Libri di A. Soddu (cur.)
Ricordi di Sardegna. Orune nel cuore e nella storia
Mariuccia Gattu Soddu
Libro: Copertina morbida
editore: Ass. Cult. TraccePerLaMeta
anno edizione: 2014
pagine: 112
Persone e personaggi che fanno di questo libro un romanzo corale se non fosse per le confidenze familiari che l'autrice regala al lettore. Preziose, uniche e profonde, le confidenze di una donna classe 1936, "testimone attendibile di alcune delle situazioni, ovviamente di quelle cronologicamente più recenti, venutesi a creare nel mio paese dagli anni Trenta in poi". Quando Carlo Levi non aveva ancora messo piede a Orune. Quando anche Orune, come il resto del vasto mondo, subiva gli anni del Fascismo e della guerra. Intere parti sono pensate e scritte tutte in orunese doc, patrimonio di una cultura, di una mentalità, di un mondo, agropastorale e arcaico, ricco di storia e tradizioni. È la cultura di un popolo di contadini, pastori, poeti, tenores ed emigranti. Orune era e resta il paese del vento, del vento che fischia, del vento che suona, del vento che carezza, vento che schiaffeggia. Non a caso Ricordi di Sardegna: Orune nel cuore e nella storia è un libro ibrido, un saggio che saggio non è, un romanzo anche se non è romanzo, ma anche antologia poetica, una raccolta di versi come pure di racconti firmati da questa donna che ha iniziato a "giocare" con la letteratura in lingua sarda "soltanto" nel 1993.
Il condaghe di San Pietro di Silki
Libro
editore: Ilisso
anno edizione: 2013
pagine: 464
Le prime testimonianze letterarie di una lingua, quella sarda, che affidava la sua sopravvivenza essenzialmente alla trasmissione orale, sono contenute nei condaghi. Preziosi manoscritti su pergamena rilegati in schede sovrapposte, quindi arrotolate attorno ad un bastone, in greco, kontákion, archiviavano inventari e annotazioni di vario genere relativi ad atti notarili e giudiziari, permute, commerci, contese patrimoniali con il proposito di certificare e definire i possedimenti di istituzioni ecclesiastiche o comunità religiose. Di indiscussa importanza filologica e storico-politica, i condaghi, specchio della vita delle grandi basiliche sarde del Medioevo, da cui prendono il nome, sono andati per la maggior parte perduti. Quello di San Pietro di Silki riflette la vita dell'omonimo cenobio benedettino fondato a Sassari nel 1065.