La parola tedesca Heimat viene comunemente considerata intraducibile in altre lingue. Ogni suo corrispettivo – patria, paese natale, home, homeland – sembra in generale sin troppo determinato per mantenere tutte le connotazioni dell’originale che oscilla tra pubblico e privato, tra l'appartenenza a una comunità sociale e politica e quella più intima che riguarda il legame con la casa e il focolare. Il nazionalsocialismo ha fatto della Heimat uno dei suoi più importanti cavalli di battaglia e ne ha assunto e orientato il concetto per immaginare uno spazio razzialmente omogeneo. Con i campi di sterminio e i con i crimini commessi in suo nome, la parola ha conosciuto un periodo di totale infamia e discredito finendo per uscire, nel secondo dopoguerra, dal lessico dei concetti politici. In questo saggio vengono chiamate a raccolta le riflessioni filosofiche di Benjamin, Schmitt, Heidegger, accanto ai contributi poetici di autori come Hölderlin, Celan e Bachmann, per analizzare l’irreparabile trauma che da allora segna lo spazio del nostro abitare sulla terra.
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Trauma e nostalgia. Per una lettura del concetto di Heimat
| Titolo | Trauma e nostalgia. Per una lettura del concetto di Heimat |
| Autore | Judith Kasper |
| Argomento | Scienze umane Filosofia |
| Collana | Agorà. Collana di filosofia, 1106 |
| Editore | Marietti 1820 |
| Formato |
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| Pagine | 200 |
| Pubblicazione | 04/2022 |
| ISBN | 9788821112256 |
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