Libri di R. Panattoni (cur.)
Sovrapposizioni. Memoria, trasparenze, accostamenti
Libro: Copertina morbida
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2016
pagine: 196
L'immagine: presente e passato, vita e morte, trasparenza e opacità. La sua esistenza, il suo prendere forma sono dovuti innanzitutto alla luce, elemento all'origine della vita; ciò nonostante è sempre stata associata all'esperienza della morte, alla permanenza di ciò che è stato. Eppure ogni immagine si sovrappone a un'altra, come un istante di un processo dinamico: non è mai sola, ma dietro, accanto, prima, dopo, altre immagini si affacciano, si fondono, complicano e arricchiscono la nostra visione, creando un nodo che coinvolge i ricordi, il loro rifiuto, la loro presenza, i nostri fantasmi. Le immagini rivelano una loro persistenza, non tanto una sopravvivenza, quanto una vera e propria vita postuma, che ci accompagna, ci incontra, ci sorprende perché quella singola immagine era già lì, ad aspettarci, come una memoria a venire. René Clair, Marcel Duchamp, Georges Perec, Fernand Deligny, W.S. Sebald, Tacita Dean, Gianlikian e Ricci Lucchi, e oltre: altrettanti modi di rendere la carica temporale delle immagini, le persistenze a esse legate, le vibrazioni e le sovraimpressioni.
Not straight. Documento, piega, inganno
Libro: Copertina morbida
editore: Moretti & Vitali
anno edizione: 2015
pagine: 143
Il primo volume di Imm', intitolato "Not straight. Documento, piega, inganno", introduce il percorso che si intende disegnare con la collana: l'immagine è un fenomeno complesso, non è solo documento, rappresentazione, testimonianza, ma lascia intravedere, deforma, porta al limite, svela uno sguardo, presenta un enigma; richiede così un supplemento di attenzione sia alle sue opacità, ripetizioni, che ai suoi raggiri, alle sue finzioni. Partiamo da questo tipo e idea di immagine, erede del travaglio intellettuale e artistico del XX secolo, "not straight" appunto, in un senso tutto da indagare. Ci chiediamo che cosa è cambiato e quale concezione dell'immagine risponde meglio all'oggi. Questioni di fondo, per cominciare proprio dall'inizio. Chi non è interessato a tutto questo oggi? Chi ha ancora paura della "contemporaneità"? Chi ha paura di non essere "a fuoco"? "Not straight" significa allora qui non puro, non diretto, non tutto a fuoco, non evidente, perché allo "straight" non si contrappone lo sfocato, il contorto, l'incerto, ma l'attenzione alla differenza, allo scarto tra ciò che lo sguardo intende e ciò che dell'immagine ci riguarda.