Porto Seguro: Carpe diem

Le poesie di Enrico Camaggi si snodano come un percorso tra la terra e il cielo, tra quel miscuglio di miserie e gioie effimere vissute nella quotidianità e lo splendore dei sentimenti divenuti immortali sull’altare dei ricordi. L’autore crea versi che sorprendono, emozionano e convincono sia per la loro forza espressiva, sia per la delicatezza delle immagini. Sensualità e malinconia, estasi e dolcezza permeano le poesie che fondono la carnalità con il sentimento, ma anche un amore profondo verso gli affetti familiari. Il binomio amore/morte introduce poi quella che è la tappa finale di questo cammino poetico: la sosta estrema, il traguardo definitivo, l’incontro con la morte. La morte, così come l’amore e la poesia, racchiude in sé tutti misteri dell’universo: è farsi polvere e diventare stelle.

Con la sua prima raccolta di poesie, Giuseppe Falagiani ci trasporta nei suoi luoghi del cuore, in un mondo fatto di sensazioni, riflessioni e delle persone che popolano la sua vita. Una poesia può parlare di Capoliveri e un’altra può parlare d’amore – quello sensuale, quello romantico, quello di un padre per il figlio, quello per la vita o la natura. Altre ancora suonano quasi come filastrocche, dei divertissement semplici, ma non banali, godibili da un pubblico di tutte le età. Proprio perché spontanee, le poesie di Giuseppe non hanno un filo conduttore che unisce l’una all’altra, un tema dominante, un motivo frequente, se non quello della semplicità. Per essere apprezzate e comprese, vanno infatti lette con gli stessi occhi limpidi di Giuseppe, senza la pretesa o l’arroganza di voler cercare tra le parole il senso della vita o la soluzione ai propri problemi. Eppure, la potenza intrinseca dei versi fa riflettere e i suoi componimenti riescono a colpire la nostra sensibilità con una delicatezza disarmante, quando meno ce lo aspettiamo.

"Soffio di primavera" è una raccolta di poesie che ripercorrono la vita dell’autrice. Gioie e dolori si uniscono in versi per sfidare le parole. Una poesia dal soffio limpido, delicato e miracoloso, proprio come suggerisce il titolo. "Soffio di primavera" è il tempo della rinascita che si perpetua dopo ogni momento freddo, vissuto con dolore o delusione, ma anche la freschezza e il calore di una vita nuova, resa possibile grazie all’amore reciproco, per se stessi e per il prossimo. Tra i versi sbocciano in colori pastello le illustrazioni di Tiziana Amendola, alternando alle poesie, delle più pratiche massime di vita in cui traspare la forza e la positività dell’autrice, nonostante le avversità della vita. "Soffio di primavera" è un viaggio nell’anima di ognuno di noi.

Con penna delicata e intima, Manuela Palma ci trasporta in un mondo fatto di attimi incastonati tra loro. Frammenti di memoria congelati nel tempo, per dare modo all’io poetico e al lettore di poterli rivivere come se fosse la prima volta, analizzandone a fondo ogni dettaglio. Una catarsi che nasce dall’esigenza di esprimere tanto la felicità quanto il dolore del passato, in un processo creativo fluido e immediato che sembra prendere per mano il lettore per accompagnarlo tra amori, nostalgia e tempo. Una commistione di temi esposti con dolcezza, che sembrano invitarci a far emergere il nostro mondo sommerso.

Con quarantacinque poesie giocose e irreverenti, Roberto Magnani ci trasporta in un mondo in cui personaggi reali si fondono a personaggi di fantasia, in un burlesco gioco di realtà e apparenza dove ogni situazione ha una doppia chiave di lettura. Ciascuna storia nasce dal desiderio di raccontare e tradurre in poesia un pensiero o un’emozione, ma ognuna di queste altro non è che una rappresentazione allegorica e metaforica della psiche umana. Ed ecco che alcuni personaggi ti conquistano nella loro disarmante semplicità, nella descrizione di frammenti di vita così autentici da divenire universali nelle gioie e nei dolori di tutti i giorni. Improvviso, poi, il lucido occhio dell’analista che prende per mano il lettore e lo guida, naturalmente, verso una riflessione più profonda di sé e della società, quasi portandolo davanti a uno specchio. Così, avvolti dalla musicalità della lingua e dalla melodia della rima, riconosciamo le nostre ansie, virtù e maschere, i nostri sentimenti più profondi, le piccole nevrosi quotidiane, i vizi e il desiderio di trovare un’identità in un mondo che sembra rimproverarci sempre della nostra imperfezione.

I perimetri sono linee fisiche che l’uomo ha innalzato per arroccarsi dentro le mura di case confortevoli e sicure, circoscritte a loro volta all’interno dei confini cittadini. I suoni a cui l’individuo si è abituato sono metallici, contraddistinti da una cadenza regolare, ritmata dalla frenesia del lavoro. Non ci si ferma mai, ogni vita deve conformarsi al modello industriale di produzione. Ma oltre quei confini tutto ritorna lento, imprevedibile. I suoni che arrivano alle orecchie diventano dolci, accompagnano passi lungo strade che non hanno una direzione né una fine. Questo è "Ritorno alle origini", un percorso in avanti per recuperare ciò che da troppo tempo è stato lasciato indietro.

Da sempre gli esseri umani si interrogano su cosa sia l’amore. La giovane Rachele Rossali non vuole né può essere da meno. Questa sua prima raccolta è per lei un tentativo di trovare una risposta a tale quesito. In alcuni momenti i suoi versi sembrano portarla a toccare con mano una definizione univoca e soddisfacente. In altri, invece, si perde nel labirinto dei dubbi che l’amore reca con sé. “Rêverie” è un viaggio costellato di false partenze e miraggi fuorvianti, scoperte esaltanti e delusioni cocenti che s’intrecciano in un percorso dove, almeno per ora, all’autrice interessa più il viaggio che l’approdo. Ma anche la vita, in fondo, non è forse così?

Queste pagine si compongono di poesie misurate su versi calibrati, di parole cesellate, sentite, scelte. Il risultato è uno svolgersi lento e posato di una spirale di sensazioni ed emozioni crepuscolari, quasi tattili: alberi scarni, terreni battuti, orizzonti velati, tinte vaghe. Pensieri terrestri, memoria e sopravvivenza dello spirito su questa terra: una radice poetica eccentrica unita a un rigoroso uso della lingua. Quel che resta è “una fame insaziabile, / una voragine interiore / che ingloba stelle / ed interi universi”.

Perdere un amico, lacera nel profondo, apre un abisso insanabile, una voragine che trascina giù, inesorabilmente giù. Senti una parte di te mancare, negarsi e scomparire. Quell’anima scivola nel sonno più cupo e profondo e il sogno diviene unico luogo in cui incontrarsi di nuovo, parlare una volta ancora. Ecco dunque che la poesia si fa dialogo a distanza, intimo e sofferto, dettato da sogni e suggestioni notturne, sollecitato dall’inevitabile flusso di conoscenza e di coscienza, dai ricordi, da squarci di vissuto.

Le oltre cento liriche che danno forma al libro rappresentano il percorso individuale ed esistenziale dell’autore. Attraverso un incedere ritmico e coinvolgente, il poeta spazia da temi quali l’amore, il contatto e il confronto tra l’uomo e la natura, la profonda attrazione fra anime affini, oltre qualsiasi distanza. Ciò che contraddistingue la poesia di Giuseppe Salvatore è la profonda musicalità del testo, in grado di regalare al lettore squarci di un mondo intimo e vissuto.

Le 57 liriche che compongono il libro rappresentano il graduale risveglio della coscienza del poeta. Leitmotiv di tutta la raccolta è infatti la maturazione e il movimento alla scoperta dell'identità e della sua impermanenza sostanziale. Il percorso individuale, suddiviso simbolicamente nelle tre sezioni ('La via ascendente', 'La via discendente' e infine 'L'incontro'), rappresenta il cammino per raggiungere la Realtà Ultima attraverso i propri sforzi emotivi, culturali e spirituali. Quella di Kenan Digrazia è quindi una vera e propria avventura della conoscenza, nel tentativo di celebrare la poesia e lo stupore dell'Essere.