66thand2nd
Il mio nome è Jackie Robinson
Scott Simon
Libro: Copertina morbida
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2011
pagine: 170
Nel 1945, mentre le truppe americane si apprestano a rientrare in patria, un coraggioso dirigente dei Brooklyn Dodgers, Branch Rickey, decide di ingaggiare il ventiseienne giocatore nero Jackie Robinson. Fino a quel momento il grande baseball delle Major Leagues era segregato: soltanto i bianchi vi potevano giocare. Ma nel campionato del 1947 Robinson infrange la barriera del colore e diventa il primo afroamericano a giocare nelle Major Leagues. "Il mio nome è Jackie Robinson" ripercorre le tappe di questa prima esaltante stagione di Robinson nei Dodgers. È il racconto di una pagina di storia che ha illuminato le contraddizioni dell'America del secondo dopoguerra, oltre che il toccante affresco di una Brooklyn d'epoca. Ma è soprattutto il ritratto di un grande atleta che ha dovuto affrontare insulti, discriminazioni e minacce di morte solo per poter giocare a uno sport in cui eccelleva. E per questo - l'attesa dell'integrazione sui campi da gioco - che la figura di Robinson ha trasceso la dimensione dello sport per trasformarsi in un'icona della cultura americana. Non a caso il presidente Barack Obama lo include tra i tredici grandi personaggi che con il loro esempio hanno cambiato il corso della storia: "Jackie Robinson ci ha mostrato come trasformare la paura in rispetto".
Il campione
David Storey
Libro: Copertina morbida
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2010
pagine: 330
Arthur Machin lavora come operaio in una fabbrica delle industrie meccaniche del signor Weaver e vive, in cambio di pochi soldi e di una mano nei lavori domestici, dalla signora Hammond, una vedova con due bambini. La sua vita cambia quando viene ingaggiato dalla squadra di rugby della cittadina di Primstone; grazie al talento e alla generosità in campo, Arthur diventa l'idolo dei tifosi e contemporaneamente inizia una tormentata relazione amorosa con la sua padrona di casa. Con la sicurezza e spavalderia acquisite giocando a rugby, Arthur combatte nella vita come sul campo; in attesa di riscattarsi, sfida la rassegnazione, la mediocrità e il conformismo che lo circondano. Nel tratteggiare con realismo le personalità dei protagonisti e le loro relazioni, David Storey descrive in modo magistrale l'Inghilterra del Nord degli anni Sessanta, dura, fredda, costantemente grigia per quella cenere delle miniere e delle industrie che tutto tenta di ricoprire, anche i cuori delle persone.
Tenete alte le lanterne
Lakshmi Persaud
Libro: Copertina morbida
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2010
pagine: 379
Uno stupro nel sole cocente di Trinidad, seppellito nella memoria dell'unica testimone: Vasti Nadir, allora appena dodicenne. Il ricordo torna in superficie anni dopo, quando Vasti è costretta dalla famiglia ad acconsentire al matrimonio combinato con il violentatore. Nella trance indotta dallo stato di prostrazione in cui cade, le viene in aiuto lo specchio della bisnonna, un bellissimo oggetto appartenuto a un'antica regina. Con un salto indietro nel tempo, Vasti rivive la coraggiosa lotta per la libertà di tre regine indiane, determinate a sfidare la tradizione e i precetti religiosi che condannano le vedove a diventare sati e immolarsi sulla pira del marito per onorarlo anche nella morte. In un succedersi di intrighi e colpi di scena, la protagonista presenza immateriale da un futuro lontano - assiste alla creazione di un nuovo corso, destinato a cambiare le convinzioni sociali sulla vedovanza, che fornirà una speranza di vita migliore a milioni di persone nel continente indiano. Da questa esperienza Vasti trae la forza necessaria per trasformarsi da vittima in microicona di tutte le donne che non vogliono più accettare l'ingiusto esproprio della loro giovane vita. Avvolta dalle immagini di un'India d'altri tempi e di assolati paesaggi caraibici, si snoda la riflessione sul difficile rapporto tra tradizione e progresso. Ma si può veramente cambiare il destino del popolo delle donne, è la domanda? A poco a poco, sembra rispondere a bassa voce Vasti, a poco a poco.
Il sogno del calciatore adolescente
J. J. Armas Marcelo
Libro: Copertina morbida
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2010
pagine: 203
Nell'isola di Gran Canaria, negli anni Cinquanta e Sessanta, un gruppo di bambini, poi ragazzi, cresce con una passione irriducibile per il calcio e con il sogno di giocare un giorno nel grande Real Madrid. L'autore è uno di loro, e condivide con i lettori, con naturale confidenza, quel periodo della sua vita, "quando eravamo i migliori", quando l'intera isola si identificava con la Union Deportiva, la squadra vincente che la rappresentava. Così facendo, Armas Marcelo svela un calcio d'altri tempi, dove l'estetica, la fantasia, l'estro individuale erano canoni imprescindibili che riuscivano a prevalere su una concezione burocratica e affaristica del gioco. "Il sogno del calciatore adolescente" coinvolge e commuove, racconta i sogni e le speranze giovanili, l'attesa della giusta opportunità, l'attaccamento alla propria terra, la vita nella Spagna franchista, i ricordi di campioni e partite immortali. Il tutto illuminato, oltre che dal sole delle Canarie, dall'amore per il calcio; anzi, dal "senso calcistico della vita".
Hurricane. Il miracoloso viaggio di Rubin Carter
James S. Hirsch
Libro: Libro in brossura
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2010
pagine: 592
Nel 1966 Rubin Carter, pugile nero di ventinove anni, viene arrestato per l'omicidio di tre bianchi a Paterson, New Jersey. Ha così inizio una delle vicende giudiziarie più note e controverse degli Stati Uniti d'America. A favore di Carter, detto Hurricane, "l'Uragano", si attivano interi settori dell'opinione pubblica liberal e molti personaggi famosi, primi fra tutti Muhammad Ali e Bob Dylan, che per Carter scrive una ballata divenuta popolarissima. Ma è il supporto di alcuni anonimi canadesi, appartenenti a una comune, a risultare decisivo per le sorti di Hurricane: dopo aver trascorso in prigione quasi vent'anni, viene definitivamente scarcerato nel 1985. Hurricane non è solo lo scrupoloso resoconto della vicenda giudiziaria e umana di Carter, della sua attesa della libertà, dal carcere e da altri demoni. È anche uno straordinario affresco di quarant'anni di storia americana tra i più intensi, quelli delle tensioni razziali e delle battaglie per i diritti civili. Anni in cui si è cominciato a riconoscere i pregiudizi e a spazzarli via, come fa un uragano.
Fino a diventare uomini
Thomas Brussig
Libro: Copertina morbida
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2010
pagine: 82
Qual è il senso del calcio? Perché le donne non ne capiscono nulla? Che rapporto c'è tra il calcio e la teoria dell'evoluzione, la Natura, la storia delle nazioni, la geopolitica, la giustizia, il dramma della disoccupazione, la Borsa? E ancora, cosa significa allenare una squadra giovanile di provincia nella Germania Est, prima e dopo la caduta del Muro? A queste domande dà risposta un allenatore, in un monologo serrato e spontaneo. Non conosceremo il nome dell'allenatore, né quello della ex moglie, del figlio, dei giudici, dei dirigenti, dei politici che popolano la storia. Conosceremo solo due nomi, Energia Börde e Heiko. Per l'allenatore contano solo loro: la squadra e il suo capitano, il cui dramma personale può nuocere anche al gruppo. Allenare i ragazzi, aiutarli a crescere, essere con loro, attendere che diventino uomini: con la squadra e per la squadra, l'allenatore senza nome si realizza e riscatta una vita, appunto, anonima.
Black bazar
Alain Mabanckou
Libro: Libro in brossura
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2010
pagine: 224
Il Sederologo si aggira affranto per rue Saint-Denis, Chàteau-Rouge, dove il melting pot - un bazar nero di razze, lingue, stili, musiche, danze - sembra una diaspora africana in miniatura: congolesi, ivoriani, camerunensi, maghrebini e antillani ovvero "i negri albini", j'accuse vivente ai neri d'Africa che li vendettero come schiavi. Tutti insieme a riempire condomini e bar chiassosi come il Jip's. Esule della Repubblica del Congo, raffinato dandy, cultore della scienza dei sederi - dimmi come cammini e ti dirò chi sei -, membro della Società dei Sapeur - i neri che amano vestire bene perché anche "se l'abito non fa il monaco, è comunque dall'abito che si riconosce il monaco" -, il Sederologo è stato piantato dalla donna per l'Ibrido, un primitivo suonatore di tam-tam in un gruppo che non conosce nessuno. Il Sederologo, fedele alter ego dell'autore, ricorre allora alla scrittura tormentata, diaristica, colorita - per attutire il dolore dell'abbandono, la delusione della paternità sfumata. Mabanckou, con umorismo e ironia, mescola finzione e ricordi autobiografici per dire la sua sulla condizione dei neri nella Francia di oggi, specchio di un'integrazione progredita ma difficile: neri divisi come in patria e senza leadership, scettici sull'Unione Africana, ma sempre e comunque fratelli.
La partita perfetta
Michael Shaara
Libro: Copertina morbida
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2010
pagine: 163
Billy Chapel è un campione di baseball, uno dei più grandi di sempre. Lancia da diciassette anni per la stessa squadra e la sua carriera sta volgendo al termine. Nel breve spazio di un mattino Billy apprende di essere stato venduto a un'altra squadra e che Carol, la sua fidanzata da quattro anni, ha deciso di lasciarlo per sposare un altro uomo. Lo stesso pomeriggio Billy scende in campo per quella che potrebbe essere la sua ultima partita: tra un lancio e l'altro, tra una giocata e l'altra, ripercorre i momenti salienti della sua vita e arriva infine a realizzare i suoi sogni di atleta e di uomo. L'autore, con una prosa scrupolosa e di impatto, alterna il flusso dei pensieri di Billy a dialoghi serrati e descrizioni in terza persona.
La principessa e il pescatore
Minh Tran Huy
Libro: Libro in brossura
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2010
pagine: 189
Un amore perduto è l'emblema della caducità delle cose, della malinconia che avvolge la loro natura temporanea. L'incontro con Nam, giovane in fuga dalla sua terra, spinge la protagonista Lan a confrontarsi con il proprio paese d'origine, quello in cui non è nata - lei, francese benestante - ma dal quale vengono i suoi familiari, esuli della diaspora seguita alla guerra d'Indocina. Le tradizioni apprese dall'amatissima nonna, il rigore e la determinazione dei genitori nell'integrarsi con successo in un paese straniero, la tenacia di Nam nel guadagnarsi la cittadinanza francese, la bellezza e crudeltà del Vietnam, la vergogna di non aver dovuto lottare e avere, ugualmente, tutto: sono i tratti della storia di coloro che oscillano tra mondi diversi, non per scelta ma per fatale accadimento. In un'atmosfera sospesa tra autobiografia e finzione, dove le leggende popolari sono cornice e strumento di interpretazione della vita, Lan diventa il paradigma del disagio della second generation nel rapporto con le origini. Lo stile preciso e garbato della Huy scardina i luoghi comuni sull'identità culturale e sulla riscoperta delle radici. "Il mondo l'avevo conosciuto in francese, leggevo in francese, pensavo in francese. [... ] Si poteva davvero parlare di "radici" quando queste erano state recise il giorno stesso in cui ero venuta al mondo a Clamart?". Sì, perché la forza del passato è una radice feconda che segna il volto per sempre.
Litania di un arbitro
Thomas Brussig
Libro: Copertina morbida
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2009
pagine: 92
Uwe Fertig è un importante arbitro di calcio. Uscito dal tribunale dove ha atteso la sentenza di un processo che lo vede doppiamente e contraddittoriamente coinvolto, Fertig si lascia andare a una sferzante invettiva contro tutte le ipocrisie della società. La vita nella Germania Est, quella nella Germania riunificata, i mondi della comunicazione, del calcio, della giustizia e della medicina: Fertig non risparmia niente e nessuno. La ragione autentica di questo sfogo, di questa litania, si rivelerà nella sua drammaticità e potenza solo alla fine, e con essa tutta la disperata umanità dell'arbitro Fertig.
Il profeta di Zongo Street
Mohammed N. Ali
Libro: Libro in brossura
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2009
pagine: 210
Zongo Street è ovunque, o non esiste, e non è semplicemente un quartiere immaginario o immaginifico di Rumasi, è un incubatore, "il posto dove nascono le storie che ho bisogno di raccontare", siano esse ambientate a Zongo Street stessa o a New York (o Long Island o ovunque nel nostro Occidente), prima e dopo l'Undici settembre, storie la cui radice profonda - allegorica, irreale o concretissima - penetra negli archetipi dell'immortale spirito della favola. Ogni storia (o favola, appunto) è un'esperienza condivisa, il mimetizzato resoconto di un'iniziazione, una partecipata rielaborazione di ricordi, perché "nessuno scrittore può distaccarsi dal suo vissuto". Personaggi nati in Ghana, divenuti americani o no, proiettati per necessità nel mainstream di New York, l'ombelico del mondo, o ghanesi senza Occidente, a casa loro con i loro racconti senza tempo, personaggi ubiqui - la badante Shatu che non vuole morire a New York; il pittore Felix; il venditore di tè Mallam Sile; Suraju, il più scaltro truffatore di Zongo Street; Mewuja, il bambino più cattivo dell'universo - e indimenticabili, talmente reali da sembrare più veri di chi li ha ispirati. Ali, in fondo, con la sua brevità densa e una leggerezza che arriva direttamente al cuore - prerogativa degli scrittori che rimangono -, pur negandone la ragione d'essere, e proprio perché i mondi non sono diversi o incompatibili, suggerisce un modello di integrazione opposto ai piagnistei contemporanei: l'arte commovente della vita.
Il club dei bambini perduti
Rebecca Lighieri
Libro: Libro in brossura
editore: 66thand2nd
anno edizione: 2025
“Se avessi figli oggi, sarei in guerra” dice Miranda, 27 anni, alla fine del romanzo. I bambini e i giovani dovrebbero essere al centro delle nostre preoccupazioni, poiché sono loro a pagare il prezzo delle nostre scelte, dei nostri errori e delle nostre rinunce. Miranda rappresenta pienamente la sua generazione ma sfugge a definizioni e diagnosi. Una depressione ha rivelato la sua sensibilità estrema, che però si sviluppa in facoltà soprannaturali, responsabili di apparizioni, sdoppiamenti, presenze fantasma. Gli adulti sono incapaci di comprendere cosa c’è che non va in questi giovani perduti, come sono incapaci di accedere a manifestazioni paranormali, a comunicazioni invisibili. Questa è una delle grandi tensioni che Rebecca Lighieri esplora: il nostro rapporto collettivo con l’invisibile, l’inspiegabile, il magico, è andato perduto nei secoli e ritorna qui come sintomo romantico della solitudine di un’intera generazione. In questo grande romanzo corale a due voci, narrato dalla figlia Miranda e dal padre Armand, si confrontano due mondi – e due visioni romantiche – che cercano disperatamente di capirsi. Armand incarna il buon senso, la vitalità quotidiana, Miranda un’attenzione all’invisibile e un’inquietudine, una compassione e un’empatia profonde. “Miranda è un mistero” ripete Armand. Appartiene a uno strano club, quello degli adolescenti a cui “non è mancato nulla, tranne quella gioia pura ed essenziale che alcuni provano semplicemente per il fatto di essere vivi”.