Ananke: Egittologia
Tomba tebana tt3 di Pashedu
Livio Secco
Libro
editore: Ananke
anno edizione: 2013
Questo testo racconta la storia della tomba Deir el Medina, il sito dove è stata scoperta, la vita del suo proprietario, interpretata da quanto gli antichi Egizi hanno voluto raccontarci, e infine le preghiere che, splendidamente decorate sulle pareti della tomba, hanno lo scopo di accompagnare il proprietario nell'aldilà.
Il vino nell'antico Egitto. Il passato nel bicchiere
Libro
editore: Ananke
anno edizione: 2014
pagine: 195
Dizionario egizio-italiano italiano-egizio
Livio Secco
Libro
editore: Ananke
anno edizione: 2014
pagine: 511
Il dizionario Egizio - Italiano, Italiano - Egizio contenente 4000 lemmi. Intuitivo e pratico nella consultazione è rivolto sia ad esperti, sia a chi sta muovendo i primi passi nel settore.
Corso di neoegiziano. Con elementi e nozioni di scrittura ieratica
Giacomo Cavillier
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2012
pagine: 323
Il neoegiziano è la lingua scritta e parlata in Egitto durante il Nuovo Regno e il III Periodo Intermedio (dalla XVIII alla XXIV dinastia). La "nuova" lingua (detta anche la lingua di Akhenaton, o la lingua dei ramessidi), che trae origine da forme rare e tardive del Medioegiziano, si afferma durante il regno di Akhenaton e perdura per buona parte dell'età ramesside sino all'epoca tarda. Peculiarità del neoegiziano è la sua vocazione "popolare" mediante l'uso di forme di comunicazione più essenziali e circoscritte (per lo più destinate a supporti come il papiro, con uso prevalente della scrittura ieratica) atte a limitare la complessità espressiva della matrice lingua classica. Il neoegiziano è dunque risultato di una sapiente riformulazione ed adattamento di selezionate strutture grammaticali preesistenti, quale efficace veicolo di comunicazione del quotidiano, capace di contemplare corrispondenza, testi amministrativi, testi funerari e religiosi, miscellanee scribali e composizioni a sfondo mitico e teologico. Le lezioni confluite nel presente volume, frutto dell'insegnamento universitario e della ricerca scientifica, costituiscono utile percorso introduttivo su uno dei fenomeni più interessanti e rilevanti della Civiltà dell'Antico Egitto.
La stele di Rosetta e il decreto di Menfi
Alberto Elli
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2009
pagine: 254
Visto l'interesse e il fascino che la Stele esercita su quanti si avvicinano all'Egitto, anche da semplici amatori, l'autore ha voluto offrire al lettore interessato, o anche solo curioso, la possibilità di averne sottomano il testo (cosa, tra l'altro, non facile da trovarsi) nelle sue tre versioni, con traslitterazione (per la parte geroglifica e demotica) e traduzione interlineare (per il testo greco, accanto alla versione in caratteri maiuscoli, così come appare sulla Stele, viene proposta anche quella in caratteri minuscoli, con i dovuti accenti). La presentazione poi della traduzione in formato sinottico (con le traduzioni dei testi geroglifico, demotico e greco su tre colonne affiancate), consente di farsi una rapida idea anche di come le versioni non fossero state concepite come traduzione pedissequa da una lingua all'altra.
Amenofi II. L'epopea di un faraone guerriero
Franco Brussino
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2009
pagine: 335
Durante il regno di Thutmosi III (XVIII dinastia, 1550-1295) l'Egitto era al culmine della sua potenza e al massimo della sua estensione territoriale. Il successore di Thutmosi III, Amenofi II, si trovò così ad amministrare il più grande regno che sino ad allora il mondo avesse conosciuto. Per consolidare la supremazia nelle regioni conquistate da Thutmosi III bisognava intervenire con grande energia e determinazione, e Amenofi II attuò questi interventi con grande veemenza e ferocia senza pari, meritandosi l'epiteto di faraone guerriero. Come caratteristica personale Amenofi II esibisce la propria forza fìsica, che ci viene descritta con insistenza e con dovizia di particolari, così come esaltate in più occasioni sono le dimostrazioni della sua abilità di arciere. Nel 1898 l'archeologo francese Victor Loret ne scoprì la magnifica tomba, che al suo interno rivelò la presenza di ben nove mummie reali, oltre a quella del suo possessore, e che costituì una delle più grandi scoperte archeologiche della storia dell'Antico Egitto.