«Il titolo della silloge riprende il sintagma "Flatus vocis" che per Roscellino di Compiègne (1050?-1120?), che diede origine alla disputa sugli universali negandone una qualche realtà , è la fisicità della parola, il suono cui si riducono generi e specie. In opposizione alla tradizione platonica e neoplatonica, per Roscellino generi e specie (gli universali) non esistono se non in forma di parole (Voces) o emissioni verbali (Flatus vocis appunto) mentre la realtà o sostanza risiede solo nel particolare. Pietro Abelardo (1079-1142), come il suo maestro Roscellino, ritiene che gli universali (generi e specie) siano parole ma distingue "l'emissione della voce" (Vox), che è una cosa, dalla parola propriamente detta o parola significante (sermo). Per Pietro Abelardo la parola significante è ciò che rimane una volta che la voce (Curcus vocis) è tolta: la parola allora è significante (Tenor aeris) e in quanto "sermo" introduce alla significazione che viene colta come un fascio di relazioni (Status) tra cose (soggetti e predicati nella proposizione) e non cose singole significate. Un modo di essere e non un'essenza.» (Giuseppe Armani)
Flatus vocis. Poesie in prosa
| Titolo | Flatus vocis. Poesie in prosa |
| Autore | Giuseppe Armani |
| Collana | Poesia |
| Editore | Leonida |
| Formato |
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| Pagine | 100 |
| Pubblicazione | 04/2012 |
| ISBN | 9788895880983 |
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