L'Autore Libri Firenze

Una Sicilia piena di luci e ombre, dove la cultura tradizionale di stampo patriarcale stenta ad accettare la realtà più fragile della famiglia contemporanea, fa da sfondo a una intensa e tragica storia d'amore. Nelle pagine vibranti di un diario intimo tutta la passione di una donna perdutamente innamorata che ha perso il suo uomo. Una sofferenza inaccettabile per la protagonista che ha superato mille ostacoli e avversità per emanciparsi da un ruolo impostole dalla famiglia e dalla società: quello di moglie devota e fedele al marito, ma anche sola e profondamente infelice. Patrizia Camiolo è nata e vive a Catania.

"Un libro, questo, da avvertire quasi fosse proprio... Una dopo l'altra le presenze degli interpreti sono al loro posto con il loro bagaglio e l'autrice, che molto lavora sull'introspezione, ce le fa conoscere... Il libro è buono, schietto, equilibrato. Una linea di mare, e si corre dietro alla fantasia. In uno scenario di acqua e di sole compaiono le figure inventate, belle, e da quello stesso punto si dileguano: si provi dunque ad immaginarle. Personaggi che fra di loro si conoscono, che esultano della gioia degli altri. Una coralità capace di neutralizzare le cose brutte del mondo..." (dalla prefazione)

Quando tornò al mare l'acqua sembrava una terra azzurra di leggera aratura. Sulla riva il ragazzo suonava, nell'alba. Dallo strumento traeva accordi il cui puro suono si legava all'odore di salmastro, al rumore dei flutti, alla sua voce quando chiese: "Cosa cerchi?" "La verità... me stessa...".

Il racconto si snoda nell'arco di tutto il Novecento e ci fa conoscere tutti coloro che hanno lasciato un'impronta marcata nella vita del protagonista attraverso "ricordi nostrani, gradevoli come il vino fatto in casa, che sembra buono anche quando è un po' spunto, complice la genuinità". Un romanzo emozionante che racconta la storia di una vita attraverso giorni dell'infanzia, dell'adolescenza e della giovinezza per lasciare l'affresco di una meravigliosa terra nel mare.

"Bisogna essere stregoni e maghi, non uomini qualunque..." Nei "Cinquantasette racconti per cinquantasei pessime notti" risulta evidente il bisogno d'interrogarsi sugli eventi più misteriosi e drammatici della vita, dall'amore alla morte, dall'origine dell'essere al suo significato quotidiano, con scarse possibilità di approdare a risposte definitive, assolute. Emergono tuttavia dalla lettura, ricche di sfaccettature ironiche e colori di contrappunto, l'emozione e la commozione provate nell'atto di guardarsi intorno, di sommare dubbi a dubbi, di mettersi in discussione. Il senso del divenire risiede nella capacità e nella volontà di gustare il piatto che ci viene servito ogni giorno, senza pretendere di conoscere il cuoco che l'ha cucinato e il cameriere che l'ha servito...

Ho bussato alla porta di quell'affetto materno finché le nocche hanno resistito. Sognavo di entrare nel suo mondo irreale ma non ho trovato il sentiero, forse era coperto dalle sterpaglie del suo dolore, forse quell'ingresso era vietato proprio a me, alla mangianuvole che non le somigliava per nulla. Eravamo due estranee. Non poteva sentirmi figlia se non si sentiva madre, non potevo sentirla madre se non mi sentivo figlia. Giulia è una giovane scrittrice omosessuale che sopravvive nel presente nella speranza che, svoltato l'angolo del futuro, il destino le regali la vita, ma non riesce a liberarsi dei fantasmi "neri" del passato che la tormentano e la risucchiano. In un viaggio a ritroso nel tempo tenta di liberarsi del suo traumatico passato, ma deve dire addio all'unica donna che nonostante tutto ama e desidera rivedere.

Una vita passata da "straniero" nella propria casa, affacciata alla finestra di un orizzonte pigro e stanco. Poi, in una sola magica notte in riva al mare, grazie all'incontro casuale e imprevedibile con una incantevole "zingara" e all'appassionante romanzo di vita raccontata da un vecchio saggio, tutto il mondo di un uomo si capovolge in un turbinio di emozioni uniche e nuove e di bagliori di luce improvvisa.

Una Firenze di fine millennio tra gioventù, amori, passioni e musica. Piazza Santa Croce, Piazza della Signoria, i Lungarni, Fiesole, Coverciano: una Firenze di fine millennio, trasfigurata dal susseguirsi delle stagioni, fa da sfondo a questo romanzo. Era l'estate del 1988... Lorenzo, giovane medico avviato ad una brillante carriera, ripercorre in una calda giornata estiva l'anno della sua maturazione: da studente a medico, da ragazzo a uomo. Amori sbagliati, viaggi, partite di subbuteo, l'esame di stato, l'internato, le lunghe notti di guardia all'ospedale, ma anche la musica, gli amici, la famiglia, la passione, l'ingenuità e la leggerezza della gioventù...

La bellissima casa in collina dove Miranda Soffi abita con il marito ha già subito numerosi cambiamenti quando, per realizzare il suo ultimo desiderio, vi è in progetto di costruire in giardino due muri di contenzione in modo da sfruttare al meglio un terreno scosceso trasformandolo in due bei gradoni. "Qualcosa" sfugge di mano alla bella signora e quel terreno diventa scena di un efferato delitto...

"Mi chiamo Matteo Riva, e gli avvenimenti dei quali sto scrivendo iniziarono nel 2091. All'epoca dei fatti avevo ventotto anni, ero un giovane avvocato e abitavo in un grande e anonimo grattacielo. La mia città faceva parte di una confederazione di varie città-Stato, edoniste e ricche, regolate e suddivise in rigide distinzioni di casta. Progettate con uno stesso schema urbanistico che discriminava le differenze sociali e impediva il contatto degli appartenenti alle prime classi sociali con i più miserabili tra la popolazione, i cosiddetti diversi. Lo Stato sociale degli abitanti era ripartito in cinque classi, così come le zone residenziali. I diversi non appartenevano ad alcune classe, per il regime non esistevano...".

Con gli anni scomparve anche la torretta, le basse case col lungo pergolato e quelle persone che vi abitavano, che sorridevano salutando chiunque attraversasse il sentiero. Scomparve definitivamente quel piccolo mondo felice e incantato, come nelle favole che si raccontavano una volta ai bambini. In questi racconti del cuore Paolo Marras descrive, con un pizzico di nostalgia, personaggi e luoghi della sua adolescenza, ricordando il mondo di allora, quello di una società più sana, più laboriosa e più ricca di principi basati sull'onestà, sull'educazione e sul rispetto verso tutti e tutto.