La presente raccolta di versi in dialetto abruzzese di Pietro Civitareale è la sesta dopo "Come nu suonne" (Firenze, 1984), "Vecchie parole" (Treviso, 1990), "Le miele de ju mmierne" (Faenza, 1998), "Ju core, ju munne, le parole" (Roma, 2013) e "Préime che ve' le schìure" (Roma, 2019). Essa, oltre a dare conto del proprio intrinseco valore letterario, riunendo versi inediti composti durante l'intero periodo operativo dell'autore (1953-2021) ha anche un valore storico, dando al lettore la possibilità di rendersi conto della linea evolutiva della ricerca poetica di Civitareale sia sotto il profilo stilistico che sotto quello contenutistico. Questa raccolta, insomma, può essere considerata una sorta di carta d'identità della poesia in dialetto di Civitareale; una poesia che predilige in genere scorci naturalistici, figurazioni paesaggistiche, ma che non si sottrae a riflessioni speculative sulla fragilità dell'esistenza umana di fronte al dinamismo ed all'ontologico enigma della realtà delle cose.
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Quasce na storia
| Titolo | Quasce na storia |
| Autore | Pietro Civitareale |
| Editore | Menabò |
| Formato |
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| Pagine | 96 |
| Pubblicazione | 03/2022 |
| ISBN | 9788831922838 |
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