L'integrazione europea è una rivoluzione: nei metodi, perché espropria i Parlamenti e attribuisce potere decisionale a "tecnici", e nei risultati, perché comporta la disapplicazione del principio del "diritto al lavoro", appartenente al nucleo duro della Costituzione. Nell'Unione Europea l'Italia è obbligata a promuovere e mantenere un'alta disoccupazione e non a promuovere e mantenere la piena occupazione. Con "dispotismo illuminato" è stata imposta la prevalenza del diritto dell'Unione su quello nazionale, promossa la rendita finanziaria, modificato il regime dell'euro previsto a Maastricht, e imposta per 27 anni un'altissima disoccupazione. Il consenso di massa è stato dovuto a una forma di fanatismo, l'"europeismo retorico": si è stati favorevoli all'integrazione, a prescindere dalla riflessione sugli interessi - di ceti, classi sociali, territori (il Mezzogiorno) e Stati - che venivano sacrificati. I risultati economici della rivoluzione europea per l'Italia sono catastrofici.
L'Italia nell'Unione Europea. Tra europeismo retorico e dispotismo «illuminato»
Titolo | L'Italia nell'Unione Europea. Tra europeismo retorico e dispotismo «illuminato» |
Autore | Stefano D'Andrea |
Collana | Varia |
Editore | Rubbettino |
Formato |
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Pagine | 276 |
Pubblicazione | 05/2022 |
ISBN | 9788849872286 |
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