Argo: L'opera di Ernesto De Martino
Dal laboratorio del «Mondo magico». Carteggio 1940-1943
Ernesto De Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Argo
anno edizione: 2007
pagine: 166
Etnografia del tarantismo pugliese. I materiali della spedizione nel Salento del 1959
Ernesto De Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Argo
anno edizione: 2010
pagine: 480
La ricostruzione di come de Martino faceva ricerca, di quelle che erano non solo le tecniche e le pratiche, ma altresì lo stile e l'ethos del lavoro di terreno che si faceva con Lui e sotto la sua guida, questa ricostruzione credo sia specificamente utile. Se nel 1986 la ritenevo necessaria per decostruire lo stereotipo che mi sembrava si fosse sovrapposto alla figura di de Martino etnografo, oggi che quello stereotipo è stato demolito definitivamente, l'analisi delle pratiche di ricerca di colui che è stato anche un grande maestro dell'etnografia può avere una importante funzione correttiva per l'autobiografismo estetizzante e in definitiva narcisistico che permea spesso la pratica etnografica contemporanea, frutto di letture "facili" della critica dell'autorialità e delle teorie interpretativiste in antropologia. Agli antipodi di ogni pratica "facile", sul campo de Martino era e pretendeva che i suoi collaboratori fossero in primo luogo rigorosi: nei comportamenti, negli approcci, nell'uso degli strumenti di rilevazione, nel rispetto degli impegni presi, nel lavoro di riordino dei materiali raccolti. Questo rigore era sentito come un dovere a cui non si poteva derogare giacché, insieme all'impegno intellettuale, era garanzia della qualità scientifica, ma anche etic politica, del lavoro che si stava facendo.
La ricerca sui guaritori e la loro clientela
Ernesto De Martino
Libro: Libro in brossura
editore: Argo
anno edizione: 2008
pagine: 421
Nel maggio 1957 Ernesto de Martino effettua un "sondaggio esplorativo" in Lucania per studiare i maciari nei loro rapporti con il tessuto culturale dell'ambiente. La novità di questo "sondaggio" è il suo carattere interdisciplinare che vede affiancati all'etnologo un medico igienista (Mario Pitzurra) e un parapsicologo e psicanalista (Emilio Servadio) coadiuvati da un fotografo (Ando Gilardi). Centrale è l'interrogarsi sui significati di un "guarire" che fonderebbe la sua realtà e trarrebbe la sua efficacia dal vissuto individuale di esperienze simboliche condivise. Rimasti in buona parte inediti, i materiali sono qui corredati da un consistente apparato critico.