Nella New York degli anni '20, in piena jazz age, in un periodo storico in cui molti artisti rifuggirono il rapporto con il moderno paesaggio urbano, avvertito come disumano e alienante, George Gershwin prese una strada del tutto diversa. Non solo non si sottrasse alla modernità, ma dai suoi stimoli si fece ispirare, senza precludersi niente di ciò che gli proponeva il presente. Questo slancio positivo verso la realtà circostante era tutt'altro che ingenuo, piuttosto si radicava nella possibilità di poter conservare ed esprimere un'esperienza umana autentica, in cui era ancora possibile accusare il contraccolpo della bellezza. Da un certo punto di vista si può dire che la Rhapsody in blue non è altro che il prodotto di uno sguardo, di un atteggiamento interiore dettato da sincera curiosità e apertura verso il mondo circostante, in grado di recepirne e assorbirne gli stimoli musicali più disparati, siano essi suoni, rumori o generi musicali.
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Il caleidoscopio musicale di George Gershwin. Una lettura di Rhapsody in blue
Titolo | Il caleidoscopio musicale di George Gershwin. Una lettura di Rhapsody in blue |
Autore | Lorenzo Puliti |
Argomento | Arti, cinema e spettacolo Musica |
Collana | Musicalia, 10 |
Editore | LIM |
Formato |
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Pagine | VII-146 |
Pubblicazione | 05/2014 |
ISBN | 9788870967739 |
€30,00
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