Giancarlo Marinelli e Ferdinando Testa lavorano ormai da anni, come consulenti filosofici, alla ricerca degli elementi comuni e fondanti della consulenza filosofica e della "pratica filosofica" e cioè di quella corrente della filosofia che sul finire del XX secolo ha inteso rimettere al centro dell'interesse del filosofo la quotidianità dei propri vissuti, delle proprie situazioni, delle idee in cui viviamo. Quella quotidianità che «in genere le persone lasciano passare senza considerare e senza godere di essa». Le parole messe tra virgolette sono di Schopenhauer e sono citate da Gerd Achenbach, il filosofo che per primo, negli anni Ottanta del secolo scorso, ha inteso riportare la filosofia a questo atteggiamento che sa scoprire nel qui e ora della propria esistenza, della sua profondità, sorprendenti sconfinati paesaggi. Ebbene, il plesso di significati, che è individuato quando si parla di immaginazione e in particolare di filosofia dell'immaginazione, sembra agli autori la risposta migliore finora raggiunta alla domanda intorno agli elementi comuni tra le diverse forme di pratica filosofica diffuse nel mondo.
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Filosofia dell'immaginazione. Il linguaggio della pratica filosofica
Titolo | Filosofia dell'immaginazione. Il linguaggio della pratica filosofica |
Autori | Giancarlo Marinelli, Ferdinando Testa |
Collana | Immagini dal profondo, 5 |
Editore | Edizioni Iod |
Formato |
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Pagine | 120 |
Pubblicazione | 08/2018 |
ISBN | 9788899392475 |
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