Una nuova raccolta di poesie in cui si alternano a fronte versi e disegni. La silloge è divisa in parti significative: la prima è intitolata al Mare, cui segue una sezione dedicata agli Amici, agli scrittori, agli intellettuali, agli artisti, con i quali Damiani ha intrattenuto rapporti di conoscenza diretta o di affinità letteraria. Altre sezioni quella riservata ai Quadri, e quella per gli Affetti: dalla madre Grazia al padre fisarmonicista. Infine un pensiero ai Luoghi, dalla Bari, "grigia di nulla/nel mattino", riscattata in parte dalla presenza di un extracomunitario, alla Tabriz della sofferenza di Malika, a Firenze, Parigi. Al di là delle affinità che già Raffaele Nigro aveva indicato nella Prefazione alla prima raccolta vive, in Damiani, l'eredità migliore e matura di quella generazione di poeti che, partita dall'esempio splendido di Bodini, aveva poi maturato un lirismo di tipo corale e plurale, capace di farsi, se non proprio canto generale alla Neruda, almeno prospettiva di un colloquio fraterno con l'altro, al di là delle chiusure aristocratiche dell'ermetismo e anche dello stupendo snobismo dispersivo e franto dell'ultimo Montale.
Di quel poco che resta
Titolo | Di quel poco che resta |
Autore | Michele Damiani |
Collana | Marsia |
Editore | Progedit |
Formato |
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Pagine | 124 |
Pubblicazione | 01/2015 |
ISBN | 9788861942516 |
€16,00
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