Biblioteca dell'Immagine: Inchiostro
La colpa. Ascesa e caduta del Nordest
Alberto De Poli
Libro: Libro in brossura
editore: Biblioteca dell'Immagine
anno edizione: 2014
pagine: 167
La colpa narra l'ascesa e la caduta dell'anima del Nordest, attraverso gli occhi, la voce e la vita quotidiana di una famiglia veneta. Il lavoro, i rapporti tra genitori e figli, i ruoli nella coppia, il cambiamento e stravolgimento del territorio, i contadini divenuti operai e gli operai poi finiti cassintegrati, i sogni e le difficoltà della piccola industria, l'intera e profonda mutazione della società: anni di vita veneta vengono raccontati in un grande romanzo da uno dei nuovi e più talentatosi autori del Realismo letterario. In un viaggio a quattro voci, quella del marito, della moglie e dei due figli, attraversiamo la vertiginosa trasformazione del Veneto, alla scoperta di come eravamo e di come siamo diventati in poco tempo, dove l'economia ha creato più fratture che benessere, più attriti che progresso. Dove andremo a finire? pare chiedere l'autore attraverso i protagonisti del romanzo. La risposta vive in queste pagine struggenti e potenti, buie e luminose, pagine che raccontano la vita di tutti noi.
Turno di notte
Marco Anzovino
Libro: Libro in brossura
editore: Biblioteca dell'Immagine
anno edizione: 2014
pagine: 173
"Ora proviamo davvero a vivere" le scappò di dire per la prima volta nella sua vita. La notte coi suoi occhi dannati, dispersi e sopravvissuti alla burrasca dell'eroina, relitti alla deriva, navigazioni senza bussola, isole trovate. La notte come un tempo d'attesa e di speranza di un'alba che sta sorgendo all'orizzonte. La notte come musica silenziosa del dolore, ricca di suoni sognanti, parole del non detto, ritorni dall'altrove.
L'ultima Anguàna
Umberto Matino
Libro: Libro in brossura
editore: Biblioteca dell'Immagine
anno edizione: 2017
pagine: 288
È nell'estate del '56 che ha avuto inizio la vicenda? O è stato invece nel '48, nell'atmosfera di odi e rancori che la guerra aveva lasciato dietro di sé? Il brigadiere Baldelli viene incaricato di indagare su quei vecchi avvenimenti e torna nella piccola valle alpina dove aveva iniziato la propria carriera. La valle si è ormai trasformata: sono scomparsi i campi e i prati e un fitto bosco selvatico avvolge le contrade, sempre più deserte e desolate. Eppure quando nel '56 i tre fratellini Vito, Pino e Marilù, erano andati lassù in villeggiatura, una bucolica atmosfera alpestre aveva fatto da sfondo ai loro giochi infantili. I boschi e i monti parevano popolati da esseri magici e da alberi fatati, e ovunque aleggiava la presenza delle Anguàne, le favolose ninfe delle fonti, metà donne e metà serpenti. In quella valle appartata ogni luogo, ogni parola, rimandava all'antico dialetto tedesco dei mitici Cimbri, i Tzimber, il popolo dei boschi, delle miniere e delle fucine. Ma cosa accadde lassù in quell'estate lontana? Come mai la spensierata vacanza prese improvvisamente una piega drammatica? Il brigadiere Baldelli investiga, cerca, interroga, e un po' alla volta scopre le verità inconfessabili, i rancori tenaci, i delitti nascosti che hanno avviluppato tutti i protagonisti di quella storia in una tragica ragnatela.
Vita e morte della montagna
Antonio G. Bortoluzzi
Libro: Libro in brossura
editore: Biblioteca dell'Immagine
anno edizione: 2013
pagine: 141
"'Nessuno sa dov'è il pericolo, prima. Tutti lo sanno dopo, quando è passato. O ti è passato sopra'. Qui lo dice nonno Iaco Casal che paria del mondo durissimo di chi come lui abitava la montagna, fino a non molto tempo fa, ma è così sempre, anche in pianura, anche in città, anche in questi giorni. Eppure. Eppure è diverso affrontare la bufera oggi. Perché si è soli. E straordinario come tutto, proprio tutto, venisse ricompreso, assorbito, accolto, nel piccolo mondo di Curva Casal raccontato da Antonio G. Bortoluzzi. Anche la tragedia dell'alluvione, che si porta via le case, ma insieme vengono ricostruite. Una banca del tempo spontanea, che non prevede interessi: un'ora, cento, duecento ore di lavoro per costruire la casa a te, e le stesse ore tu mi dai per costruire la casa a me. La vita è tremenda, nessun romanticismo, chi scrive parla di storie che ha vissuto, un po' trasfigurate come deve essere, ma si riconoscono. La povertà c'era, il lavoro era troppo, ma era un lavoro con un ritmo di natura, non quello di oggi che si mangia la vita intera e chiuso nei capannoni della pianura non sa nulla delle stagioni. Non sa della neve, del freddo, del caldo. Solo lavoro. E se vien meno il lavoro, vien meno la vita. Come abbiamo potuto? Se lo chiede il protagonista della storia, ce lo chiediamo noi." (Mariapia Veladiano).

