Un'indimenticabile cattivissima nonna, al suo fianco la fragile figlia Sulfia e la nipote Aminat, energica e indomabile come la nonna, ma positiva e capace infine di punirla. Qual è il fascino di questo romanzo che accompagna le tre donne dalla Russia sovietica all'ordinatissima Germania del benessere? La forza e l'energia del male? La fragile bellezza del bene? "Chiunque sia rimasto un po' bambino non può che amarli: i cattivi, come i bambini, si sentono al centro del mondo e non lo temono. La parola "impossibile" esula dal loro vocabolario. Sono temibili e spietati, bugiardi e ciarlatani, avidi e inconsolabili. Sono imprevedibili. Magnetici. Creativi. Sanno che c'è qualcosa da fare, subito e a ogni costo. Non ci pensano due volte. Si deve rubare il tesoro? Uccidere il re? Distruggere il pianeta? E che ci vuole?". Così scrive Pierdomenico Baccalario. Certo è meglio incontrare i cattivi nelle pagine di un libro - dove può essere un'esperienza appassionante - che nella vita reale. La protagonista di questo romanzo della Bronsky è così: crede sempre di agire per il meglio degli altri, e delle altre, figlia e nipote. E invece le strumentalizza, le manipola, non si ferma davanti a nessuna nefandezza. Mette la propria smisurata energia al servizio solo di se stessa e del suo interesse.
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I piatti più piccanti della cucina tatara
| Titolo | I piatti più piccanti della cucina tatara |
| Autore | Alina Bronsky |
| Traduttore | M. Pesetti |
| Collana | Tascabili e/o |
| Editore | E/O |
| Formato |
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| Pagine | 252 |
| Pubblicazione | 11/2012 |
| ISBN | 9788866322191 |
€10,00

