ShaKe: Cyberpunkline
Hackers. Gli eroi della rivoluzione informatica
Steven Levy
Libro
editore: ShaKe
anno edizione: 2002
pagine: 464
Tutto iniziò nel 1958 al Mit, con gli amanti dei trenini del Tech model railroad club, le loro furtive utilizzazioni dei computer militari e la creazione dei primi programmi per suonare. Qui nacque l'etica hacker, una sorta di manifesto programmatico, che non poteva non far presa sull'humus libertario degli anni Sessanta. Tecniche di scassinamento delle porte dei laboratori, telefonate gratuite e radio pirata, il mercato, la lotta per l'accesso all'informazione... un viaggio, dagli anni Cinquanta fino al Richard Stallman dei nostri giorni, tra cervelloni, hippy e professori coraggiosi.
I motori di ricerca nel caos della rete. Kit di sopravvivenza tecnico-esistenziale
Claudio Parrini
Libro
editore: ShaKe
anno edizione: 2001
pagine: 122
Ventitré. La storia dell'Hacker Karl Koch
Hans-Christian Schmid, Michael Gutman
Libro
editore: ShaKe
anno edizione: 2000
pagine: 152
Bad attitude. Conflitto e rifiuto del lavoro nel postfordismo
Libro
editore: ShaKe
anno edizione: 1998
pagine: 192
Net.art. Culture di rete e attivismo digitale
Marco Deseriis, Giuseppe Marano
Libro
editore: ShaKe
anno edizione: 2003
pagine: 218
Crypto. I ribelli del codice in difesa della privacy
Steven Levy
Libro
editore: ShaKe
anno edizione: 2002
pagine: 352
Il cyborg. Saggio sull'uomo artificiale
Antonio Caronia
Libro
editore: ShaKe
anno edizione: 2001
pagine: 130
Il cyborg abita l'immaginario popolare ma si muove anche nei regni più concreti della produzione materiale e immateriale e, illuminando i rapporti fra reale e immaginario, esprime bene la nuova epoca in cui quest'ultimo diviene forza direttamente produttiva. Nato sulle pagine delle riviste pulp di fantascienza negli anni Venti e Trenta del Novecento, il cyborg ha seguito e anticipato il rapporto e il conflitto tra uomo e macchina. Oggi si ritrova anche nella disseminazione dei corpi multipli nelle reti tematiche, nelle derive dell'identità individuale, nelle nuove aggregazioni collettive mediate dal software. Può diventare, come ha proposto la Haraway, una delle nuove figure in cui si incarna la prospettiva della biopolitica.