Negretto: Cause e affetti
Darsi le parole. Scrittura e teatro come pratiche di liberazione. Un'esperienza
Libro: Libro in brossura
editore: Negretto
anno edizione: 2023
pagine: 96
“Darsi le parole” ha reso possibile cambiare luogo, togliendo confini, uscire da quella dimora forzata, fatta di autoesclusione quale unica identità possibile, in un sociale che ti esclude a sua volta e in cui darsi per malati rimane l’unico modo per darsi. In qualche modo. È il bisogno di qualcosa di vero, dunque, a condurci al teatro come alla scrittura: raccontare e rappresentare, sottraendo il mondo dall’essere un indistinto proliferare di fatti ed eventi muti, ce lo restituiscono nello stupore di una rivelazione continua.
Accademia della Follia. Un viaggio lungo trent'anni
Libro: Copertina morbida
editore: Negretto
anno edizione: 2022
pagine: 236
Autori diversi raccontano la storia autentica e le originali invenzioni dell'esperienza umana e artistica di Claudio Misculin e la sua Accademia della Follia, nata a Trieste dalla ricerca tra teatro e follia, ben dentro all'opera di deistituzionalizzazione basagliana. Non teatro emarginato, né tanto meno rappresentazione della marginalità, ma luogo propriamente teatrale dove la diversità viene agita come terreno di coltura delle capacità negate, delle idee segrete, delle possibilità non consentite, dove la sofferenza individuale trova lo spazio delle parole e dei gesti. Matti di mestiere e attori per vocazione a rappresentare ciò che oggi non ha altro luogo per poter essere se non la scena.
Filosofia e clinica. Un nuovo approccio all’autismo di livello 1 e alla neurodiversità
Loredana Di Adamo
Libro: Libro in brossura
editore: Negretto
anno edizione: 2022
pagine: 148
Il libro offre una visione dell’autismo di livello 1 e dei disturbi del neurosviluppo come condizioni di vulnerabilità neurobiologica, superando la visione biomedica con un approccio integrato di filosofi a e clinica. Lo scopo del presente lavoro è il miglioramento della qualità di vita delle persone e delle loro famiglie attraverso una maggiore comprensione e integrazione sociale della loro unicità e differenza. L’orientamento esistenziale e fenomenologico alla neurodiversità proposto nel testo è rivolto alla famiglia, quale centro nevralgico della cura, e agli operatori e alle figure significative che sono coinvolte nel processo relazionale e educativo. La lettura è consigliata alle persone neurodivergenti e alle loro famiglie, a chi si occupa di cura e di educazione nell’accezione più ampia del termine, e a tutte le persone che a diverso titolo si adoperano affinché la società sappia far fronte ai bisogni umani e riconosca la vulnerabilità neurobiologica come un valore.
Il sale e gli alberi. La linea curva della deistituzionalizzazione
Ernesto Venturini
Libro
editore: Negretto
anno edizione: 2020
È un libro che racconta una piccola storia, parte effettuale di una grande storia. La piccola storia - che l'autore chiama “Riabilitare la città” – riguarda il superamento degli ospedali psichiatrici di Imola negli anni 80-90, attraverso la partecipazione attiva della comunità, uno tra gli esempi più importanti di salute mentale comunitaria. La grande storia è il processo di liberazione dell'essere umano, che cerca, nelle contraddizioni storiche e sociali, i riferimenti ideali per promuovere i cambiamenti. In questa circostanza l'orientamento è il pensiero basagliano della “Deistituzionalizzazione”: un processo dialettico, che va al di là di una semplice riforma e che cerca di dare concretezza ai valori di un'utopia – quella di una società senza manicomi. Ciò che è in gioco è la ricerca di una rottura con ogni logica escludente, riflesso di una società di disuguali. La deistituzionalizzazione si configura, in sostanza, come un movimento per trasformare la società, attraverso pratiche collettive che si muovono nelle correnti calde dell'immaginazione creativa. In questa prospettiva, la vicenda imolese degli anni '80 continua a mantenere una sua forte attualità, per il suo messaggio di speranza nelle possibilità di riscatto e di emancipazione dell'essere umano. L'autore usa uno stile di esposizione, talora metaforico e poetico, che guida i lettori, anche di ambiti diversi da quelli della psicologia e della psichiatria, alla comprensione dei fenomeni che sostengono i processi della cura e della riabilitazione in psichiatria.
Memorie di trasformazione. Storie da manicomio
Cinzia Migani, Ferruccio Giacanelli
Libro
editore: Negretto
anno edizione: 2018
pagine: 362
Il manicomio: un luogo non-luogo abitato da "color che son sospesi", prigionieri di un'alienazione sociale (prima ancora che mentale) che li condanna ad essere ombre, apparizioni silenziose chiuse in un altrove "tra le nuvole". Questo sembra suggerirci la fotografia di copertina, con quella porta chiusa a delimitare uno spazio incompiuto da cui emergono fantasmatiche memorie. Il libro ricostruisce un periodo poco esplorato (l'ultimo trentennio dell'Ottocento) del manicomio di Bologna e si sofferma sulla nascita degli istituti psico-pedagogici in Italia, avvenuta sul finire del XIX secolo, mettendo in evidenza gli interessi diversi che hanno concorso a sancire, senza l'ausilio di saperi solidi e scientificamente comprovati, la differenza fra normalità e patologia. La terza parte del libro è centrata sulla storia di tre persone che hanno trascorso molto tempo - troppo tempo - nei manicomi di Bologna e Imola e nel Ricovero per alienati cronici di Budrio. Memorie che permettono di ricostruire la storia poco conosciuta di istituzioni totali e le vicende di persone che si stagliano dall'oblio: proprio quei luoghi deputati a disumanizzare e reificare le sofferenze delle persone diventano occasione per restituire loro un'identità soggettiva. Memorie che vogliono richiamare l'attenzione di tutti sul contributo che ognuno di noi porta con il proprio impegno, sia esso fatto di presenze o assenze nella co-costruzione del proprio luogo di vita e dei diversi manicomi che lo popolano. Copertina di Elisabetta Mandrioli.
Dire fare donare. La cultura del dono nelle comunità in trasformazione
Libro
editore: Negretto
anno edizione: 2017
pagine: 272
Questa pubblicazione prende le mosse dal progetto Il volontariato è un dono di tutti. La cultura del dono per stare bene e nasce con l’intento di raccogliere molteplici punti di vista, testimonianze, riflessioni sul dono e sulla cultura del dono. Fra gli interrogativi di fondo che sostanziano lo scritto: se e in che modo il dono può diventare volano di reciprocità e attivatore di nuove relazioni sociali e come muta la relazione fra donatore e ricevente nelle nostre comunità, caratterizzate da radicali trasformazioni sociali, economiche e politiche. Il testo, a cura di Cinzia Migani, Matteo Scorza, Andrea Pagani, Giancarlo Funaioli, Roberta Gonni ed Ennio Sergio, contiene contributi multidisciplinari di estremo interesse. Fra gli altri, citiamo quelli di Arrigo Chieregatti (direttore della collana InterCulture), Giuseppe Licari (direttore della rivista Narrare i gruppi), Stefano Zamagni (noto economista che da anni studia il terzo settore) e di specialisti della relazione di aiuto, di volontari e di volontari-scrittori. Il libro si articola in tre sezioni: la prima è dedicata ad una riflessione sul volontariato e sulla reciprocità relazionale che attiva la cultura del dono; la seconda raccoglie saggi sul tema del dono che riflettono, a partire da punti di vista molteplici e complementari, su come il dono, attraverso il meccanismo della reciprocità, contribuisca a costruire e a consolidare legami sociali e comunitari; la terza mette al centro storie di dono, che rappresentano testimonianze preziose e mostrano come sia possibile trovare, anche nelle circostanze più complesse e complicate, percorsi per generare comunità competenti e capaci di farsi carico dei problemi propri e altrui. Il volume rappresenta una testimonianza dell’importanza del dono e di come sia fondamentale centrare la vita delle nostre comunità sulle relazioni intersoggettive e reciproche. La fotografia di Silvia Camporesi in copertina introduce l’affresco dei temi trattati. L’insieme dei fili verticali che si perdono verso l’alto rendono bene, infatti, l’idea di ordito, di identità singole che, disposte in parallelo, sembrano entità separate ma che l’occhio di chi guarda già immagina intrecciarsi con la trama per la creazione di splendide forme. I soggetti in gioco interagiscono tra loro nella creazione di una identità collettiva, donandosi reciprocamente.