DeltaEdit: Memento
«Finalmente salvo!...». Memorie di un ebreo polacco sopravvissuto a 11 lager nazisti
Ariel Yahalomi
Libro: Libro in brossura
editore: DeltaEdit
anno edizione: 2015
pagine: 168
Nell'estate del 1946 Artur Dimant veniva rilasciato dal campo di detenzione britannico di Atlít, in Palestina, con un permesso di soggiorno nel Paese. Quel fatto segnava la conclusione definitiva del continuo sballottaggio da un campo di lavoro (e poi di concentramento) ad un altro, che l'autore di queste memorie aveva dovuto sopportare, riuscendovi per fortuna, nei territori del Reich, a cominciare da Auenrode (autunno 1940), attraverso Auschwitz-Birkenau (autunno 1943) fino a Bergen-Belsen: dodici campi in tutto. Ma la situazione nel nuovo Paese non era poi molto diversa. Infatti, quando nel 1948 ebbe termine il mandato britannico e fu proclamato lo Stato d'Israele, immediatamente vi fecero irruzione gli Arabi di Palestina e gli eserciti di tutti gli stati arabi confinanti. Artur Dimant diviene cittadino israeliano e traduce in ebraico il suo nome e cognome: Ariel Yahalomi. "I Tedeschi avevano cercato di distruggermi. In Palestina non cambiava molto, anche se adesso imbracciavo un'arma per difendermi. Ero appena uscito da una situazione disperata ed eccomi finito in un'altra simile, di nuovo a rischio altissimo. Ancora la guerra, e tutto lo scempio che essa comporta".
Piste di lacrime. Siberia e ritorno
Aurelia Raszkiewicz
Libro: Libro in brossura
editore: DeltaEdit
anno edizione: 2015
pagine: 152
"Il racconto di Aurelia prende avvio con una descrizione dai toni aulici della città natia, Pinsk, un luogo che rimarrà per sempre nel cuore e nella memoria dell'autrice... Da questa magnifica cittadina abitata da Polacchi, Ebrei, Armeni, Ucraini, gente di diversa provenienza culturale ma accomunati dall'atteggiamento cordiale e da 'uno spiccato senso dell'ospitalità', in una gelida notte del 1940, Aurelia è strappata al calore e alla sicurezza della sua casa dai soldati sovietici e, insieme ai fratellini e ai nonni, caricata su carri bestiame è condotta in Siberia... Per la giovane Aurelia si spalanca un inferno di tormenti, privazioni, malattie e sofferenze accelera bruscamente quel processo di maturazione umana che, in condizioni normali, avrebbe richiesto anni e anni di tempo... Le pagine che seguono ricche di fascino, di descrizioni accurate di luoghi geografici e spazi temporali diversi l'uno dall'altro, conducono il lettore con un linguaggio semplice, privo di orpelli letterari, a conoscere una tragedia immane che non si può dimenticare." (Cosí scriveva nel 2013 Giorgia Greco nella sua recensione delle memorie di Aurelia Raszkiewicz)
1951. Resoconto da Parigi. Una voce dai Gulag, sempre soffocata dai «suoi»
Julij Borissovic Margolin
Libro: Libro in brossura
editore: DeltaEdit
anno edizione: 2013
pagine: 216
Nell'immediato dopoguerra, Norimberga processava gli ideologi della "superominità", i pianificatori del Reich Millenario, gli artefici della razza pura che avrebbe dominato il mondo. I popoli europei tiravano un sospiro di sollievo dopo l'immane incubo per un buco nero nella propria storia. In quel preciso clima, il 27 dicembre 1946, con l'articolo-appello Il caso Berger, un uomo dava corpo all'invocazione d'aiuto di milioni di esseri umani, ancora prigionieri in campi di concentramento di uno dei Paesi vincitori, l'Unione Sovietica. Con decenni d'anticipo rispetto a Solzenitsyn e a Salamov, Julij Borissovic Margolin rivelava l'esistenza dei Gulag, sia per mezzo della sua penna sia con la personale testimonianza: New York, alle Nazioni Unite nel 1950; Parigi, al processo David Rousset-Lettres Françaises, nel 1950-51; Bombay, al Congresso Mondiale degli Operatori Culturali nel 1951. Ma in casa, in Israele, non lo ascoltavano, e nel resto del mondo, salvo rarissime eccezioni, l'autore resta ancora oggi un illustre sconosciuto.