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Biblioteca dell'Immagine: Storia

Castelli friulani. Volume Vol. 2

Castelli friulani. Volume Vol. 2

Marco Salvador, Matteo Salvador

Libro: Libro in brossura

editore: Biblioteca dell'Immagine

anno edizione: 2020

pagine: 240

Storie di Dame, Cavalieri e sanguinose guerre combattute nei Castelli di Caneva, Cordovado, Pinzano, Polcenigo, Porcia, Sesto al Reghena, Spilimbergo, Toppo, Torre, Valvasone e Zoppola. Dopo aver abitato per alcuni anni a Valvasone, i discendenti di Giovanni Francesco si stabilirono a Pordenone con un'ottima posizione sociale e una discreta ricchezza. Ciò fino al 1560, con un Francesco il cui padre aveva sperperato tutto lasciandogli solo cinquanta ducati. Egli allora si trasferì a Cormons dove le cose gli andarono di male in peggio. Perciò accolse l'oscena proposta, ma ben pagata sotto forma di dote, del nobile Giacomo de Casali di Udine: sposarne la figlia Francesca già ingravidata dal canonico Nicolò de Cassinis, a sua volta figlio illegittimo del canonico Leonardo e di una monaca di S. Nicolò di Udine, suor Soave. Francesca, definita dai più gentili come 'donna impudica', partorì da li a poco una figlia cui fu dato il nome di Leonarda; ma anche a far nascere la seconda figlia, Costanza, ci pensò il canonico Cassinis così come il terzo ed unico figlio maschio, Enea, nato quando il povero Francesco era già morto. Enea, a sua volta, scoperto dal padre naturale Nicolò de Cassinis a svuotargli il forziere, fu da questi assassinato a pugnalate nel 1546. Allora il boccaccesco canonico venne rinchiuso nella prigione di Gradisca dove tentò il suicidio. Trasportato a Cividale, morì poco dopo assistito dalla sua amante Francesca.
14,00

Castelli friulani. Volume Vol. 1

Castelli friulani. Volume Vol. 1

Marco Salvador, Matteo Salvador

Libro: Libro in brossura

editore: Biblioteca dell'Immagine

anno edizione: 2020

pagine: 336

Lotte fratricide, scorrerie, guerre e pestilenze, atti nobili e ignobili dentro e fuori le mura dei castelli friulani. Qui si narrano le vicende e le storie di Ahrensperg, Ariis, Artegna, Cassacco, Castelmonte, Colloredo di Monte Albano e Mels, Cucagna e Zucco, Moscarda, Osoppo, Partistagno, Ragogna, Rive d'Arcano, Rosazzo, Strassoldo, Udine, Villalta. Il 4 novembre del 1431, dopo una tenace resistenza degli assediati, Rosazzo venne ripresa dalle milizie ungheresi le quali, trascorsi ben quattro secoli dalle terribili scorrerie che avevano portato in Friuli, non dovevano aver perso certe abitudini: tagliarono infatti la mano destra a tutti i sopravvissuti e saccheggiarono e devastarono l'intero complesso abbaziale. Alcuni giorni dopo l'esercito veneziano le affrontò fra Manzano e Cormons, sconfiggendole. A quel punto scattò la terribile vendetta dei serenissimi, raddoppiata in quanto a crudeltà: vennero infatti mozzate entrambe le mai agli ungari catturati, e cavati loro gli occhi. Poco prima che questo fiume di sangue si riversasse nei territori abbaziali, i monaci benedettini avevano preso la sofferta decisione di abbandonare il complesso. La politica e le guerre avevano soffocato il desiderio di dedicarsi a Dio in serenità.
15,00

Guerra quotidiana. Cronache di vita a Padova 1915-1918

Guerra quotidiana. Cronache di vita a Padova 1915-1918

Toni Grossi

Libro

editore: Biblioteca dell'Immagine

anno edizione: 2018

pagine: 450

Una storia della Grande Guerra, non quella combattuta al fronte, con aerei che bombardano le linee nemiche, carri armati, baionette e fucili; ma quella quotidiana di una popolazione chiamata a resistere alla fame, alla paura, alle privazioni, agli sconvolgimenti della vita di ogni giorno. Il campo di battaglia è Padova, città coinvolta, a livelli diversi ma pur sempre significativi, dall'evolversi del conflitto. Una lotta per la sopravvivenza, che tocca tutti gli aspetti, economici e sociali; dall'inarrestabile aumento dei prezzi alla povertà crescente; dalle furbizie dei commercianti alla disperazione impotente dei consumatori; dalle difficoltà delle scuole ai drammi dei poveri, famiglie abbandonate, vecchi, bimbi, ragazzi; dalla precarietà dell'economia bellica all'impegno cittadino nel segno della solidarietà sussidiaria. Infine, l'amara constatazione che per Padova, essere divenuta "Capitale al fronte", più che un onore o un merito, è stato un ulteriore aggravio di fatiche e sofferenze.
12,00

A proposito del destino. Le avventure del reduce Michelangelo Scandola

A proposito del destino. Le avventure del reduce Michelangelo Scandola

Eugenio Bevilacqua

Libro: Libro in brossura

editore: Biblioteca dell'Immagine

anno edizione: 2013

pagine: 111

Il reduce Scandola è la testimonianza vivente di tutte quelle cose con le quali lui, e altri come lui, non poterono loro malgrado evitare di misurarsi: il criminale dilettantismo con il quale l'Italia partecipò al conflitto, lo scarso rispetto per la vita umana nella cultura di quel periodo, la codardia di molti che ebbero posti di responsabilità, ma pensarono solo a se stessi, e la beffa finale dell'amnesia generale di fronte alla tragedia nazionale che avvolse il Paese al termine della guerra. Allo stesso tempo è anche la dimostrazione del potere dell'ottimismo, della vitalità giovanile e di una inevitabile dose di incoscienza le quali assieme spesso creano quella mistura che aiuta a realizzare anche le imprese più inverosimili. D'altronde, anche con la fortuna e il giusto atteggiamento mentale, se non possiedi una fibra adeguata non torni vivo dall'inferno di El Alamein.
12,00

Mamma li turchi. Il leone e la mezzaluna

Mamma li turchi. Il leone e la mezzaluna

Roberto Gargiulo

Libro: Libro in brossura

editore: Biblioteca dell'Immagine

anno edizione: 2006

pagine: 200

Sorgeva l'alba del 5 aprile 1453. Tutto il territorio tra il Mar di Marmara e il Corno d'Oro era ricoperto da una moltitudine di fanti, cavalieri e marinai, vestiti nelle foggie più diverse, che si agitava al ritmo di trombe e tamburi. Non vi era nulla di festoso in quello spettacolo. I Cristiani più avveduti capirono che stava per iniziare la grande scorreria dei Turchi in Europa e in Italia. Al secondo canto del gallo del 29 maggio 1453, quell'immenso esercito guidato dal giovane Maometto II si mise in marcia, dando inizio alla guerra tra Oriente e Occidente. Da quel momento tra i villaggi e le popolazioni dei Balcani, dell'Austria e dei territori orientali e costieri dell'Italia risuonò sempre più spesso un grido che, se nelle diverse lingue e dialetti assumeva toni ed echi differenti, conservava tra i profughi stiriani, sloveni, ungheresi, carinziani, friulani, pugliesi o calabresi, un comune significato di terrore ed il costante timore per un futuro di dolore e schiavitù: "Mamma li Turchi".
13,00

I cristiani. XX secoli di Chiesa in Friuli
13,00

Friuli Venezia Giulia. L'arte del Novecento
12,91

I patriarchi. La spada e la croce. 15 secoli di storia
11,36

Corsero li turchi la patria

Corsero li turchi la patria

Roberto Tirelli

Libro

editore: Biblioteca dell'Immagine

anno edizione: 1999

pagine: 160

12,91

Storia degli Uscocchi. Trascritta dal testo originario di Minuccio Minucci e Paolo Sarpi

Storia degli Uscocchi. Trascritta dal testo originario di Minuccio Minucci e Paolo Sarpi

Umberto Matino

Libro: Libro in brossura

editore: Biblioteca dell'Immagine

anno edizione: 2015

pagine: 340

Uscocchi, i pirati dell'Adriatico. Per quanti se ne ammazzassero, altrettanti ne spuntavano fuori. La Storia è sempre ricca di sorprese e più la s'indaga più si resta stupiti per la singolarità delle vicende che s'incontrano. Si scoprono avventure pittoresche ed eventi impensabili, accaduti a due passi da casa nostra, magari là dove oggigiorno portiamo i bimbi in vacanza. Come, ad esempio, questa storia dei pirati dell'Adriatico: pirati veri e propri, della stessa risma e della medesima audacia dei ben più famosi bucanieri dei Caraibi, o dei corsari barbareschi che per secoli infestarono il Mediterraneo. Quest'ultimi furono pirati di religione mussulmana e le loro scorrerie diedero origine all'urlo atterrito "mamma, li Turchi!" che echeggiò a lungo sui nostri mari. I pirati le cui gesta sono narrate nel presente libro, furono invece dei filibustieri cristiani, e anzi specificatamente cattolici e ortodossi. Il nome col quale sono passati alla storia è Uscocchi, dalla parola croata uskok che significherebbe fuggiasco. Questo è un viaggio nel 1500...
14,00

Pignarûl. Storie di uomini e del fuoco epifanico
12,00

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