Giuffrè: Saggi di diritto commerciale. NS
Revocatoria ordinaria e concorso dei creditori
Pompili Mattia
Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2025
pagine: VI-263
Il saggio, prendendo le mosse dal nesso, logico e normativo, che lega indissolubilmente l'azione revocatoria ordinaria e la garanzia patrimoniale, si propone di ricostruire la prima in via autonoma tanto dal diritto di credito, quanto dall'atto, quanto, infine, dall'esecuzione forzata, dai quali si è invece soliti, più o meno consapevolmente, intraprendere l'analisi di tale istituto: al fine di individuarne, in generale, la relativa funzione e il corrispondente funzionamento. L'individuazione nella funzione di conservazione della garanzia patrimoniale del tratto tipologico della revocatoria ordinaria, che allora essa deve continuare a svolgere anche una volta inserita nel sistema revocatorio concorsuale, consente di affrontare sotto una luce inedita i numerosi e delicati problemi, teorici ed applicativi, che questa eventualità continua a sollevare: nel tentativo di rilanciare un dibattito che ormai langue in una fase di stanca, e forse proprio in ragione della sostanziale incomunicabilità tra le diverse posizioni, e con l'auspicio di offrire una complessiva ricostruzione del sistema revocatorio concorsuale e del rapporto tra ciascuno degli strumenti in cui esso si articola.
Intelligenza artificiale nell'impresa
Pacileo Francesco
Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2025
pagine: XV-314
Il libro si focalizza su una possibile qualificazione dogmatica riguardo ad alcuni problemi connessi all'impresa (organizzata in forma di s.p.a.) che utilizza sistemi di intelligenza artificiale (IA) per l'esercizio della propria attività, tra cui l'efficacia dei contratti “algoritmici” e la responsabilità per danni da malfunzionamento dei sistemi di IA. A tal proposito, anche l'impresa è una black box e una organizzazione “artificiale” e ciò ha dato luogo a un interessante dibattito dottrinale a metà del secolo scorso, che ricorda il dibattito odierno sulla natura giuridica dei sistemi di IA. Tale similitudine porta a interrogarsi sulla possibilità di inquadrare giuridicamente i sistemi di IA alla stregua di un'organizzazione tecnologica che delinei criteri di imputazione degli effetti e di ripartizione di responsabilità (come avvenuto per l'impresa), e ciò anche nell'ambito dell'organizzazione e dell'attività “spersonalizzate” d'impresa. Immaginando allora un'impresa azionaria come deployer nella catena di valore dell'IA, si può ragionare in termini (i) di imputazione all'impresa della volontà e della conoscenza dei contratti “algoritmici” inerenti all'attività d'impresa, assimilando i sistemi di IA agli ausiliari dell'imprenditore; (ii) di eventuale attribuzione all'imprenditore della responsabilità da rischio d'impresa; (iii) di eventuale attribuzione agli amministratori di s.p.a. di una responsabilità per colpa, con protezione della business judgement rule in caso di adeguatezza degli assetti imprenditoriali e societari.
La revoca dalla quotazione per volontà dell'emittente
Marco Sagliocca
Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2024
pagine: VII-210
Lo scritto propone una riflessione sulle ipotesi di cessazione della quotazione per volontà dell'emittente, con particolare riferimento al fenomeno del delisting c.d. “puro”, solo apparentemente trascurato dal legislatore e da tempo oggetto di un dibattito dottrinale che, alla luce del crescente trend di uscita dai mercati regolamentati, risulta quanto mai attuale. L'elaborato fornisce una ricostruzione sistematica del fenomeno, inquadrando le diverse fattispecie di cessazione della quotazione all'interno di una tassonomia ben definita, che ruota intorno alla contrapposizione tra delisting involontario, esclusiva conseguenza di un provvedimento assunto dal gestore del mercato, e delisting avviato su iniziativa dell'emittente medesimo. L'analisi si concentra dunque sulla ratio delle norme in materia, approfondendo le esigenze di tutela sottese, con particolare riferimento ai processi di delisting puro, concludendo in senso positivo circa la sua ammissibilità, affrontandone i rilevanti profili tecnico-giuridici e valorizzandone i possibili meriti da un punto di vista pratico. Infine, lo scritto si conclude con una ricostruzione comparatistica del fenomeno negli ordinamenti britannico, tedesco e francese.
Diritto alla due diligence e doveri degli amministratori
Antonio Morello
Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2023
pagine: VIII-216
In vista del trasferimento di partecipazioni significative in società di capitali è normale svolgere la così detta due diligence: nessuno dubita della razionalità economica della due diligence come pure della sua conformità ai principi del diritto comune dei contratti, rappresentando una prassi che asseconda l'interesse all'informativa precontrattuale delle due parti in trattativa. Tuttavia, collocandosi nella prospettiva del diritto societario, la due diligence presenta profili di peculiare problematicità: nella considerazione del nostro ordinamento dati e documenti oggetto di due diligence non appartengono al socio che “vende” ma alla società, essendo peraltro dovere degli amministratori mantenerli riservati, tanto nelle società azionarie quanto, sia pure in diversa misura, in quelle a responsabilità limitata. Si pone allora una fondamentale questione che consiste nel chiedersi se l'ordinamento offre sufficienti argomenti per riconoscere al socio un diritto alla due diligence e in capo agli amministratori un dovere di collaborazione informativa. Lo studio indica una possibile risposta spiegando quali sono le operazioni di trasferimento di partecipazioni sociali in corrispondenza delle quali l'interesse del socio all'informazione assume, alla luce della causa concreta di quelle operazioni e quindi in via di eccezione, carattere preminente rispetto all'interesse sociale alla riservatezza. Delineati i presupposti fondativi del diritto alla due diligence, lo studio analizza alcuni rilevanti profili applicativi del diritto alla due diligence e in particolare: se tale diritto possa essere attribuito e regolamentato dallo statuto; in quali casi, accanto all'interesse del socio, sussiste un interesse anche della società alla due diligence; di quali strumenti il socio potrebbe valersi per tutelare, anche in via d'urgenza, il proprio diritto alla due diligence (quando sussistente); quali sono i possibili contenuti della decisione degli amministratori in merito alla richiesta di due diligence; se quella decisione deve essere motivata e verbalizzata; e, infine, quali sono i profili di responsabilità degli amministratori nei confronti della società, del socio disponente e del potenziale acquirente per i danni da questi subiti in caso di mancato o non corretto adempimento del dovere di collaborazione informativa.