goWare: Tavola rotonda

Gli occhi dei bambini, si sa, spesso vedono le cose in modi del tutto inaspettati. Vi piacerebbe provare a vedere Milano durante gli anni del fascismo, della guerra, dell'armistizio, della Repubblica di Salò e della Liberazione attraverso lo sguardo di un bambino? Quelli che compongono questo romanzo sono i ricordi vividi dell'autore, di quando abitava in centro città, frequentava l'Istituto Gonzaga e il cielo era attraversato dalle sirene anti aereo. Molti eventi, anche drammatici, passano davanti agli occhi di quel bambino, e poi del ragazzo che si avvicina all'adolescenza, vengono visti con la serena consapevolezza di essere in qualche modo intoccabile, protetto dalla salda struttura familiare. Due famiglie, in realtà, quella del padre, un napoletano ben inserito nella realtà milanese, attento a non scoprire il suo ruolo di antifascista defilato, e l'ampia famiglia della madre, i Reichlin, variamente legata all'antifascismo, al fascismo, e al Partito Comunista.

Non era ancora un adolescente. Rimase molto colpito dalla violenza della lotta armata. In particolare dalla sua invadente, angosciante, presenza nella vita quotidiana delle persone comuni. Si era sempre chiesto chi davvero fossero i terroristi. Erano eroi romantici o criminali comuni? Da dove venivano? Chi erano queste persone? Si sapeva che erano ragazzi molto giovani. Le loro foto segnaletiche rafforzavano la sua curiosità di sapere quali vite ci fossero realmente dietro. Se queste persone avessero le stesse preoccupazioni, insicurezze e inadeguatezze dei ragazzi “normali”. Sì! Lo credeva. Nonostante la loro azione fosse stata feroce e inaccettabile. Nel tentativo di dare una risposta a quella domanda di quando era bambino, l’autore ha immaginato una storia che non narra di fatti realmente accaduti o di persone veramente esistite, ma racconta un amore “armato”, profondamente sentito.

Il racconto leggero e divertente di storie, che si intersecano e sostanzialmente non comunicano, di tre amici trascinati dallo scorrere della vita, come gocce d’acqua nel grande fiume. Lando che scopre gli attacchi di panico e rincorre improbabili rimedi, Ornello che accetta con serenità male e bene, gioie e dolori, Attilio avvocato per diletto, sciupafemmine per professione. Filosofia, religione, qualunquismo, disgrazie, malanni, mogli e amanti, in un rimescolamento perpetuo di vicende tragicamente comiche. Un’occasione per sorridere e anche per riflettere con ironia sul senso della vita e sul destino dell’uomo di oggi.

Le sottili strategie di cinque commissari che devono decretare i vincitori di un concorso a cattedra universitaria: una storia vista da dentro e raccontata da un addetto ai lavori.

Descritti con feroce ironia e insieme con patetica tenerezza c’è colui che fissa ostinatamente una parete forse per perforarla con la forza della mente, colui che cerca l’autocoscienza esponendo ai fulmini i maiali, colui che applica gli schemi della fisica della materia per abbattere un cipresso, colui che sceglie solo i raccomandati perché quella di farsi raccomandare è una qualità eccelsa, colui che viceversa affigge in bacheca tutte le raccomandazioni ricevute, e c’è Giusper il giustiziere perverso che danneggia le autovetture nel parcheggio. Una galleria esilarante di personaggi che vivono in un mondo che non c’è: l’università.

Dal misterioso autore de "L'immobiliarista", il secondo volume della serie "#AmmazzaVip", storie brevi narrate tramite attimi, immagini, personaggi del contemporaneo. Racconti accomunati dal rincorrersi nell'universo neorealista creato dall'autore, fatto di rimandi, collegamenti, episodi ricostruiti da più punti di vista; chi ha letto il primo volume, troverà sviluppi inattesi di situazioni già chiuse, ma solo apparentemente: oggi che la realtà è finzione, niente è come sembra. Chi non ha mai letto una riga dell'autore, invece, potrebbe amare gli sfondi noir, la critica sociale, il sarcasmo esistenzialista o anche odiare tutto ciò che di vero racconta. Non importa, si tratta solo di finzioni narrative svolte come riprese da una telecamera, attimo per attimo, frame dopo frame. Anche se è già tutto andato in onda, ciò che conta è intrattenere.

Dall'autore de "L'immobiliarista", una nuova storia fatta di attimi, di immagini del contemporaneo. Una storia che è fatta di tante storie. Vere o false che siano, ciò che importa è che raccontino. In questo libro c'è molto di surreale, perché il surreale ha in sé tutti gli elementi del sognare. E sognare e narrare sono la stessa cosa, fanno la stessa cosa: intrattengono. Finzioni narrative come se fossero create con una telecamera, frame dopo frame, per la televisione. Questa è l'era del voyeur: anche i libri si lasciano guardare piuttosto che leggere. Guardate questo libro come uno dei tanti programmi che escono dal teleschermo e non preoccupatevi, di sicuro tutto è già andato in onda.