento
Martín de Riquer
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2014
pagine: 336
Cavalleria. Fra realtà e letteratura nel Quattrocento è un libro del 1970 che conserva, come tutte le narrazioni riqueriane, intatte la forza e la grazia di una scrittura che ricostruisce il passato come se si trattasse di una cronaca di attualità. Il libro è attuale per lo stile, ma anche per la lezione di metodo: perché ci invita a leggere la grande letteratura agli albori della modernità, nell'enigmatico Quattrocento, come lo definiva Zumthor, nel suo indissolubile legame con la vita vissuta dei personaggi di storie che furono vere, mentre diventavano letterarie. Il libro è attuale anche per i contenuti, in quanto ci ricorda che in principio sono gli Eroi e che gli stessi, successivamente, meritano la conversione in figure sghimbesce, parodiche, come nel Tirant o più aspramente ne La Celestina, prefigurando, così, il geniale capolavoro cervantino, il Quijote.