Nel 1908 Carl Albert Loosli, redattore del Berner Tagwacht, scrive un’introduzione al racconto di Edgar Allan Poe "I delitti della Rue Morgue", prototipo della detective story, che uscirà a puntate nel quotidiano. Lo scrittore conosce bene il genere, in particolare Conan Doyle. "L’inganno del diavolo" si inserisce nella tradizione del poliziesco «alla svizzera», continuata con successo da Glauser e Dürrenmatt, e si può leggere come un giallo a tutti gli effetti: c’è un morto, c’è un indagato, c’è un’inchiesta, c’è un processo, c’è una sentenza. Ma di tutto questo Loosli si serve come di una lente d’ingrandimento per esplorare il sistema giudiziario bernese di fine Ottocento e tratteggiare un quadro notevole della realtà politica, sociale e culturale dell’Emmental in quell’epoca. "L’inganno del diavolo" è stato definito da più parti il primo romanzo poliziesco svizzero. Ma lo è, in effetti?
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L'inganno del diavolo
Titolo | L'inganno del diavolo |
Autore | Carl Albert Loosli |
Curatore | Gabriella De'Grandi |
Prefazione | Tatiana Crivelli |
Traduttore | Gabriella De'Grandi |
Argomento | Narrativa Gialli, thriller, horror |
Collana | I cristalli |
Editore | Armando Dadò Editore |
Formato |
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Pagine | 284 |
Pubblicazione | 10/2018 |
ISBN | 9788882814939 |
€16,50
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