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Una visione del tempo surreale, liberatoria dalle circostanze. Una natura sempre presente e in contatto con la protagonista, una Penelope che si abbandona per ritrovarsi. Evasione, ricerca, avventura, riflessione sono la stesura in un contesto aleatorio e volutamente tiepido, ripercorre istanze marginali ed esistenziali. La realtà magnifica e vibrante vissuta nella coscienza come strumento per conoscersi.

Con il romanzo “L’albero di gelso” l’autore ci trasporta con la fantasia a metà del secolo appena trascorso. Le vicende prendono spunto da alcuni fatti non realmente accaduti, ruotano attorno ai componenti d’una modesta famiglia, forse la stessa famiglia dell’autore (il padre, infatti, era realmente un dipendente delle Ferrovie dello Stato), e si svolgono intorno agli anni ’50 dello scorso secolo in un piccolo paese della Sicilia, tra le campagne circostanti e la vicina stazione ferroviaria. Non tutti i personaggi, però, sono destinati a restare entro i confini della propria terra, così il cuore, il lavoro e le scelte personali conducono alcuni di essi verso altre terre, verso altri luoghi, fuori dall’amata, aspra e soleggiata isola. Tale è la storia che coinvolge un giovane maestro che, raggiunta l’accogliente, viva e mai doma città di Napoli, viene proiettato verso altre realtà, altri quotidiani problemi, e portato a maturare e a crescere attraverso nuove esperienze di vita.

Le leve che muovono l'attività umana sono la ricerca della libertà, la generosità, l'amore e la riconoscenza? Oppure l'odio, l'invidia, la superbia, la lussuria e l'avidità di denaro e potere? Peccati che riscontriamo attorno a noi, che spesso accendono violenza, malaffare e sopraffazione. Così, chi è sensibile, cresciuto nell'educazione cattolica, si trova a navigare in un mare di peccati, sopportandone il peso e provandone dolore. Sullo sfondo del boom economico degli anni 50, una famiglia benestante viene travolta dalle conseguenze di una disgrazia che ne segnerà il destino. Gennaro, protagonista impotente di fronte ai peccati che lo circondano, dopo anni di silenzi e depistaggi si inoltra in un labirinto di ipocrisia alla ricerca della verità.

Un viaggio interiore in cui l'autore con le sue riflessioni indica una strada da percorrere. Analizza il momento storico nel quale viviamo, le guerre, il denaro speso in armi, il trapasso, il mondo dell'aldilà, le scoperte della scienza a uso e consumo di pochi. Un libro di ottanta pagine intense, concetti semplici, ma proprio per la loro semplicità immediatamente percepibili. Un ammaestramento per l'evoluzione dell'anima e del mondo.

La storia è reale, ricavata da un fatto realmente accaduto, degna di essere raccontata, e che possa colpire il cuore di ciascun lettore e che sia di morale e d'insegnamento a tutti gli adolescenti.

"Fin dall’infanzia, ricordo che sempre mi è piaciuto avere un diario personale dove scrivere le mie cose segrete. Poi l’adolescenza con i primi sentimenti, gli approcci, i sogni ad occhi aperti, le attrazioni verso il sesso opposto, gli amori che li sconvolgono e che senti il bisogno di raccontare: a chi, se non riempire le pagine di un diario? Che poi nascondi gelosamente, perché nessuno possa impadronirsene e leggerlo. Oggi, quel tempo ormai lontano, è passato ed ha portato via le emozioni, le gioie, i dolori e non ho più il diario ma è su questo quaderno, che è un quaderno speciale, le cui pagine verranno riempite dai miei pensieri, donna che ha bisogno di un amico fidato che sappia ascoltare in silenzio la voce della mia anima, del mio cuore."

Un tunnel segreto, una casa sotterranea, una statuina Maya riemergono da un passato millenario. Un'archeologa si trova coinvolta in un mistero che porterà ad un tesoro ed al riscatto di una vita, la cui presenza in Europa, riscriverà la storia della scoperta dell'America.

Tra ghiaccio e bicchieri presenta 21 racconti tra storia, mito e fantasia immersi nel mondo della mixology, scavando fino alle radici. Una lettura che porterà a un piacere miscelato dove i segni che i protagonisti portano addosso sono rappresentati da accese sfumature di colore, sintomi di passioni sopite e abbraccio dei sensi. Un viaggio nel tempo, di bicchiere in bicchiere, pronto ad appagare gradevolmente il palato e dissetare l'immaginario.

La felicità è reale, tangibile e in mano nostra. È congenita, implicita al nostro stesso esistere. È una dimensione d'essere esclusivamente interiore, libera da vincoli e condizioni, che si manifesta come un semplice stato di pura energia vitale positiva. Ogni essere la persegue, rincorrendola sempre e ovunque, a volte confondendola con le gratificazioni esterne. Noi la perseguiamo per la via più facile: seguendo a ritroso l'impulso del nostro desiderio fino alla profondità fondamentale del sé. Ed è là che troviamo la felicità: duratura, stabile, definitiva. È un viaggio agevole e una località vicina, essendo dentro di noi. Il libro è un manuale di deprogrammazione e riprogrammazione, vita consapevole e presenza, che rivela dapprima la chiave suprema di felicità, per poi addentrarsi nelle tematiche fondamentali correlate, come la mappa di realtà, l'inversione immediata, i desideri, la coscienza collettiva, le giustificazioni, fino alle tecniche specifiche, comprensioni ed informazioni atte a consolidare lo stato d'animo base da personificare nel nostro cammino di vita, quello della felicità. Attenzione: Il virus della felicità infetta questo libro. Potrebbe essere contagioso.

Poesie e pensieri che svolazzano nell’aria e si depositano sui fogli. Microracconti da leggere nel tempo di un morso, che narrano situazioni quotidiane, a volte estreme e surreali, viste con occhi e cuore al femminile, sono qui riuniti, raccolti da fogli sparsi e quaderni scritti nel corso degli anni. Filo conduttore è l’Amore nella sua accezione più ampia e l’invito a non abbandonarsi mai allo sconforto, per ognuno di noi c’è sempre un sorriso.

Inizio anni Ottanta: Agro Pontino. Diego Vitali è un cronista d’assalto. Fa casualmente amicizia con Roldano Innocenti il quale, poco dopo, diviene l’uomo di fiducia dell’onorevole Susanna Giusti, meglio conosciuta con l’appellativo di Vergine di ferro, che la dice lunga sul suo contegno e sul suo abituale modo di essere. I tre protagonisti, anagraficamente ancora intrisi dell’esuberanza giovanile, vengono piacevolmente coinvolti nelle iniziative di tempo libero di un consolidato gruppo di amici. Le responsabilità dell’età matura non sminuiscono il loro desiderio di sano divertimento e di burle spassose, viste comunque nell’ottica del rispetto reciproco e della sacralità dell’amicizia… Ma non tutte le favole si prestano, obbligatoriamente, ad un lieto fine.