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Un Welfare State senza benessere. Insegnanti, impiegati, operai e contadini nel sistema di previdenza sociale dell'Unione Sovietica (1917-1939)

Un Welfare State senza benessere. Insegnanti, impiegati, operai e contadini nel sistema di previdenza sociale dell'Unione Sovietica (1917-1939)
Titolo Un Welfare State senza benessere. Insegnanti, impiegati, operai e contadini nel sistema di previdenza sociale dell'Unione Sovietica (1917-1939)
Autore
Argomento Società, scienze sociali e politica Servizi sociali, assistenza sociale e criminologia
Collana Biblioteca di «History of education», 11
Editore Eum - Centro Edizioni Università di Macerata
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 384
Pubblicazione 02/2016
ISBN 9788860564245
 
20,00

 
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Dopo la Rivoluzione d'Ottobre, Lenin e i bolscevichi promisero l'avvento di una nuova società priva delle ingiustizie sociali del passato zarista ma in breve tempo dovettero far fronte alle conseguenze sociali del primo dopoguerra e agli eventi che culminarono nella grave carestia del 1921. Scopo di questo volume è quello di ricostruire la storia del Welfare State sovietico del periodo compreso fra le due guerre nei suoi aspetti legislativi, istituzionali e sociali grazie a un complesso metodo d'indagine che coniuga macrostoria e microstoria. Questo metodo consente di variare la scala di osservazione delle riforme della previdenza sociale, cioè di analizzare sia il funzionamento delle casse assicurative sul territorio sovietico in relazione alle modalità di finanziamento, sia lo sviluppo delle prestazioni sociali nella città di Mosca, che presenta i casi particolari dell'industria di automobili "Amo-ZiL", della "scuola n. 25" e delle pensioni di guerra. Grazie a un paziente scavo negli Archivi dell'ex Urss, questo studio rivela altresì l'impatto del sistema di protezione sociale sulla vita quotidiana della popolazione e l'evoluzione sorprendente di un sistema che non mirava a garantire un trattamento egalitario dei lavoratori bensì a privilegiare coloro che contribuivano maggiormente all'industrializzazione del paese (gli operai qualificati) a scapito delle categorie più deboli e meno qualificate (invalidi e disoccupati).
 
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