Il tuo browser non supporta JavaScript!
Vai al contenuto della pagina

Accademia University Press: Tutto era musica

Molly Picon e gli artisti yiddish born in Usa

Molly Picon e gli artisti yiddish born in Usa

Marida Rizzuti

Libro: Copertina morbida

editore: Accademia University Press

anno edizione: 2021

pagine: 104

Chi è stata Molly Picon, cosa ha rappresentato per il teatro yiddish e per il teatro americano? Il volume prende avvio da questi interrogativi. Percorrendo la biografia dell'attrice è possibile individuare alcuni snodi importanti: l'identità americana e la mameloshen, l'autorialità e il ruolo della performance attoriale. Il contesto storico-sociale e la geografia sono stati di fondamentale importanza: agli inizi del Novecento lo Yiddish Theater District, nel Lower East Side di New York, è stato il laboratorio attivissimo nel quale Molly ha forgiato la propria identità artistica sulla base di due istanze: preservare e diffondere l'identità culturale e linguistica yiddish ed esaltare la funzione sociale ed educativa del teatro attraverso il divertimento. Grande attrice atipica, Molly è stata anche autrice di copioni e ha collaborato con alcuni grandi compositori. L'attrice ha anche permesso al teatro yiddish di aggiornarsi attraverso l'inserimento della lingua inglese negli spettacoli rivolti alle nuove generazioni di ebrei e a un pubblico più vasto. È stata insomma, lungo quasi tutto il XX secolo, una grande operatrice culturale, una interprete creativa dei vari media cui si è applicata.
12,00

Solomon Michoels e Veniamin Zuskin. Vite parallele nell'arte e nella morte

Solomon Michoels e Veniamin Zuskin. Vite parallele nell'arte e nella morte

Antonio Attisani

Libro

editore: Accademia University Press

anno edizione: 2020

pagine: 200

Vite parallele, quelle dei due grandi attori Solomon Michoels e Veniamin Zuskin, immerse nella speranza suscitata dal nuovo regime che per la prima volta nella storia riconosceva parità di diritti agli ebrei. Il primo Stato socialista del mondo attribuiva al lavoro culturale e artistico un ruolo fondamentale e gli ebrei progressisti contavano su questo presupposto anche per emanciparsi dal conservatorismo che caratterizzava gran parte della loro tradizione. Per quei giovani, moderni e formati in ambienti fortemente permeati dallo "spirito della musica", l'arte e il teatro si incontravano con le istanze della Rivoluzione d'Ottobre. Purtroppo l'utopia defluì nel giro di pochi anni in una violenta reazione opposta, destinata a seppellire sotto la pesante cappa del realismo socialista il critico, gioioso e trascendente grottesco del teatro yiddish, nonché provocando uno scontro che volse in tragedia e si concluse con la morte, l'esilio e il silenzio di quasi tutti gli interpreti russi della cultura yiddish. I due protagonisti di questo libro avevano scelto il teatro come ricerca della verità e ne subirono le amare conseguenze.
18,00

Da Odessa a New York. Una grande aquila, un re dello shund e altre stelle vagabonde

Da Odessa a New York. Una grande aquila, un re dello shund e altre stelle vagabonde

Antonio Attisani

Libro

editore: Accademia University Press

anno edizione: 2020

pagine: 216

A Odessa fu Jacob Adler, giovane campione di boxe e di ballo, a dare vita al primo teatro yiddish russo. Negli Stati Uniti Boris Thomashefsky, giovanissimo immigrato senza alcuna formazione specifica, fondò la prima compagnia yiddish professionale. Adler diventò un attore-mito con il soprannome di Grande Aquila, Thomashefsky fu il re dello shund, l'amato e disprezzato teatro-spazzatura. Per oltre un ventennio l'amicizia e la concorrenza tra i due diedero l'impulso più rilevante a un genere spettacolare al tempo stesso popolare e innovatore, capace di proporre in scena episodi biblici e scabrosi fatti di cronaca, controversie filosofiche e battaglie politiche. Le donne che i due incontrarono e che li affiancarono come attrici e compagne di vita furono altrettanto fondamentali nel determinare la fisionomia del teatro yiddish nella transizione dalla vecchia Europa a quella Amerike nella quale le più diverse etnie e culture cercavano di costruirsi un futuro di benessere e felicità. Sempre mescolando divertimento e commozione, risate e lacrime, il teatro yiddish realizzato durante pochi decenni tra il XIX e il XX secolo da alcune centinaia di artisti straordinari non fu soltanto il principale elemento identitario di una comunità ma anche un incredibile laboratorio senza il quale il teatro contemporaneo sarebbe molto più povero.
18,00

Tutto era musica. Indice sommario per un atlante della scena yiddish

Tutto era musica. Indice sommario per un atlante della scena yiddish

Luca Valenza, Marida Rizzuti, Veronica Belling, Antonio Attisani

Libro

editore: Accademia University Press

anno edizione: 2020

pagine: 416

Il teatro yiddish è una fiorente anche se breve civiltà teatrale fiorita tra l'Otto e il Novecento, che ha accompagnato milioni di ebrei dell'Europa centrale e orientale nelle nuove dislocazioni in tutto il mondo. Era un popolo in fuga da persecuzioni e miseria, alla ricerca di benessere e felicità, un popolo che si chiedeva se e come fosse possibile conciliare tradizioni e valori millenari con la modernità. Il teatro yiddish si è sviluppato in dialogo con l'operetta, il melodramma e il teatro borghese del tempo, creando proprie forme del tutto originali, soprattutto il cosiddetto grottesco yiddish. Popolare e sperimentale, attraversato dalla musica e dal canto, soprattutto espressione di grandi attrici e attori che ispiravano i drammaturghi e si confrontavano spregiudicatamente con i grandi autori del passato, il teatro yiddish ha poi cessato di esistere soltanto in apparenza, perché - come qui si dimostra - ha irradiato con le proprie invenzioni recitative, drammaturgiche e registiche il teatro e il cinema di oggi nelle sue migliori espressioni sia popolari che d'avanguardia.
29,00

Re Lear. Storia di uno spettacolo yiddish sovietico

Re Lear. Storia di uno spettacolo yiddish sovietico

Claudia D'Angelo

Libro

editore: Accademia University Press

anno edizione: 2020

pagine: 320

Il Re Lear di William Shakespeare andato in scena al Teatro Ebraico di Stato di Mosca (Goset) nel 1935 è un episodio fondamentale quanto poco conosciuto della cultura del Novecento. Gli attoriautori del Goset, in particolare Solomon Michoels nella magistrale interpretazione del vecchio re e Veniamin Zuskin, un Fool straordinario, guidati dal regista Sergej Radlov, realizzarono uno spettacolo da porre al vertice dell’arte scenica e attorica yiddish nella sua versione sovietica. In queste pagine si propone ai lettori di oggi la ricostruzione e l’analisi di una messinscena che ci permette di riflettere su un atto creativo e poetico talmente potente, per quanto basato su un “classico” inoffensivo, da innescare la feroce reazione del regime stalinista. L’esito della vicenda qui raccontata fu tragico, ma “rivedere” e riflettere su questa peculiare messinscena del testo shakespeariano permette di cogliere a distanza di tanti anni la straordinaria vitalità e attualità del “mistero del teatro”. In appendice è presentato in traduzione italiana il testo di Solomon Michoels Il mio lavoro sul “Re Lear” di Shakespeare, testimonianza di una cultura teatrale che a un secolo di distanza sembra prefigurare un teatro poetico ancora da venire.
24,00

Cercatori di felicità. Luci, ombre e voci dello schermo yiddish

Cercatori di felicità. Luci, ombre e voci dello schermo yiddish

Antonio Attisani, Alessandro Cappabianca

Libro

editore: Accademia University Press

anno edizione: 2020

pagine: 520

Quali possibilità di "riconoscersi" ha un popolo che ha perduto la propria patria, che è sul punto di perdere la propria lingua e che ovunque si stabilisca, in Europa, è considerato straniero, vessato e trattato in modo ostile, oppure, in America, costretto a un traumatico processo di omologazione? La letteratura, certo, la narrativa, i romanzi, i racconti: ma questo varrà solo per pochi acculturati. Bisognerà, quanto meno, che tale messe di ricordi, memorie, documenti e affabulazioni, trovi il modo di farsi spettacolo, di rappresentarsi sui palcoscenici, offrendosi prima di tutto nella vivezza concreta dell'invenzione teatrale; poi, successivamente, nel cinema, nei film. Questo volume a più voci racconta per la prima volta con cura l'avventuroso rapporto tra il teatro yiddish e il cinema, intendendo con ciò il dialogo tra le due arti e le rispettive prospettive critiche. Il tutto con riferimento ad alcune decine di film che oggi si possono vedere in edizione restaurata.
34,00

I viaggi di Veniamin. Vita, arte e destino di un attore ebreo

I viaggi di Veniamin. Vita, arte e destino di un attore ebreo

Ala Zuskin Perelman

Libro

editore: Accademia University Press

anno edizione: 2020

pagine: 336

"Il libro di Ala Zuskin Perelman sul padre è particolarmente importante perché sfida i miti che per lungo tempo hanno costituito la comprensione occidentale della cultura sovietica. Con il proprio tributo al padre, l'autrice ha creato una forma letteraria del tutto nuova; il protagonista, Veniamin Zuskin - semplice attore e uomo modesto e affascinante - incarna i tratti salienti della sua epoca, della sua arte e della sua gente." (Joshua Rubinstein, Harvard University). "L'autrice è riuscita a trovare l'equilibrio ideale tra l'attenzione meticolosa ai dettagli tipica dello studioso e la sensibilità commovente di una figlia. Il tema del teatro yiddish è noto tra gli studi accademici e da oggi nessuno studio sull'argomento potrà fare a meno di questo testo." (Gennady Estraikh, New York University). "Una efficace e commovente biografia del padre, l'attore Veniamin Zuskin, basata sui ricordi, la storia famigliare e un'ammirevole ricerca documentaria." (Jeffrey Veidlinger, University of Michigan)
19,00

Inserire il codice per il download.

Inserire il codice per attivare il servizio.