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Oggi l'Europa, con la sua indipendenza dai blocchi contrapposti, ha l'occasione di diventare un punto di riferimento nel mondo. Per riuscirci, però, deve rafforzarsi e spingere con decisione il percorso di integrazione. Per questo motivo, prima di accogliere nuovi paesi dell'Est, è necessario rivedere le regole che permettono a ogni stato membro di bloccare le decisioni con il proprio veto. In occasione dei quarant'anni dall'accordo di Schengen, inoltre, l'Unione europea potrebbe compiere un ulteriore passo avanti creando un codice comune di sicurezza sociale, un elemento importante per rafforzare quell'identità europea che, per molti giovani, è già parte della loro vita quotidiana.

In un contesto internazionale sempre più instabile, l'aumento degli investimenti nella difesa europea appare inevitabile. Ma lo sono anche le ricadute: più risorse militari significa meno fondi per usi civili. Per evitare sprechi e duplicazioni, serve una regia unica a livello europeo, non una corsa solitaria al riarmo da parte dei singoli stati Ue. In un'epoca segnata da guerre prolungate e innovazioni tecnologiche che premiano chi si difende, un'economia solida è l'arma strategica più potente.