Pidgin Edizioni: Stormo

Comincia tutto con un dildo rubato. Anzi no, comincia tutto quando il suo ex finisce in galera per averla picchiata. O forse no, è cominciato tutto ancora prima. Fatto sta che lei è appena tornata a Shittysburg da un ricovero psichiatrico e ha scoperto di essere stata derubata dei suoi beni più preziosi. Dal surreale furto, finisce per indagare nelle vite degli altri, che hanno continuato a scorrere durante il suo ricovero, e nel proprio passato, che invece è rimasto cristallizzato nei traumi, per tentare di rimettere insieme i cocci della sua vita. Con voce ironica, feroce e spietatamente sincera, Rachele Salvini racconta una storia di rovina e rinascita, ambientata in una cittadina americana in cui ogni cosa puzza di fumo, birra e disillusione.

Una lunga e sporca notte senza redenzione. Nell’aria satura di un concerto hardcore in un centro sociale, lui affoga il proprio compleanno in alcolici e stupefacenti, mentre tutto il resto torna a galla: la madre, il padre, il peso della rabbia che non vuole sciogliersi. Lei è lì, con i capelli rosa e gli occhi taglienti. “Se vuoi, mi puoi amare”, le dice. Ma non riceve risposte se non le spallate della gente, in un vortice che scaraventa la sua coscienza in ogni direzione, nel pogo di una bolgia sudata e in un salto nel nulla. Con una scrittura cruda ed elettrica, “Xerox” racconta una deriva esistenziale costruita attraverso parole rabbiose e immagini stranianti in un flusso ininterrotto: il ritmo segue il battito frenetico della musica, le frasi si distorcono insieme alle chitarre, le percezioni e i ricordi si mescolano in un crescendo martellante fino a una catartica implosione.