Seminario Luigi Veronelli: I semi. Vite prot. delle culture material
Giuliano Bortolomiol. Il sogno del prosecco
Ettore Gobbato
Libro
editore: Seminario Luigi Veronelli
anno edizione: 2008
pagine: 120
Ettore Gobbato ha scelto la via della quotidianità; ha ricostruito i dialoghi come se stesse scrivendo un romanzo, ha raccolto decine di testimonianze come se stesse realizzando un reportage televisivo d'attualità e ha fuso tutto per raccontare la vita di un uomo che a piccoli passi, con coerenza e determinazione, nell'arco di una generazione ha trasformato il Prosecco, che era un vino che si consumava soltanto nei dintorni di Valdobbiadene e di Conegliano, in un vino internazionale che rappresenta, più di ogni altro, le bollicine made in Italy. Si inizia dal dopoguerra: è una storia di povertà e dignità, emigrazione, biciclette per andare a scuola, di ricostruzione del paese. Lo stato delle campagne era disastroso e i contadini preferivano abbandonare le colline per recarsi in pianura a cercare lavori più remunerati; era necessario convincere tutti che c'era un futuro in quel vino venduto sfuso e servito in caraffa: è la storia di un sogno senza voli pindarici, ma di passi concreti; la fondazione della Confraternita, la nascita dell' Azienda, l'istituzione del Consorzio, il restauro di Villa dei Cedri, la Mostra Nazionale degli Spumanti. Il tutto viene raccontato portando in primo piano i sentimenti familiari, la solidarietà degli amici, i piccoli gesti quotidiani, la voglia di vincere di questo protagonista della semplicità; frammenti di umanità che sono riusciti a trasformare la biografia di un imprenditore in un romanzo territoriale da leggere tutto d'un fiato.
Bruno e Marcello Ceretto. The barolo brothers
Mario Mariani
Libro
editore: Seminario Luigi Veronelli
anno edizione: 2007
pagine: 120
Giulio Gambelli. L'uomo che sapeva ascoltare il vino
Carlo Macchi
Libro
editore: Seminario Luigi Veronelli
anno edizione: 2007
pagine: 114
Giulio Gambelli è un orso. Scontroso, taciturno, si muove lento, ma emana un'energia straordinaria e i suoi gesti sono precisi, delicati, guidati da una sensibilità che va oltre quella che ci si può attendere da un uomo di quella stazza. Il suo naso è un laboratorio istintivo, immediato, così come senza mediazioni è il suo carattere, e con quel naso e con quel carattere ha contribuito, più che qualsiasi altra persona, a rovesciare il modo di fare vino in Toscana. La vita di quest'uomo è raccontata da una scrittura quasi naif, toscana fino al midollo, fatta di ironia, di frammenti gergali, di entusiastici coinvolgimenti; una scrittura disordinata all'apparenza, ma che poi si scopre ordinata da una logica diversa: non sono i fatti che determinano il flusso del racconto, ma le sensazioni che si provano, gli odori. Nulla di meglio per raccontare la vita di un uomo eccezionale, che ha lavorato per moltissime aziende diventando l'enologo per eccellenza senza averne il titolo, un uomo contro tutti, a suo modo un ribelle, certamente un toscano della razza più pura. La passione per la caccia lo fa un uomo ottocentesco, legato a tradizioni ancestrali, ma la sua modernità è fatta di silenzi.