Il Portolano: Uomini e armi
Il sole e il fango. Il contributo militare canadese nella campagna d'Italia (1943-1944)
Roberto Maccarini
Libro: Libro in brossura
editore: Il Portolano
anno edizione: 2017
pagine: 244
Fra quelli che vennero definiti, secondo un'infelice battuta di un politico inglese, gli imboscati del D-Day, cioè quelli che non sbarcarono in Normandia, ma combatterono in Italia tra il 1943 e il 1945, vi furono anche i più di 93.000 soldati canadesi arruolatisi volontari fin dallo scoppio delle ostilità nel settembre del 1939. Il loro contributo alla vittoria finale che scacciò dalla nostra penisola l'occupante tedesco e sconfisse definitivamente il fascismo fu determinante, al pari ovviamente di tutti gli altri uomini provenienti da un grandissimo numero di paesi (Australia, Nuova Zelanda, Polonia, Marocco, Francia, India Britannica, Sudafrica, Grecia, Siria, Palestina, Belgio, Cecoslovacchia oltre ovviamente a Gran Bretagna e Stati Uniti) impegnati in questa complessa e ostica campagna militare che fu comunque solo una parte di quell'immensa tragedia della Seconda guerra mondiale.
Masone nella grande guerra. Dalla piccola alla grande storia
Piero Ottonello
Libro: Libro in brossura
editore: Il Portolano
anno edizione: 2016
pagine: 112
Tomaso Pastorino, detto “il lungo”, è morto dissanguato sull'Isonzo per l’asportazione traumatica di ambedue le gambe. A Pietro Macciò le schegge di granata hanno squarciato il torace, così come a Gio. Batta Ottonello, che aveva solo diciannove anni. La fame e la dissenteria hanno consumato Carlo Macciò e Luigi Ottonello nei campi di prigionia di Boemia e Ungheria. Sono le storie, non tutte, dei caduti di Masone nella Grande Guerra. Novantuno storie individuali che, insieme ad altre 680.000, fanno la storia collettiva di una “strage inutile”, secondo la calzante definizione che, della Prima guerra mondiale, diede il papa Benedetto XV, pegliese di nascita, il quale montagne e contadini dell’entroterra ben conosceva. Storie che, in comune, non hanno avuto soltanto l’epilogo tragico, ma anche tanti momenti vissuti sotto il cielo di un paese montanino, bello soprattutto d’estate, ma talmente povero da costringere, già prima della guerra, almeno un quarto delle famiglie dei caduti ad andarsene lontano in cerca di una terra meno ostile e di una sorte meno grama.
Giacomo Nespolo e la Campagna d'Etiopia. Diario di un ovadese
Libro
editore: Il Portolano
anno edizione: 2016
pagine: 104
Giacomo Nespolo, nato a Ovada nel 1911, come tanti italiani, di fronte alla “vittoria mutilata”, auspicava il riscatto della nazione e del suo prestigio. Egli aderì con convinzione al fascismo, al quale restò fedele fino alla sua morte. Quando il governo dichiarò guerra al negus si arruolò volontario nella Divisione “3 Gennaio” partendo con le truppe del IV Gruppo di Artiglieria dal porto di Napoli il 30 ottobre 1935 a bordo del piroscafo Conte Biancamano in un clima di trepidante attesa e di entusiasmo collettivo, diretto a Porto Said. Di questa esperienza tenne un diario dal carattere prevalentemente cronachistico e autobiografico, redatto con uno stile narrativo scarno ma efficace, che si arresta alla data del 7 ottobre 1936 e che, prima di morire, con la preghiera di ricopiarlo e pubblicarlo, consegnò all'amico fraterno, il professore Agostino Sciutto, docente di lettere classiche. L'opera vede ora la luce, in occasione dell'80° anniversario della conclusione della campagna d'Etiopia, arricchita da un suggestivo apparato iconografico che contribuisce a rendere ancora più interessanti le parole di un giovane soldato inviato a combattere l'ultima guerra coloniale dell'Italia.
La prima guerra mondiale. Una grande storia colletiva
Aldo Caterino
Libro: Copertina morbida
editore: Il Portolano
anno edizione: 2014
pagine: 224
A cavallo tra luglio e agosto del 1914, un mese dopo l'attentato di Sarajevo, con una reazione a catena di impressionante rapidità, l'Europa precipitò nella guerra più devastante che avesse mai conosciuto. L'abbiamo chiamata Prima guerra mondiale: "mondiale" perché coinvolse paesi di tutti i continenti, Oceania compresa, anche se l'Europa ne fu il cuore sanguinante; "prima", perché nessuna in precedenza aveva avuto questo carattere globale, e perché più tardi ce ne sarebbe stata una seconda di dimensioni addirittura superiori. Ma nella memoria collettiva, e anche nella storia, essa è stata riconosciuta come la Grande Guerra per eccellenza. Innanzitutto per le sue dimensioni quantitative, in termini di coinvolgimento delle popolazioni, di numero di combattenti, di prigionieri, di vittime. In secondo luogo, perché fu la prima a incorporare le più moderne tecnologie. Mai la scienza e la tecnica della società industriale, entrata nella sua seconda rivoluzione, erano state impiegate in maniera così sistematica in compiti di distruzione di massa.
La guerra civile americana. Storia del conflitto tra Nord e Sud
Roberto Maccarini
Libro: Copertina morbida
editore: Il Portolano
anno edizione: 2012
pagine: 232
La guerra civile americana fu ben più che una conseguenza della secessione, ben altrimenti causata dall'esigenza di eliminare il fenomeno della schiavitù. Gli Stati Uniti, dalla loro nascita, erano risultati ben altro che un organismo statale moderno; piuttosto, essi erano un conglomerato di Stati e di strutture sociali diverse e anche ostili tra loro. La guerra portò al crollo definitivo di quella classe aristocratica di grandi proprietari di schiavi che aveva sostanzialmente governato l'Unione per quasi mezzo secolo e alla nascita dello Stato nazionale moderno; e, come tutte le rivoluzioni nazionali del XIX secolo, fu fatta "col ferro e col sangue". Ma la rivoluzione industriale fece sì che il conflitto americano fosse anche la prima, terribile "guerra industriale" della storia, la prima guerra dell'età contemporanea cui altre, più sanguinose e tremende, dovevano seguire. Questo agile libro costituisce dunque un'utile introduzione sia per chi intenda veramente dedicarsi a uno studio serio della Guerra Civile Americana, sia per coloro i quali ne desiderino una conoscenza per sommi capi.