Arkè

"Il titolo di questo breve e intenso testo, "I petali e i giorni", non porta con sé l'invito a sfogliare un fiore, per rispondere alla magica domanda degli innamorati: "M'ama?" o "Non m'ama?". "Petali" per Nora, la sua autrice sono, piuttosto, momenti di vita, tappe dell'esistenza, affidati alla narrazione dei rapporti tra madre e figlia, in un momento delicato della loro storia, quando per l'una diventa "palese il venir meno del fiore" e per l'altra si affaccia il bisogno di riempire il tempo che resta con immagini e sensazioni credibili, pari all'esperienza vissuta insieme". (Dalla prefazione di don Marcello Farina)

Abitare il nostro corpo, riconoscere nel corpo dell'altro un luogo abitato e fare di questa consapevolezza il fondamento di un modo nuovo di stare nel mondo e in relazione: questo l'invito rivolto dalla mediazione corporea secondo il modello eco-biografico di Arkè a tutti coloro che hanno a cuore una cura di sé e del mondo che metta al centro la ricchezza e complessità di ognuno e la potenza del legame che ci affratella.

Scrive Piero Roggero nella presentazione: “Questo libro è nato dallo spunto avuto in occasione di una lezione del prof. Ivo Lizzola sul tema della cura. Dire che gli operatori delle molte relazioni d’aiuto dovrebbero diventare un po’ esperti di penombra, ha permesso una sosta riflessiva non solo sul paradigma imperante che chiede sicurezza, certezze, vie definite e chiare, parole sempre certe, ma anche sulle pratiche, per vedere se veramente non sia necessario accostarsi all’altro un po’ in ritardo, trattenere il passo, camminare a fianco secondo il suo ritmo, seguirne i sentieri non sempre lineari e sgombri”. I contributi offerti sono frutto di una riflessione condivisa ed elaborata curata da tutto il gruppo Riva 11, gruppo classe dell’undicesimo percorso triennale in counseling biografico organizzato da Arkè formazione di Riva del Garda e da docenti dello stesso corso.

Ha cercato parole per raccontare, l’autrice: l’amore e il vuoto, l’eternità e la fine, il dissolversi e la permanenza, guardando in faccia con lucidità la morte e il morire, battendo i pugni contro l’invincibile fragilità del corpo, della bellezza e del bene... ma affidando la morte e il lutto al ciclo immutabile e misterioso delle stagioni ha anche intravisto una speranza che sottrae loro l’ultima parola e li restituisce a un tempo aperto al futuro e alla luce di nuove.