Il Cielo Stellato

Una raccolta di poesie, prose e immagini racchiuse in quattro Stanze, alla ricerca di una ricchezza interiore tutta da esplorare. La raccolta di Marisa Colmegna è infatti anche un libro autobiografico in cui spesso i versi hanno un alto calore sentimentale, scaturiti da ricordi e ferite ancora sensibili. Come dice l’autrice "...espormi, anche poco, a volte tantissimo per me, esorcizza la paura del giudizio mio e degli altri. Mi permette di conoscere la nuova me stessa, conservando la mia vitale inclinazione ad aprirmi allo stupore e all’immaginazione".

L’io narrante ama rifugiarsi presso un fiume sognato e provare a liberare la mente, ispirato dalle fluide acque del rivo che come pensieri ormai liberi da crucci navigano verso un mare di realtà. Ironia della sorte, non ci riuscirà e, involontariamente, durante le sue passeggiate ora riflessive e tormentate, ora goderecce e spensierate, si ritroverà a raccontare a se stesso episodi di una vita vissuta nel tentativo di superarsi e andare oltre i propri limiti in una persistente non accettazione di sé. Ogni attimo, ogni istante è letto dal protagonista come occasione di crescita, con l’inevitabile rischio di non godersi a pieno la vita. “Quando troverò la pace?”, si chiederà al cospetto di un fiume lento e rasserenante, offrendo una chiave di lettura a questo romanzo di formazione in cui la parola “accettazione” può essere intesa come viatico per la serenità e la crescita personale.

"Imparo ad affrontare i problemi della vita osservandoli in termini di soluzione, perché è inutile andare alla ricerca del colpevole. Pensare in modo razionale al fatto che le cose avvengano realmente secondo una casistica matematica, per cui tutto ha una cadenza spazio temporale, consente di non avere timore del futuro. In un’ottica illuminista, credo sostanzialmente nel puro e razionale ragionamento giustificato dalle dimostrazioni della fisica, della matematica, scientificamente provata e studiata dagli scienziati e dai tecnici. La sfortuna non esiste". L’opera che il Lettore si appresta a leggere propone uno stile narrativo che alterna prosa e versi. Tale scelta è meditata e non casuale e finalizzata in ogni caso a far emergere un vissuto che in quanto tale è sì particolare, ma tende all’universale.

Dieci capitoli per dieci personaggi. Dieci storie, che potrebbero essere considerate indipendenti, ma i cui protagonisti entrano in relazione con un’intensità sempre maggiore fino all’incontro dell’ultimo capitolo che svela la vera natura di un intreccio che va oltre la mera esperienza terrena di ciascuno. Dieci storie che formano un’unica storia, un romanzo. Dieci vite che però hanno in sé altre vite, spiriti che continuano a vivere in loro almeno nel senso di una finalità comune, un telos esistenziale che si preoccupa di mantenere coeso il tessuto di una realtà sempre minacciato dalla miopia umana. La casa è il luogo sicuro, è la Patria del cuore, è l’eremo dello Spirito dove si può trovare coscienza di sé e del proprio ruolo nel Mondo prima di affrontare le sfide della Vita. Tutti hanno un ruolo da interpretare, a volte viene imposto altre volte si è fortunati e lo si può scegliere, fosse anche quello di osservatore. La felicità potrebbe essere trovare i binari lungo i quali far evolvere il proprio Viaggio.

A quasi trent’anni, Lavinia non sta vivendo la vita che aveva sognato. L’unica cosa che sembra andare per il verso giusto è il lavoro di farmacista, che svolge con passione. Il suo amore per l’arte Galenica coinciderà con una grande svolta nella sua vita, tuttavia un fulmine a ciel sereno è pronto ad abbattersi su di lei, costringendola a riflettere sul senso dell’esistenza, su ciò che nella vita è davvero importante e su quello che serve per essere felici.

Che cos’è Borganza? Domanda legittima che porta a divagazioni di vario genere. Intanto Borganza è un luogo, ma questo non deve farci pensare ad un’ambientazione geografica precisa. Borganza è ogni luogo dal quale, ciascuno di noi, ha avuto origine, dove risiedono quei ricordi sfocati e dolci dei tempi felici della nostra giovinezza. Ventisette racconti che illustrano un’epoca, ormai perduta nella velocità dei nostri tempi ipertecnologici, un viaggio alla scoperta del come, un gruppo di “Elfi di Borganza”, vedessero il mondo intorno a loro cambiare, per l’età che progrediva e per il futuro che si avvicinava. Fantasia e ricordo uniti insieme da un sorriso che aleggerà sul volto per tutto il tempo della lettura. Cassetti della memoria che si riaprono e ci mostrano le meraviglie della nostra Borganza personale, ovunque essa si trovi.

Che cosa intendiamo con la parola “perdono”? Il concetto sembra chiaro, ma ad un’analisi più approfondita occorre distinguere il perdono, quello reale, da alcuni concetti che gli somigliano, ma che perdono non sono. Questo saggio analizza dal punto di vista filosofico e morale il perdono e i suoi succedanei - la scusa, l’oblio, l’amnistia, la clemenza e la grazia - e si propone di chiarire se il perdono debba essere considerato totalmente incondizionale o richieda invece condizioni minime che ne garantiscano l’effettiva possibilità e autenticità. Si cercherà di mostrare come possa esistere un divario tra ciò che l’essere umano fa e ciò che l’essere umano è e come attraverso il perdono si possa distinguere nel colpevole la sua azione dalla complessa umanità che lo costituisce, e al contempo il reo, riconoscendo il proprio peccato, può dare inizio ad un nuovo corso di eventi, nella speranza di recuperare una vita aperta al futuro.

La malattia di un figlio, l’amore e la natura nei suoi molteplici aspetti sono alcuni dei luoghi principali che va a scovare e in cui si rifugia la poesia di Flavio Vacchetta, fra giochi di parole e la costante ricerca di un senso - per aspera ad astra, dalle difficoltà a una nuova, auspicabile speranza.

Il Medioevo, definito il secolo buio, per certi aspetti è istato illuminato da alcuni filosofi dell’epoca che hanno avuto il merito e il coraggio di affrontare il tema della povertà, non solo all’interno di una concezione fideistica dell’esistenza ma anche razionale, dove fides et ratio generano saggezza anche per le autorità civili che, per la prima volta in Europa allargano le loro competenze verso i poveri, non solo in un’ottica di mantenimento dell’ordine pubblico, ma anche di prevenzione e promozione di migliori condizioni di vita. Oggi come allora, il numero dei poveri è sempre in aumento. La beneficenza privata non basta, soprattutto in un Paese come l’Italia che da anni ha dimenticato di sviluppare validi programmi di politica industriale in ottemperanza all’art. 1 della Costituzione. Quali risposte può e deve dare il decisore pubblico davanti al fenomeno della povertà assoluta e delle nuove povertà che colpiscono gruppi sociali, fino a qualche anno fa al riparo da richieste di assistenza o di inclusione sociale? Il libro prova a mettere ordine su un tema delicato con lo scopo di formare nel lettore un giudizio che tenga conto della complessità dei fattori in gioco.

Tina e Angelo De Micheli vivono da sempre a Saronno, dove per molti anni hanno gestito la storica panetteria di famiglia "Nuovo Forno De Micheli Angelo". Avviata dal nonno nel 1863, la panetteria non è però la sola arte in cui si siano contraddistinti: i fratelli De Micheli, infatti, sono stati premiati e riconosciuti anche per meriti umanitari. Un tuffo nella tradizione, culinaria e non solo, è ciò che il libro propone, intrecciandosi con le vicende personali di chi negli anni li ha conosciuti da vicino.