Viviamo più a lungo; nella nostra società che invecchia è in continua crescita il numero di persone affette da demenza, crescono i bisogni, quelli dei malati e nondimeno quelli di chi li assiste; cresce il bisogno di non sentirsi soli. Persone fragili che nonostante la malattia mantengono una ricca affettività, ma sono sempre raggiungibili attraverso i canali emozionali. Non arrendiamoci alla distanza che le demenze creano fra chi ne è affetto e il mondo circostante, riconosciamo i segnali iniziali, manteniamo aperti i canali di comunicazione percorribili, rispettiamo fin dove possibile le scelte, la sofferenza e la dignità della persona malata. Riconoscere dignità al malato che perde la memoria vuol dire non appiattirlo su quest'unica definizione, ma dare valore ai suoi, a volte impalpabili ricordi, alle sue passioni e competenze. Prendiamoci sempre cura del malato e dei nostri cari, poiché anche nella demenza "non si è mai davvero senza mente". E tutti avrebbero diritto di guarire, se si può, ma soprattutto tutti e sempre hanno il diritto di essere curati al meglio.
- Home
- Salute e benessere personale
- Famiglia e salute
- Le parole non dette. Un racconto sulla demenza
Le parole non dette. Un racconto sulla demenza
Titolo | Le parole non dette. Un racconto sulla demenza |
Autore | Giuseppe Bonavina |
Argomento | Salute e benessere personale Famiglia e salute |
Collana | FUORICOLLANA |
Editore | Giraldi Editore |
Formato |
![]() |
Pagine | 128 |
Pubblicazione | 02/2025 |
ISBN | 9791256370368 |
€15,00
0 copie in libreria