Franco Angeli: Culture artistiche del Medioevo
Bisanzio e l'Europa. Attualità di un passato
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2025
pagine: 176
Frutto del convegno omonimo, tenutosi a Napoli nel dicembre 2022, questo volume, attraverso l'apporto di alcuni specialisti nello studio dei diversi aspetti degli studi bizantini, propone una riflessione a 360° su quanto, dell'apparentemente esotico e remoto mondo dell'Impero d'Oriente - di cui oggi la maggior parte delle persone fatica anche a riconoscere il posizionamento all'interno delle carte geografiche -, sia ancora rintracciabile nella cultura europea moderna e contemporanea. L'idea è quella di rendere Bisanzio meno lontana da noi e, anche, di comprendere come alcuni fenomeni geopolitici dell'oggi siano meglio leggibili se abbiamo chiaro quanto l'Impero, che ebbe Costantinopoli come capitale, abbia seminato, soprattutto (ma non esclusivamente) in diverse regioni dell'Europa centro-orientale. Negli oggetti che narrano la cultura, la spiritualità, le prospettive geopolitiche dell'Impero che noi oggi chiamiamo "bizantino" e il quadro complessivo che essi ricompongono si possono leggere i prodromi e le concause di molti dei problemi che affliggono l'Europa di oggi, ma anche molte delle premesse concettuali alla base del funzionamento dello Stato occidentale moderno. Solo che tutti questi fattori restano mimetizzati ad un primo e superficiale sguardo rivolto ad oggetti che sembrano piuttosto i relitti sì affascinanti e splendidi, ma in fondo testimoni di un mondo che sembra sepolto dai marosi della storia e di cui resta ben poco a galleggiare sulla superficie del presente. È perciò fondamentale dissipare la patina di "vecchio" che ricopre il mondo di Bisanzio e permettere di decodificarne - a dispetto della sua antichità - l'attualità delle storie che esso ci racconta, alcune legate a fenomeni molto evidenti di fronte ai nostri occhi, altre invece in grado di dipanare dei fili rossi che talora emergono e talora s'inabissano, nelle quali tuttavia riconosciamo molto bene tratti fondamentali del mondo che ancora oggi ci circonda e a cui sentiamo di appartenere.
Il reimpiego della scultura altomedievale in Toscana. Riuso, pseudospolia e arcaismo tra XI e XIII secolo
Gianluigi Viscione
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2024
pagine: 266
"In agendis siquidem huiusmodi, apprime de convenientia et cohaerentia antiqui et novi operis sollicitusSuger, abate di Saint-Denis, Libellus alter de consecratione ecclesiae Sancti Dionysii," 2. Tutto ciò non fa altro che dimostrare come opere dell'Altomedioevo esercitino un indubbio fascino in termini estetici e talvolta siano vere e proprie fonti d'ispirazione artistica. In più, un simile successo non può che presupporre anche l'esistenza di un gusto e di un pubblico che apprezza il decorativismo astratto altomedievale, malgrado dalla nostra prospettiva di moderna e post-rinascimentale venerazione della Classicità possa sembrarci apparentemente impossibile. In Toscana, tutto questo sembra avvenire non solo ma con maggior frequenza tra XI e buona parte del XII secolo, prima dell'assoluto prevalere come linea vincente del naturalismo di derivazione classica che già a queste date muove i suoi primi passi. Gli studi sul fenomeno del reimpiego, e più estesamente del recupero, dell'Antico nel Medioevo si sono finora prevalentemente concentrati sul ricorso a elementi scultorei dell'Antichità greco-romana. Tuttavia, benché in misura minore, alcuni cantieri architettonici d'età romanica talvolta impiegano in modo esibito frammenti provenienti da arredi liturgici realizzati tra VIII e IX secolo. Accanto a reali episodi di riuso, è possibile, inoltre, riconoscere casi dipseudospolia, cioè sculture che si fingono elementi di recupero tentando di apparire più antiche e parte di un insieme scomposto in realtà mai esistito. Oltre all'esibizione dispolia autentici o solo apparenti, incontriamo infine sculture e decorazioni architettoniche vivacemente arcaizzanti che recuperano retrospettivamente stilemi e soluzioni altomedievali, rielaborandoli con grande libertà e fantasia. Una simile casistica viene ripercorsa, per la prima volta in questo studio, considerando una serie di edifici romanici della Toscana, affascinati a vario titolo dall'astrattismo altomedievale. L'analisi stilistico-formale dei frammenti scultorei e dei contesti architettonici entro cui si trovano reinseriti, unita all'impiego di fonti storiche e archeologiche, permettono, nella più totale assenza di documentazione che ne dia ragione, di tratteggiare per tale scelta culturale una pluralità di possibili motivazioni di volta in volta estetiche, politico-istituzionali e religiose.
Oltre Bisanzio. Le illustrazioni dei manoscritti italogreci della Biblioteca Marciana di Venezia
Francesco Lovino
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2024
pagine: 168
Fra i territori dell'Impero bizantino, i manoscritti realizzati in Italia meridionale e in Sicilia rappresentano il gruppo più noto e riconoscibile, grazie a una serie di peculiarità paleografiche e codicologiche rispetto alla produzione di Costantinopoli e delle altre province. Gli studi sulla tradizione manoscritta italogreca non hanno però riservato la stessa attenzione all'apparato ornamentale di questi codici, spesso trascurati o descritti solo fuggevolmente. Questo volume prova a ribaltare la consueta prospettiva da cui si osservano i codici, indagando le decorazioni ornamentali e le illustrazioni di sei manoscritti conservati alla Biblioteca Marciana di Venezia, frutto del dono del cardinal Bessarione alla cittàquasi alterum Byzantium, e dunque unica degna di conservare memoria della cultura bizantina dopo la traumatica caduta di Costantinopoli del 1453. Dall'incontro fra monachesimo greco e monachesimo benedettino fra Calabria, Campania e Lazio nel X e XI secolo alla Palermo di Ruggero II e all'uso politico dell'arte bizantina, fino alla resistenza ellenofona nel Salento angioino del tardo Duecento, la storia dell'ornamentazione dei manoscritti italogreci diviene un riflesso della storia culturale delle comunità greche in Italia meridionale e in Sicilia lungo tutto il corso del Medioevo. Gli avvenimenti sconvolgenti determinati dalla caduta di Costantinopoli spinsero Bessarione a raccogliere codici di tutti i generi, assai diversi tra loro, mosso dall'urgenza di salvare il più alto numero di opere della sua patria morente: "se i Greci dovessero sopravvivere in una qualsiasi parte del mondo e potessero vedere tempi migliori (...) allora io vorrei essere sicuro che ci fosse un posto dove potessero ritrovare, integra e custodita in luogo sicuro, la loro voce", scriveva il cardinale al suo copista Michele Apostolis nel 1453. "Questo volume nasce da quello spirito particolare di collezionismo, pressato da una urgenza conservativa di sopravvivenza. Del patrimonio bessarioneo assai celebrato da eruditi e contemporanei di tutto il mondo, i manoscritti studiati da Francesco Lovino formano un piccolocorpus di storia dell'illustrazione italogreca, dal X al XIII secolo, nell'Italia meridionale e in Sicilia." (dal saggio «Venezia versus Bisanzio, Venezia quasi alterum Byzantium», di Giovanna Valenzano)
La cattedrale medievale di Catania. Un cantiere normanno nella contea di Sicilia
Tancredi Bella
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2023
La costruzione della cattedrale normanna di Catania, allo stesso tempo chiesa abbaziale di una nuova fondazione monastica benedettina in Sicilia, si inserisce nel quadro della conquista normanna del sud Italia. Concepito come centro religioso e militare, il possente edificio venne fondato alla fine del secolo XI, per committenza del gran conte Ruggero d’Altavilla, che nel 1091 chiamò dalla Calabria il monaco bretone Angerio, da lui nominato abate e poi divenuto vescovo di Catania. La cattedrale dovette essere interamente costruita entro il primo trentennio del XII secolo, ma i terremoti del 1169 e soprattutto del 1693 causarono ingenti danni al complesso architettonico, che venne riedificato nel XVIII secolo, mantenendo le porzioni normanne sopravvissute: le absidi, il transetto con le strutture annesse nonché alcuni tratti dei muri perimetrali e della facciata. L’ausilio di documentazione archivistica inedita e di nuove campagne di indagini e rilievi architettonici permette oggi di riesaminare la complessa articolazione e le funzioni degli spazi medievali e di prendere coscienza delle molteplici sperimentazioni planivolumetriche e delle sofisticate innovazioni costruttive, adottate in un cantiere che fu internazionale per vocazione. Alla luce della correlazione con altre cattedrali normanne, in Sicilia e nel contesto transalpino e mediterraneo, è possibile tratteggiare l’assetto della cattedrale di Catania delle origini, un edificio prestigioso e monumentale, che quello attuale, nel contesto urbanistico della Catania settecentesca, racconta solo in parte. Con prefazione di Francesco Gandolfo.
Actum Ticini. Ricerche sull'alto medioevo pavese
Libro: Copertina morbida
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2021
pagine: 296
Scelta dai longobardi all'inizio del VII secolo come capitale del loro regno, Pavia gode, in virtù di questo status ma anche di un'ubicazione favorevole nel contesto geografico padano, di una condizione di floridezza economica e di grande prestigio per tutto l'alto medioevo. La distruzione del palatium reale nel 1024 coincide con l'inarrestabile ascesa della rivale Milano, destinata all'egemonia regionale nei secoli successivi. Nella Pavia di età comunale, pur splendida per straordinarie basiliche romaniche e poi sede di importanti insediamenti mendicanti, si avvia così una sorta di ripiegamento nella memoria di un passato glorioso, che diventerà discorso politico per i Visconti, i quali all'eredità longobarda legheranno le loro ambizioni "regie". Una tradizione entro cui si colloca anche la fondazione dell'Ateneo, uno dei grandi promotori della costruzione di quella memoria idealizzata. Una recente fortunata mostra dal titolo I Longobardi. Un popolo che cambia la storia, realizzata dai Musei Civici di Pavia, ha rappresentato uno snodo importante ai fini di una rinnovata attenzione pubblica per l'inestimabile tesoro artistico e culturale della città, trasmesso dalla sua storia altomedievale e regia. L'occasione ha permesso di tornare a interrogarsi su come implementare la conoscenza e gestire il recupero di un patrimonio tutt'oggi non adeguatamente valorizzato. La mostra è stata anche uno sprone, per l'Università di Pavia, per riflettere sul ruolo giocato, ieri come oggi, nella costruzione di una lunga tradizione di studi sui vari aspetti dell'alto medioevo pavese. I saggi contenuti nel presente volume offrono una panoramica dello stato della ricerca, e rilevanti novità critiche nei più disparati campi, dalla poesia epigrafica, alla storia del diritto, dal documento all'arte e all'archeologia, dalla cultura letteraria al tema, centrale nella storia di Pavia, della memoria moderna del passato regio.
L'architettura dei frati minori in Lombardia
Filippo Gemelli
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
Una vicenda emblematica della storia di un Ordine, quello dei frati minori, che tra XIII e XIV secolo fu in continua tensione fra l’originaria vocazione evangelica e la tentazione istituzionale. A partire da un’attenta ricostruzione della complessa storia architettonica del perduto convento milanese di San Francesco, e attraverso l’analisi di altri tre casi-studio – i conventi di Brescia, Cremona e Pavia –, il volume indaga una possibile “via lombarda” nella ricerca e nell’elaborazione di quell’identità architettonica minoritica che ancora oggi si fatica a distinguere all’interno della famiglia mendicante.