Phasar Edizioni

Marco è in viaggio, insegue il profumo di corpi sfiorati e attraversa notti senza futuro, sospese in un tempo in cui il mondo sembrava essersi fermato. Le tappe del suo percorso sono ferite aperte: amori consumati, amicizie sopravvissute, addii che graffiano. Tra fughe e ritorni, Cartografie dell’assenza esplora ciò che rimane quando tutto è perduto: l'eco di un amore, un corpo smarrito nell'attesa, il ricordo di occhi unici come il suo cuore. Perché certe emozioni non si dimenticano. Si tracciano. Cartografie dell'essenza è un romanzo di presenze mai dimenticate e cicatrici che velano la pelle di nostalgia.

Ne La vendeuse, lo strano testo ritrovato fra le carte postume del linguista e medico olandese Benjamin de Jong (Utrecht, 1865 – Arnhem, 1947), poi venduto all’incanto nel 1952, realtà romanzesca e cronaca si confondono tra loro – laddove la prima appare sì come un artefatto della seconda, ma vale a spiegarla, o a completarla, coi modi e gli stilemi di ogni storia narrata – per far emergere l’orrore di un omicida seriale non solo pienamente consapevole di esserlo, ma persino macabramente orgoglioso delle proprie discutibili imprese. Per quanto accurata, almeno per quel tempo, l’inchiesta svolta dalla Sûreté générale di Célestin Hennion (il funzionario che per primo si occupò dell’inspiegabile serie di delitti occorsi fra Parigi e il dipartimento dell’Ardèche tra il 1890 e il 1902) non fornì evidenze probatorie bastevoli ad assicurare il reo alla giustizia. I crimini perpetrati dal sulfureo protagonista del romanzo rappresentano a tutt’oggi un cold case di notevole rilevanza e complessità.

Quando Maria perde la mamma a seguito di una malattia fulminante, ha solo cinque anni. Lei e il fratellino gemello Mario, seduti sulla balaustra con le gambe penzoloni, ascoltano il padre discutere con altre voci e per la prima volta sentono la parola separazione. Maria, pur non conoscendone il significato, intuisce si tratti di qualcosa che non le piacerà. Che non piacerà a nessuno. Ed ecco un altro strappo, pochi giorni dopo il funerale: Mario, il suo gemello, lo porteranno in un collegio maschile a Cento (Fe), e Maria in uno femminile, a Ferrara, in città, lontana da tutto e tutti. Due cose hanno fatto la differenza, portando in salvo Maria: sapersi rimboccare le maniche; portare amore e cura a ogni persona che soffre.

Fil rouge di queste pagine è la fertile complementarità tra immaginario e reale. Il Futuro attende che ciascuno di noi riscopra il proprio sé nell'immaginario, nel mito, nella narrazione, nella fiaba, nei sogni ad occhi aperti ispiratori del nostro pensiero e delle nostre convinzioni, fondamento dei nostri spazi di libertà, rivelatori delle nostre fragilità e di inaspettate risorse. Non un tentativo di evasione dalla realtà, bensì sconfinamento da paradigmi consolidati per ritrovare il coraggio di proiettarsi oltre il presente per scoprire o riscoprire che l'apporto emozionale e la motivazione sono essenziali alla razionalità, alla progettualità quanto le competenze organizzative. L'adattabilità non è stasi, è energia che induce cambiamento, desiderio di riprenderci la nostra humanitas per aprire nuovi orizzonti che dissolvano l’attuale condizione di migrati da noi stessi.

Riflessioni illustrate in un viaggio temporale.

La Romagna di fine ‘800 non riusciva a nutrire la sua gente e fame, malattie e prepotenze schiacciavano la gente e rubavano i sogni e le speranze di tutti. Emigrare era un azzardo ma, almeno, lasciava socchiusa la piccola porta della Speranza. Tra il 1860 e il 1885 furono registrate più di 10 milioni di partenze dall’Italia. Nell’arco di poco più di un secolo un numero quasi equivalente all’ammontare della popolazione che vi era al momento della proclamazione del Regno d’Italia (23 milioni nel primo censimento italiano) si trasferì in quasi tutti gli Stati del mondo occidentale e in parte del Nord Africa. Questa è la storia di uno che ce l’ha fatta, è la storia di Wander. Wander è, in qualche modo, l’emblema del principio del Novecento, con i suoi meravigliosi slanci vitali e la progressione inarrestabile del progresso scientifico e tecnologico e insieme con le sue contraddizioni feroci, che portano milioni di persone, tra cui tantissimi italiani, a emigrare alla ricerca di fortuna e libertà.

Jasmine è un’adolescente. Coricata sul letto nel cuore della notte, ripensa alla promessa che si è fatta: "Pensa a ciò che più ti renderebbe felice e chiedi sia realizzato." Vorrebbe aggiustare le cose ma non sa in che modo. La sua inquietudine le deriva da episodi di bullismo, ma anche dal sentirsi inerme di fronte alla malattia della madre. Quella di Jasmine è una ricerca drammatica, delusa, mentre si chiede perché tutto ciò sia accaduto proprio a lei. Quali strumenti ha, una ragazza giovane, per combattere i propri mostri e fare fronte alla vita? I temi come il rifiuto del cibo per riuscire a scomparire una volta per tutte, o andare incontro a un rapporto d’amore malato per la paura di non essere mai abbastanza, sono attraversati con delicatezza e solo per condurre chi legge a riflettere su come la nostra forza vitale, che non viene mai meno neanche quando ne dubitiamo, possa indurci verso una possibile rinascita.

Yokota ritiene che nel Karate informazioni storiche, tecniche e filosofiche debbano supportare l’allenamento fisico. Quando ciò non accade, avviene un evidente sbilanciamento. Con questo libro, il Maestro Yokota fornisce risposte chiare e semplici a domande molto spesso dribblate o mal risposte, rappresentando un ottimo ausilio sia per principianti sia per chi pratica arti marziali da lungo tempo.

Sano, giovane e timido notaio senese di simpatie ghibelline, spinto dall’ambizione del padre alla Corte sveva di Re Manfredi a Lucera. La scoperta d’un mondo a lui nuovo, fra libertà di fede e di pensiero, dispute filosofiche e princìpi giuridici innovativi. Storia di amori impossibili e di speranze vane, che si dipana fra verità storiche, memorie leggendarie e cronache faziose. La complicata alleanza di Siena in cerca di protezione presso un Re temerario ed ambizioso, ma ambiguo e distratto dalla sua natura epicurea. Il drammatico clamore di grandi battaglie: Montaperti, Benevento, Tagliacozzo. L’ascesa e la caduta. La disillusione del notaio dopo le tragiche sconfitte ghibelline. L’eco della Commedia dantesca che si ode nell’ostinata fermezza di Provenzan Salvani e negli astuti calcoli politici di Farinata degli Uberti. Lo zio di Dante, Burnetto prigioniero a Siena. Alla resa dei conti, la piena del torrente della Storia travolge tutto e tutti: ambizioni, speranze, sogni ed illusioni. Un tuffo nei contrasti e nelle contraddizioni del medioevo. Lettura agile ed intrigante, punteggiata d’ironia; frutto d’intenso lavorìo alla scoperta dei caratteri di personaggi grandi e piccoli.

Anno 2069. Per Daniel Kane, unico responsabile all’interno della stazione spaziale Mars I, primo avamposto umano su Marte, il dovere si esaurisce in apparenza nel monitorare quotidianamente le funzioni operative e vitali della base, raccogliendo e inviando sulla Terra i dati raccolti sul pianeta, individuato come meta di una futura colonia sotterranea. Una monotona e solitaria routine che si infrange una sera nel riverbero del tramonto marziano, quando dalla piattaforma di osservazione, in lontananza, Daniel intravede una figura umana che pare osservarlo. Una presenza che, tuttavia, non può esistere, essendo lui il solo essere umano sul pianeta. E allora, che cosa ha visto Daniel nel chiaroscuro crepuscolare di quel mondo alieno? E perché ha la strana sensazione che quella visione sia legata a un’oscura minaccia che sembra incombere sulla stessa base? Da queste domande inizia a dipanarsi un’intricata tela di ragno che porterà Daniel, gradualmente, a prendere coscienza dell’incredibile responsabilità che grava sulle sue spalle. Ma soprattutto del pericolo che lui e tutta l’umanità stanno correndo contro un nemico subdolo e potenzialmente invincibile.