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“Non posso tollerare altra unica vera realtà che l’individuo-io, dio del proprio mondo, generatore dei propri valori, zenit coassiale, ora e sempre turbine di sè stesso, appropriatore ossequente dei dir-veri dell’Homoteismo” (Demian Planitzer). "Io ho riposto la mia causa sul nulla (Max Stirner). “Heidegger tace sempre su Stirner. Eppure Heidegger è il più grande teorico del nichilismo. E Stirner è un grumo purissimo di nichilismo. Il silenzio di Heidegger cita un altro silenzio su Stirner: quello di Nietzsche” (Roberto Calasso). “Solo chi ha plagiato la mia opera ha assunto fama, mentre di me non rimane che un ritratto in punto di morte, un ritratto scomparso, si intende” (Michele Miguidi).

Ricordare per tramandare, per fare memoria in un mondo diventato sempre più sfuggevole, sempre più apparente e superficiale. Mantenere fede alla parola data di non disperdere il lavoro e l’impegno, per la dedizione dei dirigenti sindacali pavesi alla CGIL. Per chi ha contribuito all’affermazione dei diritti sindacali per i lavoratori e non solo, ma, anche, e soprattutto, per quei cittadini che da soli non sono in grado di affrontare il tumultuoso progresso. Perché il progresso spesso travolge i cittadini anziché aiutarli. Questo volume raccoglie il contributo di chi ha voluto ricordare la prematura scomparsa di due dirigenti della CGIL pavese, Giovanni Torlaschi e Giancarlo Barbarossa, che hanno militato nella Camera del Lavoro pavese e che hanno chiuso il loro impegno sindacale nello SPI, il sindacato dei pensionati della CGIL.

Questo lavoro inizia con le emozionanti lettere dal fronte, senza commenti storici, perché questo non è un libro di storia; ho cercato di dare voce ai nostri soldati che con le loro semplici parole raccontavano la loro guerra, le paure vissute quando erano lontano dai cari con il timore di non poterli riabbracciare. Ho presentato la guerra attraverso i documenti e le foto che molti famigliari mi avevano dato in questi anni, mentre con la mente tornavano indietro e raccontavano… Le foto dei nostri andati al fronte, quelli morti e quelli che erano tornati, ma anche tante foto dei soldati matriciani, arruolati, pronti e disponibili a partire per servire la Patria. Ho voluto presentare la guerra attraverso i racconti delle donne, di chi era rimasto in paese, senza più un sostegno morale e un aiuto, fatto anche di braccia, perché il marito o il figlio era lontano e aveva vissuto sulla propria pelle, non le ferite materiali, inflitte con i fucili, ma le sofferenze morali, la solitudine, l’angoscia. E apprendevo che la guerra non era stata fatta solo dagli uomini, ma anche dalle donne che li avevano dovuti sostituire in casa, nei campi dimostrando di aver vinto la loro battaglia della vita.

Vi siete mai domandati da quando il mondo è mondo noi chi siamo? Questo non è un romanzo, ma un percorso per veder dentro noi stessi, per capire profondamene chi siamo e perché siamo. Una profonda indagine dove si suggeriscono temi sul vissuto e trovare una serie di risposte che per alcuni potrebbero essere un invito ad ascoltarsi e a scoprirsi, ovvero prendersi cura di se stessi. Per questi temi si è ascoltata l’esperienza di un monaco zen che ha vissuto per anni a contatto con alcuni dei più grandi maestri Zen della nostra epoca. A tutti buona lettura e, per non complicarsi la vita, ricordatevi di essere leggeri.