La contrapposizione tra diritti soggettivi, propria dello Stato liberale, pare incolmabile senza una coercizione giuridica capace di svelare i tratti di omogeneità della società. Tuttavia, in questa prospettiva, ogni interferenza statale finisce per negare la natura stessa dello Statoliberale. È questo il paradosso di Böckenförde, che si dissolve soltanto se si fa strada una diversa antropologia dei diritti, nella consapevolezza che la salvaguardia dei diritti individuali si consegue soltanto attraverso la tutela dei diritti collettivi. Anzi, secondo Jürgen Habermas,questi ultimi sono la premessa per il pieno riconoscimento dei primi. A riguardo, alcuni diritti comunitari, associativi o collettivi, potrebbero essere inclusi nella famiglia dei diritti fondamentali, unitamente alla previsione di estesi regimi di corresponsabilità, che presuppongono la reinvenzione dello Stato. L'estensione delle soggettività giuridiche, l'accettazione delle istituzioni del pluralismo giuridico e della plurilegalità, l'autonomo esercizio della justicia indígena, sono testimonianza manifesta di questa nuova statualità.
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Justicia indígena. Tra liberali e comunitaristi
Titolo | Justicia indígena. Tra liberali e comunitaristi |
Autore | Guido Guidi |
Collana | Ritratti di pensiero. La teoria critica, i classici e la contemporaneità |
Editore | Morlacchi |
Formato |
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Pagine | 224 |
Pubblicazione | 12/2021 |
ISBN | 9788893923354 |
€28,00
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