Dall'Emilia Napoleone si portò via centinaia di capolavori, dalla Romagna solo due libri, ma insieme ad un numero imprecisabile di manufatti di metalli preziosi, sequestrati e fusi senza tenere alcun conto della loro fattura, della loro storia, del loro valore devozionale; inoltre, e soprattutto, mise in vendita a buon prezzo migliaia di opere d'arte requisite alle chiese soppresse. Questo libro si occupa delle asportazioni, delle requisizioni, del commercio d'arte degli anni napoleonici in Romagna; e anche della reazione della gente, dei tentavi di resistenza delle autorità locali, della sorte subita da molte opere d'arte scomparse. Gran parte della Romagna artistica ora è dispersa nei musei d'Europa e d'America e nelle "chiese povere" della pianura lombarda, in cui nell'Ottocento sono stati dissennatamente depositati i molti dipinti romagnoli sequestrati dal viceré Eugenio Beauharnais e giunti in eccesso a Milano per la Pinacoteca di Brera, inutilmente più volte rivendicati dai loro luoghi d'origine.
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Napoleone e le rapine d'arte in Romagna
| Titolo | Napoleone e le rapine d'arte in Romagna |
| Autore | Pier Giorgio Pasini |
| Editore | Minerva Edizioni (Bologna) |
| Formato |
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| Pagine | 176 |
| Pubblicazione | 10/2021 |
| ISBN | 9788833244204 |
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