Concepito nel 1914 come opera surreale, questo romanzo non è mai stato così attuale. Chesterton ha immaginato un futuro distopico nel quale l'islam si è alleato con i potenti della terra, arrivando a dominare il mondo e a imporre le proprie regole. Una situazione paradossale, immaginata apposta per poter suggerire una soluzione ancora più bizzarra. Il divieto non è esattemente di vendere alcolici, e così Humphrey Pump – oste senza più lavoro – parte con l’ineffabile Capitano irlandese Dalroy, spostandosi per l'Inghilterra con una botte di rhum, una forma di cacio e l'insegna di un'osteria. Per un po', il novello Robin Hood delle gole secche riuscirà a gabbare la legge, ma i sostenitori aristocratici e intellettuali del proibizionismo sono sulle sue tracce, capeggiati da lord Ivywood, formalista convenzionale, simbolo di un mondo inglese artificioso e insincero che ha sempre una causa da propugnare e una missione cui consacrarsi.
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L'osteria volante
Titolo | L'osteria volante |
Autore | Gilbert Keith Chesterton |
Traduttore | Gian Dàuli |
Argomento | Narrativa Fantasy e fantascienza |
Collana | Chestertoniana, 1 |
Editore | Lindau |
Formato |
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Pagine | 343 |
Pubblicazione | 02/2017 |
ISBN | 9788867086351 |
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