Il diritto costituisce un accesso privilegiato alla comprensione della Cina contemporanea, in cui le sopravvivenze dell'antichissima tradizione confuciana - artefice di un ordine senza uomini di legge, fondato esclusivamente sulla ritualità, sull'osservanza di virtù private e sociali codificate dal rango individuale - e un bimillenario uso repressivo e intimidatorio della norma si devono confrontare con i processi di globalizzazione economico-finanziaria e i relativi standard giuridici di matrice perlopiù occidentale. La modernizzazione del diritto, iniziata in epoca postimperiale, proseguita nella Cina popolare e accelerata da ultimo sotto la spinta espansiva dell'economia, si configura così come faticosa transizione da un modello informale di regolazione a un sistema formalizzato su base legale. Se, in una prospettiva tradizionale, principio e fonte del diritto non risiedevano nella legge scritta, e i doveri venivano esaltati a scapito dei diritti, l'innovazione non può che passare attraverso un riequilibrio delle sfere, contemperando retaggi atavici (valori, concezioni, mentalità, discipline collettive ancora operanti) e nozioni irrinunciabili quali autonomia del diritto, Stato di diritto e professionalizzazione giuridica.
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Il diritto in Cina. Tra ritualismo e modernizzazione
Titolo | Il diritto in Cina. Tra ritualismo e modernizzazione |
Autore | Luigi Moccia |
Argomento | Diritto Giurisprudenza e argomenti d'interesse generale |
Collana | Nuova cultura, 216 |
Editore | Bollati Boringhieri |
Formato |
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Pagine | 258 |
Pubblicazione | 07/2009 |
ISBN | 9788833920016 |
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