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Edizioni Alegre

La Palestina è una questione femminista

La Palestina è una questione femminista

Nada Elia

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 224

Le donne palestinesi raramente vengono poste al centro dei dibattiti sulla Palestina, in genere interpretata attraverso una lente maschile e, spesso, militarizzata. Così come spesso sono escluse dai dibattiti del femminismo occidentale mainstream. Nada Elia, con questo libro pieno di rabbia, amore e speranza, cambia il consueto punto di vista sul conflitto mediorientale mettendo al centro della sua analisi intersezionale l'attivismo delle donne palestinesi, e dimostrando che nessuna visione della resistenza può dirsi completa se non dedica ampio spazio al loro contributo. Le donne palestinesi, del resto, sono un bersaglio chiave di Israele fin dalla Nakba del 1948: uccise, stuprate, obbligate a partorire sotto il controllo medico israeliano, denutrite, costrette a vedere i propri figli e figlie morire sotto le bombe, nelle camere di tortura o negli ospedali. Sono un bersaglio chiave perché quello sionista non è solo un regime di apartheid ma è un progetto coloniale d'insediamento. E quest'ultimo, per sua natura, deve assoggettare le donne colonizzate in quanto portatrici del passato (la tradizione) e del futuro (la riproduzione biologica) del loro popolo. Oggi il pinkwashing fa parte della propaganda che presenta Israele come un'oasi di libertà e democrazia all'interno di una regione arretrata e omofoba. Ma nella realtà il colonialismo è sempre sessualmente violento. E la militarizzazione della società intensifica la matrice patriarcale delle comunità palestinesi così come normalizza la violenza in quelle israeliane, arrivando fin dentro le mura domestiche. È giusto allora, porre la questione femminista al centro dell'analisi dell'occupazione coloniale della Palestina. Perché, come dicono i collettivi femministi palestinesi, «non ci può essere una terra libera senza donne libere».
16,00

Le atrocità di Mussolini. I crimini di guerra rimossi dell'Italia fascista

Le atrocità di Mussolini. I crimini di guerra rimossi dell'Italia fascista

Michael Palumbo

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 416

Questo libro è stato già pubblicato nel 1992 (con il titolo L'Olocausto rimosso), ma nessuno ha mai potuto trovarlo in libreria. La casa editrice Rizzoli decise infatti, subito dopo averle stampate, di mandare al macero tutte le copie di questo testo, ritenuto evidentemente troppo scomodo. Il lavoro di ricerca di Michael Palumbo sulla storia dei crimini di guerra del fascismo era già presente nel documentario Fascist Legacy prodotto dalla Bbc nel 1989, anch'esso acquistato dalla Rai e mai mandato in onda nonostante L'Unità del 10 giugno 1990 lo definisse come l'opera che «ha posto fine per sempre alla leggenda degli "italiani brava gente"». Palumbo ha portato infatti alla luce la decisiva documentazione proveniente dagli archivi nazionali degli Stati Uniti a Washington DC e dalla Commissione delle Nazioni Unite per i Crimini di Guerra con cui, insieme a ulteriore materiale reperito in dieci lingue diverse, comprova le atrocità commesse in tutti i paesi in cui l'Italia entrò in guerra: dalla Libia all'Etiopia, dalla Grecia alla Jugoslavia. Crimini poi insabbiati dagli angloamericani per non disturbare gli equilibri del dopoguerra e mantenere a disposizione una classe dirigente utile alla crociata anticomunista della nuova Italia democratica. Successivamente, tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, altri studiosi hanno pubblicato importanti ricerche sui crimini di guerra fascisti. Arrivando solo oggi nelle librerie italiane, Le atrocità di Mussolini completa il quadro. Lo stile di Palumbo e la drammaticità degli eventi offrono un affresco tragico e illuminante di cosa è stata l'Italia fascista, un volto che le forze politiche eredi di quella stagione provano costantemente a rimuovere dalla memoria nazionale.
20,00

Torri d'avorio e d'acciaio. Come le università israeliane sostengono l'apartheid del popolo palestinese

Torri d'avorio e d'acciaio. Come le università israeliane sostengono l'apartheid del popolo palestinese

Maya Wind

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 320

In Occidente le università israeliane vengono dipinte come bastioni liberali del pluralismo e della democrazia, ma in realtà hanno un ruolo chiave nel regime di oppressione del popolo palestinese. Rendendo accessibili a livello internazionale molti documenti ufficiali israeliani, Maya Wind mostra infatti come i corsi di laurea, le infrastrutture dei campus e i laboratori di ricerca siano attivamente coinvolti in ciò che è sempre più diffusamente riconosciuto come un regime di apartheid. Descrive il modo in cui i dipartimenti di scienze giuridiche elaborano interpretazioni innovative per mettere Israele al riparo dalle condanne o dalle indagini internazionali per «crimini di guerra» o «genocidio». Rivela come le ricerche archeologiche fabbricano prove a sostegno delle rivendicazioni territoriali israeliane cancellando la storia araba e musulmana e avvalorando l'uso degli scavi al fine di espandere gli insediamenti ed espropriare le terre palestinesi. Documenta le collaborazioni con le forze armate e i produttori di armi nazionali e internazionali. Racconta come gli atenei stessi, fin dalla loro fondazione, fungano da avamposti di insediamento nelle terre palestinesi confiscate. E denuncia la violazione delle libertà accademiche fondamentali di docenti e studenti con approccio critico, oltre alla violenta repressione dei movimenti studenteschi. Un libro che sta facendo discutere gli atenei di tutto il mondo, perché indica la fondatezza della proposta di boicottaggio dei rapporti di ricerca con le università israeliane al centro delle mobilitazioni contro la guerra a Gaza.
18,00

La cattura delle élite. Come le identità oppresse vengono strumentalizzate dal potere

La cattura delle élite. Come le identità oppresse vengono strumentalizzate dal potere

Olúfémi O. Táìwò

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 144

Le discussioni sul "politicamente corretto", le "guerre culturali" e le "politiche delle identità" polarizzano il dibattito da una sponda all'altra dell'Atlantico. Il giovane filosofo afroamericano Táíwò, attingendo dalla tradizione del pensiero anticoloniale, mostra però quanto il concetto di identity politics oggi in voga sia molto distante da quello, unificante e non escludente, introdotto negli anni Settanta dal Collettivo femminista nero Combahee River. Causa di questa degenerazione, per Táíwò, non è l'attivismo antirazzista di oggi ma le élite liberali dominanti. Con rigore filosofico e chiarezza politica spiega infatti come quel concetto sia divenuto preda della «cattura delle élite», che - come per altri contenuti politici radicali - spogliano le identità del loro potenziale di liberazione per utilizzarle a proprio vantaggio. Di recente le identity politics sembrano rafforzare più che frenare la cattura delle élite, ma uscire dalla trappola è più complicato di quanto si possa pensare. Le élite usano infatti gli incentivi tipici delle società capitaliste, premiano i discorsi che permettono di individualizzare i problemi collettivi e cooptano alcuni selezionati "rappresentanti" delle soggettività oppresse per pacificare i movimenti, ribrandizzando le istituzioni esistenti senza modificare concretamente la società. Solo quando la cooptazione fallisce torna la repressione. Serve allora una politica "costruttiva", che non si accontenti di promuovere principi puramente morali o estetici. Ma occorre soprattutto capire come funziona la cattura per riconoscerla in tempo, e avere più possibilità di spezzare l'incantesimo dietro cui si celano le strutture materiali dell'oppressione.
15,00

Jacobin Italia. Volume Vol. 24

Jacobin Italia. Volume Vol. 24

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 140

L'università italiana si trova al centro di una tempesta perfetta. Da una parte, per cause locali: il governo Meloni ha annunciato l'ennesimo piano di tagli e una riforma che precarizza ulteriormente il lavoro di ricerca. Dall'altra, per dinamiche globali: gli atenei italiani, come quelli di tutto il mondo, si trovano al centro delle mobilitazioni per il cessate il fuoco a Gaza e nel mirino della guerra culturale scatenata dalle destre planetarie contro ogni forma di pensiero critico e indipendente dalle logiche del profitto.
13,00

Il pane e le rose. Antologia di racconti working class

Il pane e le rose. Antologia di racconti working class

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 144

Le persone che fanno letteratura sono sempre considerate voci eccellenti e sensibili e mai voci privilegiate. L'industria del libro però riproduce e amplifica al proprio interno le storture nell'accesso e nella distribuzione del capitale culturale, a partire dai maggiori premi letterari: le persone working class - necessarie per la stampa, il magazzinaggio e la logistica del libro - sono completamente invisibili. Dopo i Festival di letteratura working class organizzati a Campi Bisenzio qualcosa inizia a cambiare e nascono anche premi letterari dedicati alla letteratura working class. Il primo è stato "Il pane e le rose", premio istituito nel 2022 dalla biblioteca del Comune di Montelupo Fiorentino. Per gli organizzatori la lettura dei racconti in concorso è stata «una galoppata (atroce e bellissima) nel mondo del lavoro e dei lavoratori, dei diritti (negati) e delle lotte sindacali. La loro eterogeneità permette di costruire un enciclopedico quadro del mondo del lavoro». Questa antologia raccoglie i racconti finalisti delle prime due edizioni del premio, insieme ad altri due: uno della scrittrice e sindacalista Simona Baldanzi e l'altro di Dario Salvetti, tra i portavoce della vertenza dell'ex Gkn. In appendice, alcuni articoli fanno il punto sullo stato dell'arte della letteratura working class, che sta consolidando la propria ricerca. Attraverso l'idea che la capacità di narrare e quella di rivendicare i propri diritti siano in realtà una cosa sola.
10,00

Jacobin Italia. Volume Vol. 23

Jacobin Italia. Volume Vol. 23

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 140

Le tecnologie digitali non sono neutre. Hanno consentito al capitale di infiltrarsi nelle nostre vite, aumentare i profitti e incoraggiare il consumismo. Ma negli interstizi degli algoritmi esistono anche spazi di resistenza. A questo è dedicato il tema del n. 23 di Jacobin Italia, con il contributo anche di una selezione di articoli sullo stesso tema tradotti dal n. 52 dell’edizione statunitense di Jacobin e da Jacobin America Latina.
13,00

Gli automotivati. La love story tra scuola e motori

Gli automotivati. La love story tra scuola e motori

Paolo La Valle

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 256

Rombo di motore, bruuum, bruuum. Uno spot della Regione Emilia Romagna dice che è «la colonna sonora del Belpaese», «versione postmoderna dell'inno di Mameli». L'Italia è prima in Europa per densità di automobili, 663 ogni mille abitanti. Mantiene il primato da decenni, nonostante crisi economiche, politiche, sanitarie. Non basta citare la Fiat e il suo ruolo nella storia nazionale. C'è qualcosa di più profondo, che sprona a comprare auto e le rende imprescindibili, ben oltre la mera necessità di spostarsi. Ciò è tanto più vero in Emilia Romagna, dove la passione per i motori si abbina a una produzione legata al lusso e allo sport. A raccontarsi ne "Gli automotivati" è un professore di un istituto tecnico-professionale che, trasferitosi a Bologna, ci mette qualche anno a capire dov'è finito: nel tempio a cielo aperto del culto del brum brum. La Ferrari, la Lamborghini, la Maserati, il rutilante Motor Show, l'autodromo di Imola, la «Motor Valley» lungo la via Emilia con le sue centinaia di fabbriche che lavorano per l'automotive... La chiamano anche Tumor Valley: è l'area più inquinata d'Europa. Qui il settore dell'automotive concentra spinte che condizionano tutta la società, a partire proprio dalla scuola. Durante le ore di lezione, nel confronto coi colleghi, persino a ricreazione diventa chiaro che insieme ai suoi bolidi l'industria dei motori produce ideologia: si studia solo quanto serve per trovare subito un lavoro, i migliori devono elevarsi sugli altri, there is no alternative all'automobile ecc. "Gli automotivati" indaga e narra tutto questo tra i banchi di scuola in un'alternanza di spasmi testuali, una sorta di twerking in cui ogni genere è scosso al ritmo della peggior musica, quella di milioni di auto che sgasano, incuranti di guerre e crisi climatica. Procediamo, ciascuno nel proprio abitacolo, schermandoci dal mondo, ascoltando le nostre playlist, per non pensare che andiamo verso l'ultimo - forse il definitivo - incendio. Bruuum, bruuum.
16,00

Leggere i Grundrisse. Un viaggio negli appunti di Karl Marx

Leggere i Grundrisse. Un viaggio negli appunti di Karl Marx

David Harvey

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 528

I Grundrisse sono di gran lunga il libro di Marx più interessante e più difficile. Si tratta di una serie di appunti personali in preparazione della stesura de Il Capitale, scritti in modo frenetico in tempi non meno frenetici. È a sé stesso, in parole povere, che Marx si rivolge, in un flusso di coscienza in grado di proiettare su carta possibilità e interrelazioni che potranno o meno rivelarsi importanti per i suoi più ragionati studi successivi. Questo stile lo rende un testo allo stesso tempo eccitante e frustrante, da sempre ostico per i non addetti ai lavori. David Harvey apre un varco nel flusso di pensiero marxiano, per incoraggiare il maggior numero di persone a entrarvi. Non scrive una "guida", non espone la sua personale interpretazione dell'opera: ne accompagna la lettura rimodulandone il linguaggio. Lo studio dei Grundrisse è un viaggio alle fondamenta dell'immaginazione teorica di Marx. Il capitale è analizzato con una prospettiva che ne privilegia i processi, le relazioni, i flussi e le tensioni contraddittorie operanti dentro una totalità che comprende al suo interno i diversi momenti di produzione, consumo, realizzazione, distribuzione e scambio. L'obiettivo è far luce sull'origine dell'alienazione delle persone che lavorano, ma anche sulla loro forza creativa. Pur vivendo oggi un'epoca molto diversa da quella vissuta da Marx, i Grundrisse si rivelano un testo profetico, che illumina molti aspetti del mondo capitalista contemporaneo. Con passaggi che, nonostante la rigorosa impostazione materialistica, esprimono un desiderio di natura utopica, al confine degli stessi limiti materiali e politici.
28,00

Jacobin Italia. Volume Vol. 22

Jacobin Italia. Volume Vol. 22

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 140

Nel marzo del 1994, trent’anni fa, con la vittoria elettorale a sorpresa del nuovo partito di Silvio Berlusconi finiva ufficialmente la Prima Repubblica, con la scomparsa di tutti i partiti nati dopo la resistenza, e prendeva inizio la fase politica ormai passata alla storia come Seconda Repubblica. Con la scomparsa di Silvio Berlusconi e una fase che ormai viene giornalisticamente definita «Terza Repubblica», questo numero di Jacobin Italia – con contributi di vari storici e giornalisti politici – traccia una prima storia della Seconda Repubblica per provare a guadare davvero al futuro. Siamo ancora imprigionati nelle gabbie economiche, nelle retoriche politiche e negli slogan da talk show che si sono affermati quasi trent’anni fa. È ora di abbandonarli.
13,00

Come ho ucciso Margaret Thatcher

Come ho ucciso Margaret Thatcher

Anthony Cartwright

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 256

Midlands, primi anni Ottanta. Sean è un bambino di nove anni cresciuto in una famiglia working class di tradizione laburista. Non si sarebbe mai immaginato niente di simile a quel che accade a partire dal giorno in cui Margaret Thatcher prende il potere. Fino a quel momento aveva vissuto un'infanzia felice tra la grande casa dei nonni, i giochi e le risse con gli amici, le glorie e le disfatte del calcio locale. Ma adesso una persona esecrabile si affaccia quotidianamente dallo schermo della televisione, decisa a distruggere il mondo industriale in cui la sua comunità vive, a cominciare dalla fabbrica dove suo padre, esperto manutentore, ripara le macchine. La Lady di ferro inganna anche suo padre e lo zio Eric, che all'inizio, inspiegabilmente, votano per lei. Nessuno riesce a ostacolarla mentre le sue privatizzazioni portano alla chiusura delle grandi fabbriche di Dudley distruggendo intere famiglie, a partire dalla sua. Così Sean si mette in viaggio. Qualcuno deve fermare il treno della distruzione e vendicarsi. Non rimane altro da fare: uccidere Margaret Thatcher. Divertenti e commoventi, queste pagine di Anthony Cartwright sono capaci di tratteggiare, in modo crudo e allo stesso tempo delicato, la realtà della deindustrializzazione e della disfatta delle comunità operaie di fronte all'avanzare del neoliberismo.
17,00

La fabbrica dei sogni

La fabbrica dei sogni

Valentina Baronti

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Alegre

anno edizione: 2024

pagine: 144

La voce narrante è quella di una donna nata in una famiglia contadina e operaia. Il luogo è una fabbrica abbandonata dal padrone, che gli operai si ostinano a non abbandonare: la Gkn di Campi Bisenzio. Quando Agata incontra questa lotta, dopo il licenziamento di 500 operai e la chiusura dello stabilimento, succede un miracolo: la vita e la scrittura, l'amore e le storie insorgono. E un percorso di generazioni legate da memorie di fame e olivi, di semiassi e dignità, si stende sulla pagina. Da "una stanza tutta per sé" a "una fabbrica tutta per noi". Le vite si trasformano tra mobilitazioni, assemblee, convergenza con altri movimenti, azionariato popolare, progetti di riconversione ecologica, intelligenza e cultura collettiva. Come raccontare una storia operaia, se non hai ereditato il privilegio di crescere in una casa piena di libri? Può la scrittura essere un destino, in chi ha assaggiato nella minestra dei nonni il peso dell'analfabetismo, il timore e la riverenza verso i libri e la cultura alta? Se gli scrittori borghesi hanno colto della fabbrica la serialità della produzione e il tempo morto dell'alienazione, la scrittrice con una famiglia operaia alle spalle trova, in un progetto di fabbrica socialmente integrata e reindustrializzata dal basso, la condizione stessa per raccontarsi, intrecciando questioni di genere e classe. Non la fabbrica che inquina, ma la fabbrica dei sogni che si fanno scrittura, speranza e desiderio.
13,00

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