Meltemi: Biblioteca/estetica e culture visuali
Il mito profanato. Dall'epifania del divino alla favola mediatica
Fulvio Carmagnola
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2017
pagine: 270
Quali sono la posizione e il ruolo del mito nelle culture mediatizzate e globalizzate del presente? L'ipotesi è che sia possibile leggere il mito come formazione dell'Immaginario: nelle sue manifestazioni attuali, l'Immaginario è una fabbrica o una macchina anonima di produzione del sentire - del mito ci si emoziona - svincolata dalla trasmissione dei racconti che fondano una comunità sociale o instaurano senso, secondo una definizione condivisa dagli antropologi. Dunque che ne è del mito oggi, quando "gli dei, i templi, i preti, le feste, i giochi, i poeti, i pensatori, il re, il consiglio degli anziani, l'assemblea popolare, l'esercito e le navi" (Heidegger) hanno smesso di essere un modello capace di fare legame ma non cessano di esercitare una forma di potere nella modalità della ri-mediazione o dello spettacolo? Il libro procede per esempi, commentando alcuni testi, dalla dialettica dell'illuminismo alle sceneggiature blockbuster, considerate documenti altrettanto significativi sul mito oggi. Ma se l'attuale situazione presenta il mito in forma profana e mediale, si pone una domanda: come sottrarlo alla sua funzione di pura "materia estetica", di favola che serve a divertire il pubblico, senza ricadere in una dimensione nostalgica e conservatrice? Con un saggio su Walter Benjamin di Stefano Marchesoni.
Figure del male
Franco Rella
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2017
pagine: 267
Dostoevskij ha detto che mai la ragione è stata in grado di distinguere il bene dal male. Di fronte all'indiscernibilità del male, al suo carattere misterioso e imperscrutabile, ci si deve interrogare sulle figure in cui esso si mostra: in cui esso diventa visibile, se non comprensibile. È necessario interrogare queste figure, chiederci se le immagini del male e della sofferenza, che incontriamo già nel mito e nella tragedia antica, siano le stesse immagini che si presentano a noi oggi, davanti ai nostri occhi. Chiederci se la morte rappresentata da Giovanni Bellini sia la stessa delle terribili immagini di morte che scivolano lungo i canali di internet. Se c'è rapporto tra Satana che siede tra i figli di Dio nel Libro di Giobbe e Satana che patina del disgusto della tristezza la nostra lingua quando affondiamo in quella malinconia che è più aspra della disperazione. E infine se c'è un rapporto tra tutto il male che si è sedimentato nei secoli nel mondo e il Male di Auschwitz.
Tecnologie del dominio. Lessico minimo di autodifesa digitale
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2017
pagine: 288
Le parole delle tecnologie del dominio sono molte, e riguardano tutti gli abitanti del pianeta Terra, anche non umani, anche le macchine. Alcune sono antiche, altre sono di nuovo conio; spesso sono termini inglesi: algoritmo, big data, blockchain, digital labour, gamificazione, internet of things, pornografia emotiva, privacy, profiling, trasparenza radicale e altre ancora. Sono collegate fra loro da una fitta trama di rimandi e sottintesi, una rete di significati colma di ambivalenze e incomprensioni. Insieme compongono il variegato mosaico della società presente e di quella a venire. In questo quadro emerge come ideologia prevalente l’anarco-capitalismo, una dottrina vaga eppure molto concreta nei suoi effetti devastanti sui legami sociali, la costruzione delle identità individuali e collettive, la politica. Sembrano parole d’ordine solide come acciaio temprato, senza crepe, senza debolezze. Ma a osservarle con le lenti dell’ironia, con gli occhiali dello humor e della consapevolezza storica, con il desiderio hacker di smontarle e capire come funzionano, si sciolgono come neve al sole.
Definizione zero. Origini della videoarte fra politica e comunicazione
Simonetta Fadda
Libro: Libro in brossura
editore: Meltemi
anno edizione: 2017
pagine: 266
Alla fine degli anni Sessanta arriva il video e il suo impatto politico ed estetico è dirompente. Grazie al nuovo medium, gli artisti e gli attivisti (che spesso sono le stesse persone) creano situazioni collettive capaci di sfidare lo spettatore all'azione diretta sull'oggetto televisore, stimolandolo a entrare consapevolmente e fisicamente nel processo della trasmissione delle immagini. Le operazioni in tempo reale compiute da artisti e attivisti col video installazioni TVCC, video performance, sperimentazioni sul segnale elettromagnetico - all'epoca furono capaci di produrre crescita e piacere personale e collettivo, perché condivise a livello pubblico attraverso il video. In particolare, le esperienze italiane più mature - Luciano Giaccari, Alberto Grifi, il collettivo Videobase, il Laboratorio di Comunicazione Militante svilupparono approcci originali, in linea con molti degli attuali sviluppi performativi dell'arte. La storia del video come tecnologia e come forma artistica si rivela ricca di spunti per le pratiche audiovisuali dell'epoca digitale. Prefazione di Bruno Di Marino.