Fondaz. Museo Storico Trentino: Scritture culture società
Le baracche di Katzenau (1915-1918) spazi di prigionia, spazi di narrazione
Nicole Cucit
Libro: Libro in brossura
editore: Fondaz. Museo Storico Trentino
anno edizione: 2025
pagine: 360
Dopo l’entrata in guerra del Regno d’Italia accanto alle potenze dell’Intesa nel maggio del 1915, a Katzenau (Linz, Austria) vennero internati individui asburgici di nazionalità italiana sospettati di attività irredentistiche o di spionaggio. Assieme a loro, nel campo si trovavano civili provenienti dal Regno d’Italia e da altre potenze in guerra con l’Impero austro-ungarico. Il racconto della loro prigionia è giunto sino a noi attraverso fonti autonarrative, poesie, canzoni e, non da ultimo, il periodico umoristico "La Baracca". Il presente volume esamina parte di questi scritti da una prospettiva storico-culturale e letteraria, utilizzando come punto di partenza lo spazio di prigionia in cui nacquero: la baracca.
In guerra con le parole. Il primo conflitto mondiale dalle testimonianze scritte alla memoria multimediale
Libro
editore: Fondaz. Museo Storico Trentino
anno edizione: 2018
pagine: 789
Sviluppato lungo un preciso percorso che parte dalle testimonianze scritte dei combattenti e arriva alla memoria multimediale, il volume intreccia questioni metodologiche e nuove prospettive della comunicazione-divulgazione legate alla public history. I numerosi contributi raccolti definiscono semanticamente lo spazio occupato e il ruolo svolto dalla scrittura durante la prima guerra mondiale e analizzano l'uso pubblico delle testimonianze per la costruzione del mito della guerra. Ne emergono così i processi culturali e storiografici che hanno trasformato le scritture e le immagini fotografiche di guerra da monumenti a fonti per la storia di un conflitto.
Francesco Gottardi. Memoria della prigionia e del ritorno, 1915-1919
Libro
editore: Fondaz. Museo Storico Trentino
anno edizione: 2018
pagine: 263
La ragione delle parole. Idee e retoriche in dieci discorsi di oratori trentini (1855-1915)
Alessandro Morelli, Federico Premi
Libro
editore: Fondaz. Museo Storico Trentino
anno edizione: 2017
pagine: 244
Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo il dibattito per una nuova e diversa socialità – dal punto di vista emotivo, politico e identitario – torna prepotentemente a occupare l’agorà, il discorso pubblico e l’oratoria anche in un contesto come quello trentino spesso considerato refrattario e ostile al discorso persuasivo e di cittadinanza. La parola urlata in piazza o portata in assemblea diventa qui convincente promotrice di azione e di lotta, elemento di unità e condivisione, di rottura ed emancipazione, di scelte giuste e sbagliate. Discorsi nelle scuole, al cimitero, nel partito, in associazione, in piazza davanti a un monumento per una potente e autorevole presa di parola che ha cambiato le sorti del Trentino.
Russia 1942-1943. Diario di guerra
Carlo Hendel
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Fondaz. Museo Storico Trentino
anno edizione: 2011
pagine: 143
Scrive Adriano Sofri nel suo commento al libro: "Grazie a circostanze di privata amicizia lessi il diario del sottotenente Carlo Hendel, tenuto così a lungo in un cassetto - più di sessant'anni - e fui colpito, profano come sono di quel capitolo storico, dal doppio tono del testo. Che, scritto senza artificio e con vivacità, e senza altra destinazione se non personale e famigliare, si apriva su un registro scanzonato e quasi futile, accompagnato da un amore da tempi di pace, e lo teneva fin dentro l'arrivo al fronte vero della guerra e alle sue giornate senza storia, per precipitare all'improvviso nella tragedia. In questo stridente trapasso si potrebbe leggere una inconsapevolezza o una superficialità del ventenne autore del diario e di tanti suoi compagni di ventura, e si sbaglierebbe di grosso. Il sottotenente Hendel è un ennesimo della lunga fila che va dal giovane Fabrizio del Dongo a Waterloo, ai soldati e ai cavalli di Tolstoj e al bambinello Useppe della Storia di Elsa Morante, che capitano dentro la guerra e non la vedono, perché non c'è da vedere se non l'insensatezza e l'orrore. Il lavoro di morte: come lo chiama ora Carlo Hendel".