Il Quadrante
Il mistero della roccaforte dei Rosacroce
Paolo Battistel
Libro: Libro in brossura
editore: Il Quadrante
anno edizione: 2016
pagine: 90
La storia dell'Europa moderna è attraversata da leggende radicate nella tradizione e nella religione. Una di quelle più intriganti ha per protagonista l'Ordine dei Rosacroce, legato ai Templari e, più in generale, alle alterne vicende della millenaria storia della Chiesa. Paolo Battistel, mitologo e cultore del mistero, porta qui alla luce un'oscura vicenda risalente al 1720 l'arresto per stregoneria dell'abate Gio Paolo Carino da parte della Santa Inquisizione, avvenuto in un piccolo paese montano del Piemonte, Balme - e svela un oscuro intreccio di temi e destini con gli affreschi presenti nella vicina roccaforte del Ruciàss, costruita dal "Ljinch", il potente signore locale, alla fine del XVI secolo. Questo personaggio - una sorta di re della val d'Ala - sarebbe entrato in possesso del leggendario tesoro dei Templari e avrebbe praticato una religione misterica, avversata dalla Chiesa, di cui gli affreschi della roccaforte conserverebbero una ricca simbologia. L'analisi in particolare dell'affresco meglio conservato, La decapitazione di San Giovanni, suscita interrogativi nuovi sul culto di Bafometto e sulla figura della Maddalena. Come dimostra la documentazione fotografica contenuta nel volume, nell'affresco ci sono troppi simboli legati ai Rosacroce perché si possa pensare a un caso: ma allora, è lecito chiedersi, che cosa portò la misteriosa società iniziatica tra le montagne piemontesi? E poi: chi era veramente Gio Paolo Carino? Prefazione di Enrica Perucchietti.
Torino. Il Teatro Regio
Clelia Parvopassu
Libro: Libro in brossura
editore: Il Quadrante
anno edizione: 2016
pagine: 106
Sin dalla sua fondazione, nel 1740, il Teatro Regio di Torino si collocò ai più alti livelli nel circuito internazionale delle capitali della musica, in un'epoca in cui l'opera, diffusa in tutte le corti europee, costituiva la più nobile forma di spettacolo. Ma la sua storia è anche intimamente legata a quella di Torino e del nostro Paese: teatro di corte prima, "Teatro Nazionale", "Grand Théâtre des Arts", "Théâtre Imperial" negli anni della Rivoluzione francese e dell'Impero napoleonico, e infine "teatro della città", il Regio ha rispecchiato vicende e umori di quasi trecento anni di vita italiana. Ne sono prova, forse effimera ma assai rivelatrice, gli spettacoli allestiti per celebrare i momenti salienti della vita politica, dalle nozze dei regnanti alle feste repubblicane e imperiali, sino alle "accademie di ginnastica" d'epoca fascista. Allo stesso tempo, parallela e intrecciata a quella del Regio, si svolgeva la storia della musica e della fruizione di uno spettacolo che, in forme e modi differenti, non ha mai smesso di affascinare il pubblico.
Torino. Il Castello del Valentino
Costanza Roggero Bardelli
Libro: Libro in brossura
editore: Il Quadrante
anno edizione: 2016
pagine: 79
Il castello del Valentino è un luogo caro alla memoria dei torinesi e ancora oggi è meta di passeggiate nel parco che lo circonda. Taluni lo conoscono come insigne monumento architettonico, ma i più ignorano la complessità delle sue vicende costruttive e i numerosi cambiamenti nella proprietà e nell'uso di cui fu oggetto. In origine villa fluviale dei Savoia - durante quella fase cinquecentesca che soltanto ora è possibile apprezzare nelle sue linee essenziali -, poi residenza di Cristina di Francia, quindi sede di istituti pubblici e militari, di esposizioni industriali e infine del Politecnico, il castello del Valentino ci appare come uno specchio della città che cresce e si trasforma in un peculiare intreccio di tradizioni aristocratiche, ricerca scientifica e moderno spirito d'impresa.
Torino. Via Roma
Luciano Re, Giovanni Sessa
Libro: Libro in brossura
editore: Il Quadrante
anno edizione: 2015
pagine: 140
Quando si parli della via Roma attuale non è raro incontrare a Torino una cert'aria di sufficienza, e un velato rimpianto per il passato, al più noto soltanto da qualche fotografia. È un vezzo cittadino ricordare con nostalgia il "vecchio" non appena il "nuovo" si sia incaricato di renderlo tale, in questo caso acuito dall'essere la "nuova" via Roma opera di regime, e anzi opera con cui il regime fascista intese illustrarsi e riuscì a tramandarsi. Eppure la rinascita della via negli anni '30 meriterebbe diversa considerazione: se non altro perché fu l'esito di uno fra gli ultimi e più importanti interventi urbanistici compiuti in città e forse più ancora per quel complesso intreccio di ispirazioni e aspirazioni che, soprattutto nella progettazione e costruzione del secondo tratto, si rivelò forte e determinante, riunendo istanze genuinamente moderniste con altre più prevedibilmente classiciste e passatiste. La storia di via Roma è così, in questo senso, esemplare di una certa fase della ricerca architettonica italiana, e forse della nostra cultura in generale, sorpresa in mezzo a un guado da cui - anche dopo l'ingloriosa fine del ventennio - avrebbe non poco faticato a uscire.
Torino 1880. Racconto di una città
Edmondo De Amicis
Libro: Copertina morbida
editore: Il Quadrante
anno edizione: 2015
pagine: 64
Chi confrontasse la Torino di Edmondo De Amicis e quella d'oggi, non tarderebbe a riconoscervi uno stesso paesaggio di lunghe vie dritte, di larghe alberate, di architetture austere. Difficilmente, però, saprebbe istituire un rapporto tra le legioni di sartine, di ufficiali, di borghesi pieni di decoro descritte dallo scrittore e la folla variopinta della città attuale, di cui è impossibile indovinare origine e condizione. Eppure, scavando sotto una superficie tanto diversa, non è forse impossibile ritrovare uno stile di vita assai simile, fatto di ritrosia, di rigore, di attaccamento al dovere quotidiano e di pervicace ostilità verso ogni genere di ostentazione, fosse anche quella della virtù. Da queste pagine lontane si affaccia, insomma, un ritratto non effimero di una grande "provincia" cosmopolita.
Guida ai cortili di Torino
Paolo Cornaglia
Libro: Libro in brossura
editore: Il Quadrante
anno edizione: 2015
pagine: 145
Se i cortili di Roma sono caratterizzati dalle fontane o dai reperti archeologici che li adornano e quelli di Milano dalla ripetuta soluzione dei portici a colonne architravate; se i cortili di Napoli si distinguono per le grandi scale barocche poste a fondale e quelli di Genova per i giardini e i ninfei legati alla particolare orografia del luogo, i cortili di Torino sono essenzialmente fattori urbani e non semplici elementi propri di ogni palazzo. È un carattere che Charles Nicolas Cochin, artista e viaggiatore francese a Torino nel 1749, coglie con precisione: "Il fondo del cortile, che si vede dalla strada, è sempre decorato architettonicamente, sovente secondo un gusto teatrale". Pensati in diretto rapporto con lo spazio pubblico, aperti allo sguardo del passante e ornamento della città, i cortili di Torino si caratterizzano quindi per una specificità legata al procedere pianificato degli ampliamenti urbanistici. Paolo Cornaglia individua fra le strade più belle del centro storico alcuni percorsi che tengono conto sia delle fasi di sviluppo urbanistico cittadino sia di una caratterizzazione tipologica e funzionale dei vari edifici, consapevole che un cortile rappresenta spesso un fondale che, incorniciato dalle aperture, dischiude una prospettiva sapiente e inusuale.
In fondo a destra. Una meditazione sulla fragilità umana
Oddone Camerana
Libro: Copertina morbida
editore: Il Quadrante
anno edizione: 2015
pagine: 59
"In fondo a destra" è un divertissement e una meditazione sulla fragilità umana. Servendosi dello schema narrativo delle guide cittadine, ne propone in questo caso una torinese, specializzata in toelètte, bagni e servizi igienici. Guida "urbana e sentimentale" - "per il soccorso emotivo oltre che pratico offerto a chi soffre di attacchi di ansia e di smarrimento, se non di panico, all'idea di non sapere dove trovare un bagno nei dintorni" -, utile a chi ha problemi urinari o prostatici e deve organizzare i propri spostamenti cittadini secondo itinerari prestabiliti, questo trattatello semiserio è anche l'occasione per riflessioni, moralities e considerazioni di varia natura.